Si scaldano sempre più i motori per S.Pellegrino Young Chef Academy 2022-2023, il concorso internazionale che eleggerà il miglior giovane chef under 30 del mondo. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 giugno e la giuria italiana è stata svelata. Ora, però, è arrivato il momento di annunciare la formazione dei top chef che costituiranno la giuria della finale mondiale per l'edizione 2022-2023.
Saranno Pía León, Riccardo Camanini, Hélène Darroze, Vicky Lau, Julien Royer, Nancy Silverton e Eneko Atxa, veri e propri fuoriclasse della gastronomia globale, i Sette Saggi che avranno il compito di incoronare il miglior giovane chef al mondo, in occasione della Grand Finale di S.Pellegrino Young Chef Academy 2022-2023 che si terrà entro il mese di settembre 2023.
Nell'attesa di scoprire chi saranno i finalisti regionali che sfideranno per conquistare il titolo mondiale, conosciamo meglio i Sette Saggi.
Pía León
Nominata nel 2021 da World's 50 Best Restaurants la miglior chef donna del mondo, Pía León è la chef peruviana alla regia del ristorante Kjolle. Compagna nel lavoro e nella vita di Virgilio Martinez, chef del Central di Lima (dove ha diretto la cucina per molto tempo), con lui condivide la stessa filosofia, basata sulla valorizzazione e sulla ricerca della biodiversità del proprio Paese. Assieme a Virgilio e Malena Martinez, oggi è alla guida del progetto Mater Iniciativa. Dalla creatività a quattro mani con il marito, è nato il ristorante Mil, nel centro delle Ande, e il Mayo bar, casual dining a Lima. La sua storia? Comincia aiutando la madre nell’attività di catering, poi si iscrive alla scuola di cucina Le Cordon Bleu a Lima, quindi passa per le prestigiose brigate di Astrid y Gastón a Lima e di El Celler de Can Roca, a Girona. Quando torna a Lima, conosce Martinez e nel 2009 inizia a lavorare al ristorante Central, che all’epoca era appena nato. Il sodalizio umano e gastronomico che condivide con il marito ha portato Central in cima alla lista dei The World's 50 Best Restaurants.
Riccardo Camanini
Originario della provincia di Bergamo, Riccardo Camanini è lo chef alla regia dello stellato Lido 84 a Gardone Riviera, il ristorante che ha aperto nel 2014 con il fratello Giancarlo (in sala) sul Lago di Garda. Un’oasi gourmet che ha conquistato in poco tempo importanti riconoscimenti internazionali: nel 2019 ha vinto il One to Watch Award assegnato da World’s 50 Best Restaurants, nel 2020 è stato incluso tra i primi 100 ristoranti d'Europa per OAD - Opinionated About Dining, classificandosi quarto, mentre nel 2021 ha fatto ingresso nella prestigiosa classifica di World’s 50 Best Restaurants, piazzandosi al 15mo posto. Nella lista 2023 è salito ancora fino al 7° posto. Camanini ha iniziato il suo percorso all’Albereta, all’epoca tre stelle Michelin sotto la direzione di Gualtiero Marchesi, dove ha scoperto un nuovo modo di “fare cucina”, partendo dal prodotto e interpretandolo nello spazio e nel tempo. Dopo due anni e mezzo, ecco due importanti esperienze all’estero: a Le Manoir aux Quat Saison, due Stelle Michelin con lo chef Raymond Blanc, dove approfondisce le basi della cucina classica francese, e a La Grande Cascade di Parigi, con lo chef Jean Louis Nomicos, con consulenza diretta di Alain Ducasse. Poi, sedici anni come chef di cucina a Villa Fiordaliso, una stella Michelin, prima di lanciarsi nell’avventura del Lido 84 assieme al fratello. Una curiosità: i suoi Spaghettoni al Burro e Lievito di Birra essiccato sono stati esposti al MOMA di San Francisco.
Hélène Darroze
Originaria di Mont-de-Marsan, nel sud-ovest della Francia, Hélène Darroze rappresenta la quarta generazione di una famiglia di ristoratori. Ha aperto il suo primo ristorante a Parigi a 32 anni e nel 2015 è stata nominata miglior chef donna del mondo da World’s 50 Best Restaurants. Oggi la troviamo alla regia del ristorante tre stelle Michelin Hélène Darroze at The Connaught a Londra, ma anche alla guida del Marsan par Hélène Darroze a Parigi, due stelle Michelin. Il suo percorso? Nel 1990, dopo la laurea, inizia a lavorare per Alain Ducasse, prima negli uffici del Louis XV di Monaco, poi in cucina. Tornata alla guida del ristorante di famiglia, mantiene la stella Michelin. Poi, decide di aprire il ristorante che porta il suo nome in Rue d'Assas a Parigi, dove conquista la sua prima stella Michelin nel 2001 e la seconda nel 2003. In seguito, nel 2008, accetta l’importante e decisivo incarico al The Connaught di Londra, dove le soddisfazioni sono arrivate gradualmente: la prima stella Michelin nel 2009, la seconda nel 2011 e la terza, che l’ha incoronata con il massimo riconoscimento della guida rossa nel 2021.
