Al San Quintino Resort, la cucina sembra dialogare silenziosamente con il paesaggio che la circonda: qui ogni piatto richiama la sobria eleganza della natura piemontese, senza cedimenti a effetti teatrali, ma con un approccio che rivela una sincera ricerca di contemporaneità. Superata la soglia, lo sguardo si posa su spazi in cui materiali naturali e tinte tenui accolgono il visitatore; il legno e la pietra si susseguono nell’arredamento, evocando una raffinata essenzialità, mentre le grandi vetrate inondano la sala di una luce mite, esaltando un’atmosfera raccolta e curata.
In cucina, Enrico Zanirato propone una lettura lucida e personale della tradizione italiana. La sua filosofia si riconosce nell’armonia tra radici antiche e note innovative, evitando forzature e mantenendo un rispetto rigoroso per la materia prima. Pur rivisitando il repertorio locale, lo chef non si concede nostalgie: per lui, reinterpretare significa valorizzare le stagioni, lasciando che ingredienti freschi e locali si esprimano attraverso preparazioni pulite e presentazioni dalle geometrie studiate, quasi a suggerire una sottile attenzione alla componente estetica senza mai annullare il gusto.
La carta, agile e in costante movimento, assorbe l’andamento delle stagioni, sorprendendo l’occhio con cromatismi decisi e volumi netti: il verde di un’olio delicato, il rosso vivace di una riduzione, la trasparenza di un brodo chiarificato. I piatti arrivano in tavola quasi come piccoli paesaggi: le composizioni, pur nella loro apparente semplicità, invitano a scoprire aromi ben definiti e una coerenza stilistica che non ammette eccessi. Le porzioni sono calibrate in modo da suggerire una successione narrativa, quasi che ogni assaggio fosse un capitolo di un racconto gastronomico in divenire.
Non è facile individuare singole ricette simbolo; piuttosto, l’esperienza si disvela in un dialogo continuo tra familiarità e nuove interpretazioni. Il risultato è una cucina che concede spazio all’essenzialità, provocando il palato senza mai disorientarlo, e che trova nel rispetto per la materia e nell’equilibrio delle componenti il proprio tratto più convincente.
