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La Rue

Foto courtesy La Rue

Le bis, c’est chic! Tutti pazzi (e in coda) per La Rue, il bistrot a prezzo fisso

Democrazia e matrimoni combinati: il successo de La Rue 

Prezzo e approccio democratici sembrano la chiave del successo di questa nuova apertura che ha conquistato i milanesi in pochissimo tempo: non si accettano prenotazioni, si sta tutti in fila in maniera egualitaria. Ma c’è di più: pur essendo alla portata di tutti, La Rue preserva comunque un’aura di stile, dal mood parigino, tra applique alle pareti, tavoli in legno e panche di velluto imbottito. Qui anche il bis è très chic: completamente sdoganato, è addirittura previsto dalla formula riportata in menu e viene servito di default. Milano è cara, si sa, e un format di questo tipo, che strizza l’occhio alla bistronomie francese, un trend di ritorno, non può che garantire alle tasche meneghine qualche serata di tregua. Grazie all’accessibilità, tutti possono provare qualcosa di nuovo e di cool allo stesso tempo, sentendosi parte della food community.

Ad analizzare in profondità il fenomeno, però, c’è dell’altro: quello che potremmo riassumere come “effetto matrimonio combinato”. Negli spazi de La Rue, si viene sollevati dall’incombenza di scegliere: se da un lato si assiste al connubio già consumato tra entrecôte e patatine, un abbinamento consolidato e vincente per la maggior parte dei palati, dall’altro si viene totalmente assolti da ogni possibile sbaglio, da ogni eventuale “era meglio il tuo piatto”, da ogni rimorso culinario a seguito di una scelta errata. Bandita l’ansia decisionale, qui si cura un po’ quella che in psicologia viene definita decidofobia, la paura di prendere decisioni, o semplicemente la Fobo (fear of better options), la paura che ci siano opzioni migliori. Certo, la prima volta è una scommessa: o la va o la spacca, come si dice, ma non è una nostra responsabilità. Comunque vada, non avremo speso tanto, non proveremo invidia per il piatto del nostro commensale, non temeremo brutte sorprese. Per una volta, nessuna performance da valutare o aspettativa da soddisfare: forse, dopo un decennio di bulimia gastronomica e overfoodism (cugino dell'overtourism), un format di questo tipo è quello di cui i milanesi avevano bisogno. Insomma, nessun rimpianto, nessun dolore.

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