Per un latte più corposo, ridurre leggermente la quantità di acqua; per una versione più leggera, aumentarla. È possibile aromatizzare la bevanda con scorza di limone, cannella o vaniglia per renderla più profumata.
Il residuo solido delle mandorle, chiamato okara, non va sprecato: può essere riutilizzato in biscotti, torte o come base per impasti salati.
Mandorle pelate o no?
La ricetta classica prevede l’uso di mandorle pelate, che donano un colore chiaro e un sapore più delicato. Se invece si utilizzano mandorle con la buccia, il latte avrà una tonalità leggermente più scura e un gusto più intenso e tostato. Entrambe le versioni sono valide, a seconda del risultato desiderato.
Filtraggio e conservazione
Il filtraggio è un passaggio fondamentale per ottenere un latte liscio e omogeneo. Utilizzare un panno pulito permette di estrarre la maggior quantità possibile di liquido. Una volta imbottigliato, il latte di mandorla fatto in casa va conservato sempre in frigorifero e consumato entro pochi giorni, agitando la bottiglia prima dell’uso perché tende a separarsi naturalmente.
Come usarlo in cucina
Il latte di mandorla è perfetto da bere freddo, magari con cubetti di ghiaccio, ma si presta a moltissimi usi:
- per arricchire il caffè, come nel tradizionale caffè leccese;
- come base per frullati, smoothie e creme;
- al posto del latte vaccino nei dolci da forno;
- in ricette salate delicate, come vellutate o besciamella vegetale.
Grazie al suo gusto aromatico e alla sua versatilità, il latte di mandorla rappresenta una delle bevande vegetali più amate della tradizione mediterranea.