Fra le colline di Longiano, Terre Alte di Thomas Rivalta invita chiunque varchi la soglia a immergersi in un’esperienza culinaria centrata sulla materia prima e sulla purezza dei sapori. L’arredo si inserisce con discrezione nell’ambiente circostante: linee essenziali, materiali naturali e una sobria luce diffusa creano un’atmosfera raccolta, dove ogni elemento è pensato per mettere il commensale a proprio agio senza distogliere l’attenzione da ciò che arriva nel piatto.
Il percorso gastronomico proposto non punta su effetti speciali o virtuosismi decorativi, ma si concentra su un’interpretazione fedele della cucina locale, filtrata attraverso la sensibilità di uno chef che ha fatto della selezione degli ingredienti e della stagionalità la propria regola. Rivalta non si lascia distrarre da mode fugaci, preferendo affinare una cucina che vive di concretezza, precisa nelle lavorazioni e sobria nella presentazione. Le portate arrivano al tavolo con eleganza misurata: colori naturali, composizioni essenziali, profumi che richiamano con forza le stagioni e valorizzano la territorialità senza eccessi.
L’identità gastronomica di Terre Alte si riconosce in un equilibrio tra rigore tecnico e libertà creativa. Ogni piatto nasce da una riflessione sul territorio, senza mai dare per scontato il valore delle materie prime che vengono scelte con attenzione: ortaggi croccanti, erbe spontanee, selezioni che riflettono il meglio che l’Emilia Romagna può offrire. Laddove il racconto della cucina si fa narrazione personale, la mano dello chef si intravede proprio nell’abilità di sottrarre piuttosto che aggiungere, lasciando parlare i singoli ingredienti attraverso texture precise e sapori netti.
Al di là dei riconoscimenti ufficiali, Terre Alte segue la propria rotta: non appartiene a circuiti internazionali né rincorre scorciatoie di fama. Qui si preferisce lavorare con attenzione meticolosa al dettaglio—dall’armonia delle forme in tavola, alle sfumature cromatiche che vestono ogni portata—senza mai perdere di vista il rispetto per il ciclo naturale delle stagioni. La cucina si rivela così autentica, schietta, fedele a una visione che privilegia la sostanza e la coerenza nel tempo.
