È una storia d'amore ormai consolidata quella che lega la moda al cibo. Due universi paralleli che si incontrano sempre più frequentemente, con ristoranti e locali griffati. Ultima, in ordine di tempo, l'avventura nel mondo dell'enogastronomia di Tommy Hilfiger, brand statunitense fondato nel 1985 dall'omonimo stilista, che ha inaugurato a Milano il primo Tommy's Cafe del mondo. Un progetto pilota che parte dalla capitale della moda italiana, destinato a diventare un format e un modello di sviluppo per il brand. Un'avventura che segue quella della maison Gucci, che in tutto il globo ha legato il proprio marchio alle Osterie by Massimo Bottura, e che a Firenze ha aperto lo scorso anno il suo primo caffè e cocktail bar, Gucci Giardino 25.
Tra i pionieri del binomio fashion & food c'è Armani, che con il suo Nobu, il ristorante del "Re del Sushi", da tempo ha conquistato gli amanti del Giappone e della sua cucina, mentre tra le new entry nel settore c'è Ralph Lauren. Sono tante le aperture nel segno della moda che stanno arricchendo il panorama gastronomico italiano: ecco qui di seguito tutti gli indirizzi delle griffe che dovete conoscere, con un'anima un po' fashion e un po' gourmet.
I cocktail bar e i caffè dei brand di moda
Non solo ristoranti. Tra le ultime novità in fatto di fashion&food, troviamo alcuni cocktail bar e caffè. La mixology, del resto, rappresenta un ambito sempre più al centro di sperimentazioni, su cui restano puntati i riflettori. Nuove esplorazioni all'orizzonte: ecco i cocktail bar e i caffè dei brand di moda da non perdere.
Tommy's Cafe, Milano
Foto Marco Bartolini
Ha inaugurato a febbraio 2023 il Tommy's Cafe, il primo bar targato Tommy Hilfiger nel mondo. Si trova a Milano, in piazza Oberdan 3, nel cuore di Porta Venezia, in una posizione decisamente privilegiata, al fianco del concept store esperienziale del brand, fresco di restyling. Il nuovo locale viene definito "un'estensione naturale in chiave food" della boutique, cui lo accomuna la stessa cultura pop e la forte impronta statunitense. Si tratta di un progetto pilota, proprio perché sviluppato parallelamente all'adiacente concept store, che oggi rappresenta lo spazio più all'avanguardia del marchio a livello globale, oltre a essere il primo in Europa. Negozio e caffetteria si fondono nell'accogliente cortile esterno, dove è possibile mangiare. "Al caffè abbiamo recuperato il tema della musica, che caratterizza lo store, dando al locale un carattere in questa direzione", racconta il bartender Riccardo Brotto, che per la drink list si è ispirato a brani iconici della musica pop-rock. Ecco allora sottopiatti e sottobicchieri in vinile, oltre a signature cocktail che spaziano dal Bitter Sweet Simphony (con Vodka, Rosolio al Bergamotto, Prosecco, Pompelmo Rosa) al Blowing in the wind (con Bourbon, Nixta, Sciroppo Pepe Nero, Limone, Albumina). "Nella prossima drink aggiungeremo il link a Spotify per ascoltare il brano di riferimento", precisa il bartender.
Per quanto riguarda la proposta food, ci sono i piatti di Zerobriciole, il catering che cura tutta l'offera gastronomica del locale: da non perdere il Lobster Roll servito al brunch, mentre all'ora dell'aperitivo il consiglio è di affidarsi alla Tommy Yummy, una mini degustazione di Pulled pork, Vitello tonnato, Smørrebrød e Veggy. Dalla cucina, a pranzo e a cena, ecco anche il goloso Pulled York Sandwich e piatti che spaziano dalla Caesar Salad a Riso, Patate e Cozze. Lo spazio è caratterizzato da un'estetica pulita e moderna, in linea con lo stile del brand, con pavimenti in parquet a spina di pesce e dettagli rossi e bianchi, i colori iconici di Tommy Hilfiger. Non mancano materiali ricavati da tessuti riciclati per gli arredi e un'illuminazione originale, oltre a opere di artisti di fama internazionale, come "I Love Italy" di Mr. Brainwash, il vinile personalizzato "Start Me Up" di John O'Hara, "Eroded Brillo Box" di Daniel Arsham e l’opera "Campbell's Soup Cans" di Andy Warhol, donata personalmente da Tommy Hilfiger al negozio di Milano.
