“Per evitare la lunga coda e aspettare anche 40 minuti in fila, la strategia è quella di arrivare almeno un quarto d’ora prima dell'orario di punta”. No, non è il consiglio per affrontare al meglio il firma copie dell’ultimo album di Lily Allen o la prevendita dei nuovissimi AirPods con fotocamera. La dritta arriva da Ferdinando Fonseca, direttore di sala di La Rue, il ristorante inaugurato a Milano il 18 settembre, che si ispira ad analoghi format di locali francesi, con menu fisso a 35 euro e un solo piatto in carta: la mitica entrecôte, accompagnata dalle patatine fritte e preceduta dall’insalata. Per entrare e fare due chiacchiere prima di mangiare, ci fanno passare in modo da non dare nell’occhio ed evitare il linciaggio da parte della gente in fila (Emily in Paris scansate).
Intanto, vi è venuto in mente quando è stata l'ultima volta che avete visto a Milano un ristorante con fuori una lunga coda per entrare? La memoria non aiuta, forse perché è passato troppo tempo e, nella città del business, dove la fretta e la variegata offerta gastronomica vanno a braccetto, diventando leading concept (per dirla in milanesenglish), per molti è impensabile. Eppure, in questa ondata culinaria di ritorno al futuro, di nuovi classici, di riscoperta della tradizione, di "il re è nudo", ci sono pure fenomeni come quello de La Rue, il bistrot dall’atmosfera parigina in corso Garibaldi 79. Un vero e proprio caso culinario, un ristorante che fa tendenza e che nel giro di un mese e mezzo è diventato uno degli indirizzi più chiacchierati e curiosi del momento. Niente prenotazioni, nessuna skill richiesta, nessun sacrificio in nome del budget. Qui ci si arma solo di coda e pazienza: non si sceglie nulla, né l’orario effettivo di ingresso (perché dipende da quanta gente si trova in fila) né cosa mangiare (perché in carta c’è un solo piatto).