Varcando la soglia di Mema, si percepisce immediatamente una compostezza raffinata, scandita dai dettagli accuratamente studiati dell’arredo: materiali naturali alternano superfici lignee dai toni caldi e sobri con accenni di pietra e tessuti neutri, allestendo un ambiente avvolto da una luminosità discreta che invita a concedersi una pausa meditata dai ritmi tesi della quotidianità. L’impianto stilistico del locale riflette alla perfezione la filosofia dello chef Manuele Senis, che predilige una cucina di sostanza, scevra di orpelli e centrata su tecniche e materie prime scelte con rigore maniacale.
Il percorso gastronomico prende forma attraverso piatti che, pur non abbracciando dichiarazioni iconiche, sottolineano una cifra stilistica personale e riconoscibile. A Mema emerge la scelta di non rincorrere mode effimere né di cristallizzare il repertorio intorno a ricette simbolo facilmente riconoscibili: qui si preferisce sorprendere grazie a sapori nitidi e accostamenti studiati, dettati da un’attenta osservazione del territorio e da una curiosità sempre vigile verso le potenzialità degli ingredienti locali. I piatti lasciano spazio a una narrazione silenziosa, suggerita dalla cromia vivace ma misurata della presentazione e dalle geometrie pulite delle composizioni: ogni elemento appare disposto con precisione, restituendo un equilibrio cromatico che rispecchia quello gustativo.
Attraversando le portate, si avverte come la mano dello chef si concentri più su essenzialità e verità degli ingredienti, evitando sia la riproposizione di modelli troppo noti che l’inseguimento della sorpresa a tutti i costi. La coerenza dell’insieme è percepibile: non si trovano note dissonanti o ostentate sovrapposizioni, ma piuttosto una ricerca di armonia raffinata, frutto di un confronto costante con la materia prima. L’esperienza complessiva è pensata per un pubblico che cerca autenticità e approfondimento gustativo, senza bisogno di eccessi narrativi o marche di fabbrica autocelebrative.
Anche in assenza dei riflettori Michelin, Mema si distingue grazie a questo approccio misurato, confermando la validità di una cucina il cui valore non risiede in riconoscimenti clamorosi, ma nella continuità di una visione personale, sobria e al contempo ambiziosa. In tavola, la Sardegna si lascia intuire più che dichiarare, restando sullo sfondo di un’esperienza culinaria dal respiro ampio e contemporaneo.
