Quando si varca la soglia di Del Turista - Da Marchesi, ci si immerge in un ambiente dove l’equilibrio tra la memoria della tradizione e la vivacità della ricerca contemporanea prende forma in ogni dettaglio. L’arredamento predilige linee sobrie: il calore del legno si accompagna a tessuti neutri, creando un’atmosfera raccolta, priva di fronzoli, quasi a suggerire che la tavola sia la vera protagonista. Non vi è ostentazione nella disposizione dei tavoli, nello stile degli oggetti che arredano la sala o nella delicatezza luminosa che filtra tra le finestre e si riflette sulla porcellana dei piatti.
Questa stessa essenzialità e misura si ritrova nella cucina portata avanti da Carlotta e Lorenza Marchesi. La loro filosofia culinaria si basa su una profonda attenzione alla materia prima, preferendo ingredienti che raccontano il territorio senza forzature o narrazioni eccessive. Ogni stagione trova spazio nella carta, con ortaggi, carni e pesci scelti seguendo l’istinto e la memoria gastronomica delle chef. Non si avvertono scelte gridate: prevale una costanza silenziosa nella ricerca dell’armonia, fatta di gesti che si sono affinati negli anni.
La presentazione dei piatti conferma questa postura: porzioni misurate, cromie naturali, composizioni che si fanno interpreti di una sensibilità asciutta e mai artefatta. All’assaggio si percepisce la volontà di rimanere fedeli ai sapori autentici, di togliere invece che aggiungere, accarezzando il palato con preparazioni definite nella tecnica ma sottratte al superfluo. Il profumo lieve di erbe fresche, la persistenza delle salse delicate, la materia che mantiene la propria identità anche dopo la trasformazione rendono l’esperienza coerente e rassicurante.
Il riconoscimento da parte della Guida Michelin, seppur senza stelle, premia la costanza di un percorso lontano dalle mode, la capacità di saper distinguere tra essenzialità e povertà di idee. Da Del Turista - Da Marchesi la cucina parla senza clamore, lasciando che siano la purezza dei gesti e la cura delle scelte a costruire il ricordo di ogni visita. Un indirizzo che si fa interprete di una visione personale e rigorosa, dove l’autenticità non chiede mai il palcoscenico, ma si esprime in ogni dettaglio.