Hostaria da Franz si afferma come una tappa obbligata per chi desidera entrare in sintonia con il volto più autentico della cucina veneziana, lontano dalle rotte più battute e con un forte legame al territorio. All’ingresso si viene avvolti da un’atmosfera intima e raccolta, dove il legno caldo degli arredi si fonde al discreto fruscio del vociare sommesso dei commensali. Il locale, che preserva l’identità storica tipica delle vecchie osterie lagunari, accoglie tra tavoli ben distanziati e tovagliato candido, in uno spazio che riflette il rispetto per la tradizione e la volontà di non cedere ai vezzi di un’eccessiva modernità.
Sul piano gastronomico, Hostaria da Franz mette in evidenza un’attenzione quasi filologica nella scelta delle materie prime, privilegiando pesce fresco di laguna, crostacei selezionati e verdure di stagione provenienti dall’orto veneziano. Gli accostamenti, sempre equilibrati, permettono a ogni ingrediente di emergere, senza mai sovrastare i sapori distintivi della laguna. Si percepisce nelle preparazioni la filosofia dello chef, che mira a conservare la memoria della cucina veneziana pur arricchendola di elementi contemporanei e tecniche raffinate, in un costante dialogo tra passato e presente.
La presentazione dei piatti si distingue per sobrietà e cura: porcellane semplici e porzioni misurate lasciano spazio alla cromia viva degli ingredienti, mentre sul bordo un leggero profumo di mare anticipa spesso l’assaggio. Il menù segue il ritmo delle stagioni e propone ricette in grado di raccontare la geografia della laguna attraverso note iodate e accenti erbacei. Alcune preparazioni si distinguono per l’essenzialità della materia prima, come un risotto sfumato al profumo di granchio o una tartare delicata di pesce azzurro, in cui il prodotto domina senza maschere.
Non sorprende che la rigorosa coerenza e l’eleganza della proposta abbiano attirato l’attenzione delle più importanti guide gastronomiche. Hostaria da Franz si conferma così come luogo dove l’esperienza gastronomica resta fedele al suo contesto, proponendo una cucina di profilo netto che rinuncia ai virtuosismi modaioli in favore di una narrazione affidata ai gesti antichi e agli ingredienti del luogo.
