Varcare la soglia de I Masanielli significa immergersi in uno spazio dalle linee pulite, fatto di profili caldi e materiali essenziali, dove la modernità del design dialoga con richiami discreti alla tradizione campana. La luce soffusa invita lo sguardo a posarsi sui dettagli: i toni neutri delle pareti, le sedute comode ma mai opulente, un ambiente che rifugge gli eccessi e lascia che siano le pizze a raccontare la storia. Al centro di questa narrazione c’è la visione di Francesco Martucci, che considera la pizza una disciplina in costante evoluzione. La sua filosofia non passa per effetti speciali né per stratificazioni superflue: piuttosto, si manifesta nell’attenta selezione della materia prima e nella ricerca di una leggerezza non scontata. L’impasto, forse il primo vero protagonista, rivela una struttura soffice e ariosa, capace di sostenere farciture che alternano consistenze e profumi. Un morso restituisce una fragranza vivace, sostenuta da una piacevole masticabilità che non affatica. L’equilibrio guida ogni scelta, dal pomodoro dal sapore intenso al latticino scelto tra le migliori produzioni campane, fino all’uso misurato degli ingredienti stagionali. Le pizze non sovrastano mai chi le assaggia, ma invitano a cogliere sfumature che riflettono, senza retorica, l’identità partenopea. Il cornicione, mai eccessivo, tradisce l’attenzione al dettaglio: la sua alveolatura regolare lascia intravedere la precisione della tecnica, mentre la doratura delicata svela una cottura calibrata al secondo. Ogni portata arriva al tavolo con una presentazione che privilegia l’essenzialità, restituendo un’idea di armonia visiva che trova riscontro nell’assaggio. Martucci parla del proprio stile come di uno sguardo contemporaneo che però non rompe i ponti con il passato: la sua volontà è superare il già noto senza mai rinunciare al valore della tradizione. L’esperienza da I Masanielli si rivolge agli appassionati che guardano la pizza non solo come comfort food, ma come espressione alta di sensibilità gastronomica. Qui il piacere del gusto si intreccia con la curiosità per la ricerca, in un percorso che non punta mai alla spettacolarità, ma si affida con coerenza alla costanza e alla profondità del pensiero culinario.