Varcare la soglia di Local significa entrare in un ambiente in cui la luce naturale si rifrange tra elementi di design essenziali e dettagli in legno chiaro, in perfetto equilibrio tra modernità e tradizione veneziana. L’atmosfera è avvolgente, discreta, con tavoli sapientemente distanziati e una cura quasi scultorea dedicata alla mise en place. Nulla è lasciato al caso: ogni oggetto, dai bicchieri agli elementi decorativi, sembra scelto per suggerire una raffinata eleganza senza eccessi. All’interno della cucina, chef Salvatore Sodano guida la brigata secondo una filosofia precisa: l’identità del territorio quale base solida sulla quale innestare una ricerca puntigliosa e contemporanea. I piatti rivelano questa tensione tra radici e sperimentazione: da una parte la materia prima locale primeggia in purezza, dall’altra la mano dello chef sceglie abbinamenti netti, tecniche di preparazione moderne e cotture attente che valorizzano la freschezza degli ingredienti senza appesantirne il carattere. La sequenza delle portate si distingue per una nitidezza gustativa che evita sovrastrutture eccessive. La centralità della cucina emerge già nelle presentazioni, dove la geometria dell’impiattamento enfatizza colori e consistenze naturali, lasciando che siano i prodotti del territorio a raccontarsi. Il menu cambia con regolarità, seguendo un andamento stagionale che è promessa e rispetto verso il ritmo della laguna e dei suoi mercati. Non è raro imbattersi in interpretazioni di pescato del giorno, ortaggi delle isole o ingredienti di piccoli produttori, sapientemente preparati per esaltarne l’essenza originaria. L’identità di Local si concretizza proprio nell’essenzialità: nulla nella proposta serve a stupire per il solo gusto estetico; lo stupore nasce dalla limpidezza e dalla coerenza stilistica, da un equilibrio mai statico tra ricerca e comfort. Più che un semplice ristorante stellato, Local si presenta come una narrazione sensoriale della cucina veneziana contemporanea, attraversata da una visione personale che predilige purezza esecutiva e precisione tecnica. La scelta di non aderire a schemi precostituiti di sostenibilità ambientale, come la Green Star Michelin, si riflette in una dichiarata attenzione all’eccellenza gastronomica tout court, lasciando che sia la consistenza dei sapori a definire la cifra stilistica dello chef, in un’esperienza che mantiene coerenza e riconoscibilità dal primo all’ultimo piatto.