Oltrepassando la soglia di La Valle si percepisce subito un senso di rassicurante discrezione: l’arredamento, fatto di eleganza misurata e tocchi contemporanei, si fonde alla perfezione con la natura circostante che filtra dalle ampie vetrate. L’atmosfera, mai affettata, sprigiona quella serenità che invita a rallentare, a concentrarsi sui dettagli che fanno la differenza.
La cucina di Gabriele Torretto si sviluppa come un dialogo fitto tra territorio e tecnica, in cui nulla è lasciato al caso. L’intenzione dello chef si riflette in ogni gesto, in un menu che muta con le stagioni e ricerca sempre equilibrio tra forza materica degli ingredienti e una precisione quasi artigianale nella presentazione. Non si trovano concessioni all’effetto, ma piuttosto una costante valorizzazione della materia prima: ortaggi che conservano la fragranza dell’orto, carni trattate con rispetto, pesci d’acqua dolce o di fiume presentati in composizioni dove il colore guida anche il sapore.
Il ritmo del pasto segue la narrazione silenziosa dei piatti, pensati per sorprendere grazie a dettagli mai superflui. È frequente notare giochi di consistenza e temperature che danno profondità al gusto: una vellutata di verdure di stagione con un’emulsione appena acidula, oppure un risotto mantecato a regola d’arte, dove la semplicità degli ingredienti si eleva attraverso una cottura minuziosa. L’impronta di Torretto – come lui stesso ama dire – si traduce nel lasciare parlare i prodotti senza sovrastrutture, esaltando la loro autenticità con interventi misurati.
A ogni portata la sala si riempie di profumi nitidi, mai coperti da eccessi aromatici: la croccantezza di una cialda di grano antico o la morbidezza di una riduzione di fondo naturale raccontano la stessa attenzione al limite tra tradizione piemontese e visione personale. La presentazione segue uno stile essenziale, in cui i colori e le texture dei piatti accendono la tavola con tocchi sottili, giocando sull’armonia visiva prima ancora che gustativa.
La Valle si distingue così per un’identità forte e coerente, capace di rimanere al passo con le stagionalità e di suggerire nuove prospettive su ingredienti che sembrano familiari. Un luogo dove il territorio si sublima in ogni dettaglio sensoriale, senza mai perdere di vista il rigore della tecnica e un certo pudore creativo che lascia spazio, soprattutto, all’esperienza pura del gusto.