Entrare a Borgo Sant’Anna significa varcare la soglia di una sala luminosa, ampia e apparecchiata con sobria eleganza, dove il legno naturale si fonde con tocchi di design contemporaneo. La vista si apre sulle colline delle Langhe, che dialogano silenziosamente con gli interni intimi e raccolti. Le pareti, lasciate volutamente essenziali, sottolineano la volontà di concentrare l’attenzione sull’esperienza gastronomica, dove ogni dettaglio, dal colore dei tessuti alle luci soffuse, contribuisce a un ambiente accogliente ma privo di orpelli.
Il ritmo della cucina orchestrata da Pasquale Laera si riflette nei piatti, presentati con minuzia e compostezza cromatica, quasi fossero piccoli paesaggi naturali: le sfumature dei vegetali di stagione, il candore di creme leggere, la brillantezza di fondi lucidi creano suggestioni visive che preannunciano la profondità del gusto. La scelta degli ingredienti segue una logica preciso, incentrata su materie prime piemontesi che vengono esaltate nella loro integrità: ortaggi biologici, carni pregiate della zona, erbe raccolte nei dintorni.
La filosofia di Laera si manifesta in una cucina che si fa interprete di memorie locali ma attinge liberamente a suggestioni contemporanee, senza vincolarsi a codici precostituiti. Nelle portate si riconosce una tensione all’equilibrio tra radici e visioni personali: l’affumicatura dosata, la cura nelle estrazioni di brodi trasparenti, l’uso calibrato di acidità che ravviva ogni assaggio. I contrasti sono sempre studiati con discrezione, evitando sequenze troppo ardite e privilegiando continuità gustative.
Ogni portata si fa specchio di una rigorosa attenzione al dettaglio, dalle zuppe tiepide che esaltano la stagionalità degli ortaggi alle composizioni di carne locale, spesso accompagnate da infusi aromatici. L’insieme dei sapori si compone come un percorso in cui nulla sovrasta, ma ogni nota ha il suo posto, in una ricerca costante di precisione formale e coerenza organolettica. Borgo Sant’Anna si distingue così come un luogo dove la cucina contemporanea dialoga con il territorio senza rinunciare a una voce personale, raffinata nei gesti e limpida nelle idee.
