Affacciandosi sulle sfumature profonde dello Stretto, Vecchio Porto trasmette, fin dall’ingresso, una sensazione di autentica connessione con la Calabria più verace. Le grandi vetrate incorniciano il panorama marino, lasciando entrare quella luce limpida che dialoga con l’arredo sobrio, ravvivato da dettagli in legno chiaro e qualche tocco di eleganza mediterranea: un ambiente informale, capace di tradurre la genuinità locale in una raffinatezza mai scostante.
La filosofia di cucina qui segue un principio chiaro: restituire purezza ai sapori, valorizzando la materia prima senza filtri superflui. La scelta delle verdure, sempre stagionali, e del pescato, acquistato direttamente dai pescherecci del posto, riflette un legame vivido con la terra e il mare circostanti. Lo chef interpreta i prodotti come narratori di una storia comune: i piatti seguono uno stile che evita elaborazioni eccessive, privilegiando preparazioni che rispettano i profili naturali degli ingredienti.
Le portate arrivano al tavolo composte con una cura che invita a percepirne ogni dettaglio. Spicca l’attenzione alle cromie e alle consistenze: il crudo di pescato, ad esempio, si distingue per freschezza e fragranza, accompagnato da emulsioni leggere che non ne coprono mai la delicatezza. I primi piatti, spesso incentrati su paste fresche tirate a mano, sorprendono per la capacità di evocare ricette tradizionali senza perderne l’identità più schietta; la scelta di condimenti semplici, come sughi a base di pesce azzurro appena scottato, rimane il filo conduttore di una proposta fedele alle origini.
Non si percepiscono forzature o artifici nel menu: ogni piatto comunica una coerenza stilistica che rifugge le tendenze passeggere e valorizza il territorio con misura. I dolci propongono chiusure mai pesanti, giocate su frutta locale e ingredienti genuini, coerenti con un percorso che trova nell’equilibrio il proprio tratto distintivo.
Vecchio Porto mostra, in ogni elemento della sua cucina, una lucidità progettuale che poggia sull’ascolto della natura circostante. L’esperienza si sviluppa come racconto sensoriale: qui, la Calabria si assapora senza inganni, in una sinfonia misurata di profumi, colori e sapori che parlano con chiarezza e autenticità.
