Apollo

Varcando la soglia di Apollo, si entra in un ambiente dove il tempo sembra dilatarsi, avvolti da un’atmosfera raccolta, accogliente e curata senza ostentazione. L’arredamento richiama la semplicità elegante delle case di campagna locali, mentre le pareti chiare contribuiscono a creare una cornice rilassante e intima. Quel che colpisce è la coerenza stilistica, un fil rouge che unisce visivamente sala e cucina, senza fronzoli ma ricco di piccoli tocchi studiati. In cucina, Amelio Petrucciani imprime il proprio segno con una filosofia di rigore e rispetto per la stagionalità. Il suo percorso si riflette nella scelta di ingredienti selezionati con attenzione quasi maniacale e nella volontà di esaltare la materia prima senza sovrapposizioni superflue. La cucina di Apollo evita spettacolarità fine a sé stessa, preferendo piatti in cui l’equilibrio dei sapori è frutto di una ricerca concreta e continua. Petrucciani descriverebbe il suo stile come essenziale, mai minimalista, sempre animato dal desiderio di conferire identità a ogni portata. Le preparazioni hanno spesso origine nel territorio circostante, rielaborate con piglio personale: lievitati che mostrano una padronanza tecnica sopra la media, con impasti fragranti e alveolati, profumati di cereali e lievito naturale. Dal forno si sprigionano aromi avvolgenti, di crosta dorata e pomodori appena scottati, segnando il passaggio tra tradizione e innovazione con naturalezza. L’equilibrio nel condimento evita la ridondanza, e ogni fetta rivela un’attenzione particolare verso gli accostamenti, mai scontati pur conservando radicamento locale. Apollo si distingue per la capacità di mantenere uno standard costante, sia nella proposta che nell’esperienza complessiva. Sedersi a tavola significa immergersi in un viaggio gastronomico che inizia già con i profumi diffusi in sala, prosegue con la presentazione semplice ma curata dei piatti – spesso giocata sui toni caldi e sulle texture delle materie prime – e si chiude con un senso di autenticità tangibile, lontano da mode passeggere. In questo luogo, la cucina diventa racconto silenzioso di una storia che si rinnova a ogni servizio.