Si trova a Bergamo, all’interno di un ex deposito di autobus, il ristorante Impronte. Guidato dallo chef Cristian Fagone assieme alla compagna di vita Francesca Mauri, è uno spazio su cui risplende una stella Michelin, dall’ambientazione moderna, “vagamente post industriale”, come scrive la mitica guida rossa.
Immersi in un ambiente dove il bello incontra il buono, dove l’arte e la gastronomia di prendono a braccetto, dove l’architettura industriale assume nuove forme, si assaporano i piatti dell’abile chef di casa. Di origini siciliane, lascia emergere in maniera creativa ed elegante le sue radici, ma la cucina qui offre anche tanto altro, per un’esperienza gastronomica che merita la tappa.
Del resto, prima di aprire il ristorante con la sua giovane sposa, Fagone si è formato collezionando esperienze nelle brigate di nomi importanti: è passato da Giancarlo Morelli al Pomiroeu, da Philippe Leveillè al Miramonti l’Altro, per poi partecipare a un Master di Alajmo e restare un anno nella cucina del ristorante tristellato Le Calandre a Rubano.
“La cucina è la mia terapia: attraverso di essa esploro il mio io profondo e definisco chi sono. È l'espressione vivace e appassionata delle mie emozioni, che si trasforma in creatività. È un mezzo per esprimere la mia emotività e creare connessioni con gli altri”, scrive lo chef sul menu. Ai fornelli? Lascia emergere le sue origini siciliane, ma offre anche tanto altro.
Ci si può affidare al percorso degustazione, L’Esegesi di me, che include sei o otto portate per l’intero tavolo, oppure per il menu alla carta. Si spazia dalla Triglia del Tirreno il suo guazzetto ristretto, insalatina di arance e finocchi al Quinto quarto di vitello cuore di lattuga, salmoriglio ghiacciato e cipolla rossa di Tropea, dagli Spaghetti Profumo di Sicilia, con limone, ricci di mare, bottarga di ricciola, finocchietto e origano ai Tortelli di coniglio alla cacciatora burro nocciola, pepe e limone.
Ancora, si può optare per il Cuore di baccalà le sue trippette, peperoncino, capperi, olive e patate, mentre chi ama la carne ovina non può perdere È un grande agnello!.. non fartelo raccontare. Si chiude in dolcezza, con dolci aromatici come il Ricordo d’infanzia (limone macerato nello zucchero, gel, confit e gelato, tegole di meringa all’italiana) o la Pannacotta al finocchietto, con grattachecca al cioccolato fondente e tarallo sbriciolato.