Alla Lanterna, ogni particolare sembra riflettere visibilmente la sensibilità della chef Pamela Paredi, che lascia un’impronta riconoscibile senza eccessi né forzature. All’ingresso, l’atmosfera accoglie con un senso di intimità genuina; arredi rustici dai legni vissuti, tessuti naturali e dettagli che richiamano la tradizione lombarda rivelano una visione d’insieme curata ma mai artefatta. Le finestre si aprono su scorci quieti, lasciando filtrare la luce morbida dei pomeriggi sul lago e creando un contesto raccolto, in armonia con la discrezione dell’ambiente circostante.
In tavola, la cucina di Pamela Paredi si esprime con la stessa misura: non ci sono colpi di teatro, ma una ricerca sottile di autenticità. I profumi ricordano i mercati locali, dove le materie prime vengono scelte con attenzione alla stagionalità, elementi che emergono dal colore vivido degli ortaggi, dalla freschezza delle erbe aromatiche, dalla consistenza dei formaggi selezionati. La filosofia della chef si traduce in piatti che parlano il linguaggio delle ricette di tradizione, senza aderire a uno stile annunciato in modo esplicito: ogni preparazione trova equilibrio tra memoria e individualità, nel rispetto delle radici del territorio.
L’attenzione al dettaglio attraversa tutta l’esperienza. Le portate sono composte con sobrietà, lasciando che i colori naturali degli ingredienti dominino la scena sul piatto: una vellutata lisa e setosa, una carne delicatamente scottata che lascia intravedere una cura lenta nei tempi di cottura, un dessert semplice che esalta la dolcezza della frutta stagionale. Tutto si rivolge a chi cerca una cucina che non ostenti, ma inviti all’ascolto silenzioso dei sapori autentici di Valsolda.
Osteria la Lanterna costruisce così una narrazione dove il rigore non diventa mai rigidità, ma piuttosto una forma di garanzia per chi desidera lasciarsi guidare da una proposta scandita dal ritmo delle stagioni e dalla conoscenza discreta della materia prima. Il risultato è un’esperienza che conquista per coerenza e delicatezza, senza la necessità di introdurre elementi spettacolari o autoreferenziali: la vera protagonista resta la cucina, in tutta la sua silenziosa ma eloquente sincerità.
