Ha fatto la storia della gastronomia italiana, rappresentando un modello di ospitalità e accogliendo nella sua brigata molti giovani cuochi, oggi professionisti affermati. Arnolfo, il ristorante due stelle Michelin fondato a Colle Val d’Elsa dai fratelli Gaetano e Giovanni Trovato, dal 1982 anima la scena gastronomica in quest’angolo di mondo dove il tempo sembra essersi fermato. Un borgo medievale, le dolci colline tutt'intorno, le visioni panoramiche della campagna senese: gli ingredienti drammaturgici ci sono tutti per costruire la trama di una pièce che racconta l’evoluzione della cucina d’autore, la storia del costume a tavola e la trasformazione di un’attività di famiglia nella provincia italiana. In modo non convenzionale, però. Perché a farlo sono i giovani chef della brigata: trentenni che ancora non erano nati quando Arnolfo cominciava a farsi conoscere come trattoria di famiglia a Colle Val d’Elsa. Il risultato? Una visione inedita, un racconto fresco e originale, grazie anche a cimeli, telegrammi e ritagli di giornali d’epoca provenienti dall’archivio del ristorante e dei piatti che hanno fatto la storia di un luogo mitico e della cucina italiana.
Teatro del Gusto di Arnolfo: un percorso in quattro atti
In quarant’anni, si sono avvicendate esistenze, trend, mode, gusti: tutto viene narrato - con tanto di piatti e calici vintage - nel percorso del Teatro del Gusto, messo a punto dalla giovane brigata, che omaggia così l’opera e la vita di chef Trovato in quattro atti. Un’esperienza appena introdotta e disponibile solo il venerdì sera, fino ad aprile 2026, al tavolo conviviale del ristorante, per massimo dieci persone. La sede? Quella “nuova” di Arnolfo, che da due anni accoglie gli ospiti in uno spazio spettacolare, con un’avveniristica cucina aperta sulla sala, affacciata sulla “platea”. Uno ad uno, i giovani chef si avvicendano al tavolo, per dare vita a un vero e proprio racconto corale. Il risultato? Un elegante e raffinato effetto home theatre.
Atto primo: i piatti del 1960-1982
Le origini siciliane, il trasferimento della famiglia Trovato da Scicli alle colline toscane e l’esordio di Trovato in cucina: il primo atto viene interpretato dalla giovane brigata attraverso i prodotti dell'arte bianca, un ambito dove lo chef Trovato ha mosso i suoi primi passi, lavorando al forno di Colle Alta come garzone di bottega. Lo chef si distingue da subito: convince i datori di lavoro a fare entrare in produzione i grissini salati, accanto al tipico pane sciapo locale. Ecco allora le focaccine con cipolla rossa di Certaldo, pomodorino ciliegino e timo, ma anche i canapé che richiamano i sapori isolani e le origini della famiglia Trovato, tra tartelletta con chutney di pera e cremoso al caciocavallo ragusano, pan brioche con coniglio, oliva taggiasca e cappero, arancinetto ai crostacei.
I prodotti di arte bianca accompagnano il percorso del primo atto, serviti in abbinamento a un cocktail Martini a bassa gradazione alcolica, emblematico di quegli anni, rivisitato con vermouth toscano. Non mancano piatti che profumano di “domenica in famiglia” come il Saccottino di pasta fresca, ripieno di ricotta con erba cipollina e noce moscata, con alla base una spatolata di dragoncello e una concassé di pomodoro. ll nodo dell’erba cipollina? “E’ quello degli anni ‘70”, precisa lo staff.