Vicky Lau
Dopo essersi laureata alla New York University, Vicky Lau, regina della cucina fraco-cinese a Hong Kong, inizialmente intraprende una carriera in pubblicità come grafico. Spinta dalla sua passione per l'arte culinaria, si iscrive ai corsi de Le Cordon Bleu a Bangkok. Fa dunque un’esperienza nella brigata del Cépage, stella Michelin di Hong Kong, sotto la guida dello chef Sebastien Lepinoy. Nel 2012 il grande salto: apre la Tate Dining Room, dove prepara piatti di ispirazione francese con influenze asiatiche. La sua creatività emerge nelle "Storie commestibili" che caratterizzano i menu che studia con grande attenzione, tra elementi visivi e giochi di sapori e consistenze. Nel 2013, viene premiata con una stella Michelin dalla Guida Michelin Hong Kong Macao. Otto anni dopo arriva una seconda stella. Nel 2015 viene premiata come Best Female Chef Asia da World's 50 Best Restaurants. Nel 2017, Tate Dining Room si è trasferito in una location più ampia e versatile a Hollywood Road, Sheung Wan, con tanto di pasticceria al piano terra, la Poem Patisserie. Nel gennaio 2021, la chef è stata insignita delle due stelle Michelin dalla Guida Michelin Hong Kong Macau: è la prima chef donna in Asia a ricevere tale riconoscimento. Nello stesso anno, si classifica al 49° posto ai Best Chef Awards 2021 e viene premiata con il Visionary Women Award 2021 da Harper’s Bazaar Hong Kong, Women of Power 2021 da Prestige Hong Kong e Asia’s Most Influential List da Hong Kong Tatler.
Julien Royer
Julien Royer è lo chef co-proprietario di Odette, ristorante francese dallo stile moderno, illuminato da tre stelle Michelin, all’interno della National Gallery Singapore. Nato in una famiglia di agricoltori di quarta generazione a Cantal, in Francia, Royer cresce apprezzando tutto ciò che Madre Natura può offrire. La sua prima e importante esperienza è al fianco di Michel Bras a Laguiole. È anche chef-patron di Claudine, ristorante francese di quartiere, nonché fondatore di Louise a Hong Kong, un ristorante francese in stile bistrot con una stella Michelin. Royer è diventato famoso a livello internazionale per aver portato aria di novità nella cucina francese, selezionando i prodotti migliori in tutto il mondo e coltivando i giovani talenti. Odette prende nome da sua nonna e riflette la sua convinzione di garantire sempre che i pasti vengano serviti nel modo più premuroso, accogliente e ospitale. Odette ha debuttato nella lista di Asia’s 50 Best Restaurants nel 2017, al 9° posto. Lo stesso anno il ristorante è stato anche inserito ne Les Grandes Table Du Monde. Nel 2019, ha ricevuto tre stelle Michelin, è entrato nella lista di Asia’s 50 Best Restaurants. Nella World’s 50 Best Restaurants 2023 occupa la 14ma posizione.
Nancy Silverton
Nancy Silverton è co-proprietaria dell'Osteria Mozza, stella Michelin, e della Pizzeria Mozza, Mozza2Go, chi SPACCA, Pizzette e The Barish a Los Angeles. Nell'autunno del 2020, Mozza ha aperto a Los Cabos, in Messico, e la Pizzeria Mozza ha aperto a Londra. Nel 2022, Osteria Mozza aprirà a Singapore presso l'Hilton Orchard. Nel 2014, ha ricevuto la più alta onorificenza assegnata dalla James Beard Foundation come “Outstanding Chef”. Nello stesso anno, è stata elencata come una delle donne più innovative nel mondo del food & beverage da Fortune e da Food and Wine Magazine. Nel 2017, è stata protagonista di un episodio della pluripremiata serie di Netflix Chef's Table. Nancy è attiva nella raccolta fondi per numerosi enti di beneficenza tra cui No Kid Hungry e Alex's Lemonade Stand Foundation a Filadelfia, New York, Los Angeles e Chicago. Inoltre, è autrice di 10 libri di cucina: Desserts (1986), Breads from the La Brea Bakery (1996), Pastries from the La Brea Bakery (2000), Nancy Silverton's Sandwich Book (2005), Twist of the Wrist (2007), The Mozza Cookbook (2011), Mozza at Home (2016), Chi Spacca (2020) e The Cookie that Changed My Life... (2023).
Eneko Atxa
Originario del paesino basco di Amorebieta, Eneko Atxa è lo chef alla regia del ristorante tre stelle Michelin Azurmendi a Larrabetzu, nei Paesi Baschi. Per la sua formazione gastronomica sono stati cruciali i passaggi alla corte di Martín Berasategui al ristorante Lasarte, ma anche nella brigata di Etxebarri ad Atxondo, mentre all’Andra Mari ha fortificato le basi della cucina popolare basca. Di grande rilievo per il suo approccio gastronomico e filosofico è stata anche la permanenza nella brigata del ristorante tre stelle Michelin Kukinoi a Kyoto, sotto la guida di Yoshihiro Murata. Risale al 2005 l’inizio dell’avventura targata Azurmendi, immerso in un vero e proprio paradiso naturale, poco distante da Bilbao. Un luogo dove tutto è in armonia e studiato nel dettaglio, dove una prima stella non si è fatta attendere molto, per poi essere seguita da una seconda nel 2010 e una terza, quella della consacrazione, nel 2012. Oggi la galassia Atxa comprende molti ristoranti in tutto il mondo: Eneko a Larrabetzu, Tokyo e Lisbona; Basque a Siviglia e Madrid e Nko a Bilbao.
Articolo aggiornato il 2 ottobre 2023