Gucci Giardino 25, Firenze
Foto courtesy Gucci
Ha aperto il 14 febbraio 2022 Gucci Giardino 25. Nuovo progetto della maison di moda, che ora scommette per la prima volta su caffè e cocktail bar. E lo fa con il suo inconfondibile stile, nella città della mixology italiana per eccellenza, Firenze, dove ha celebrato il matrimonio con il food con Gucci Osteria by Massimo Bottura. In piazza della Signoria, ecco una location che fonde il mood toscano con le atmosfere raffinate della griffe, fra travi in legno e divani. Un locale che si aggiunge alla proposta del Gucci Garden, spazio multidisciplinare ideato dal direttore creativo Alessandro Michele e inaugurato nel gennaio 2018. Il nome? Giardino 25 si rifà a numero significativo per Michele, ricorrente nelle sue creazioni. Lo spazio trae ispirazione dallo storico fioraio che un tempo occupava questi locali e fonde i codici della maison con il contesto fiorentino, tra colori e profumi ispirati proprio ai negozi di fiori. Si caratterizza parquet di rovere con intarsiate stelle a otto punte, tavoli che riflettono la luce del soffitto, colonne con capitelli intagliati, pannelli giallo senape, piastrelle a specchio in rilievo dietro il bancone e salottini intimi che accolgono fino a sedici ospiti su divani e sedie in pelle blu pavone.
Con un mood a metà tra bottega fiorentina e bistrot francese, Gucci Giardino 25 propone tutto il giorno piatti leggeri e stagionali, a pranzo e a cena, che si ispirano ai prodotti della campagna toscana. A partire dalla prima colazione, che include specialità di pasticceria italiana, oltre a creazioni ispirate al Giappone e al Messico. Non manca la proposta dell'Afternoon Tea, con una selezione di infusi e tè accompagnati da piatti dolci e salati, mentre per il caffè c'è una selezione di miscele speciali. Dietro al bancone di marmo lucido? C'è la giovane bartender Martina Bonci, che si prepara a offrire una proposta mixologica d'autore, pronta a soddisfare i palati più esigenti, con creazioni che vanno dal Mémoire di Negroni, un omaggio al celebre cocktail nato a Firenze più di un secolo fa, al 1921, un drink analcolico dai sapori terrosi, che riprende nel nome l'anno di fondazione di Gucci.
Replay e The Stage, Milano
Sì, avremmo potuto segnalarlo tra i ristoranti, visto che la location vanta aree distinte: American bar, caffè e ristorante. Ma senza dubbio questo indirizzo si distingue sin dalla sua fondazione per la qualità dei cocktail, oggi proposti da Santino Calderone, che ha preso le redini del bancone dopo Francesco Cione. Una creazione liquida vale il viaggio a Replay The Stage, a Milano. In questo senso possiamo affermare che la griffe è stata tra le prime a scommettere sui drink di qualità. Qui sembra di essere nel cuore di una nave, nel bel mezzo di un set cinematografico, sopra il negozio Replay di Piazza Gae Aulenti. La direzione della cucina, invece, è affidata a Elias Caschili, chef di esperienza internazionale nella catena dei Four Seasons Hotels. La cucina è golosa concreta, di quella che - cambiato piatto - potresti mangiare tutti i giorni.
The Bar at Ralph Lauren, Milano
Ha inaugurato da poco, a novembre 2021, The Bar at Ralph Lauren, la prima hospitality experience d’Italia del luxury brand statunitense Ralph Lauren. Si trova a Milano, nel quadrilatero della moda, nel nuovo flagship store milanese in Via della Spiga. Al piano terra, ecco uno spazio intimo, che si caratterizza per uno stile di inizio secolo, affacciato sul cortile interno con giardino. Divanetti in cuoio, marmo, pannelli in legno scuro e dettagli in ottone omaggiano lo stile di vita equestre, caro a Ralph Lauren. La proposta? Cucina americana che si rifà ai piatti preferiti di Ralph Lauren, ma anche cocktail come il Ridgway Margarita, il Manhattan o un Old-Fashioned.
I ristoranti dei brand di moda
Moda, ricerca della bellezza e attenzione al gusto oggi fanno rima. I grandi brand della moda hanno capito che offrire un vero servizio di alta cucina, attento all'estetica e all'ingrediente, è fondamentale per fidelizzare e soddisfare un cliente che ha il "naso" per l'eccellenza e che, quando si siede a tavola, vuole la stessa bellezza e la stessa cura che trova negli abiti e negli accessori che veste. Ecco perché, sempre più, i brand della moda si "legano" a grandi firme.
Bulgari e il tristellato Niko Romito, Milano
Molti di voi ricorderanno il matrimonio tra Bulgari e Romito: è stata una delle liaison più "raccontate" e attese in assoluto. Lo chef 3 stelle Michelin Niko Romito ha accettato di curare la ristorazione e la proposta gastronomica firmata Bulgari in tutto il mondo. La decisione ha portato alla creazione, da parte dello chef, di una Nuova Cucina Italiana Contemporanea, che mantiene la sua identità da Milano a Pechino, da Shangai a Dubai. Ultima, l'apertura a Parigi, all'interno del nuovo Bulgari Hotel. Qui la proposta gastronomica è caratterizzata da un'eleganza bilanciata e da un fascino discreto, che ripropone un "Giro d'Italia del Gusto" istruttivo e piacevole, ricco di spunti interessanti. Di tradizione in tradizione, di regione in regione, Romito mette nel piatto dell'ospite i suoi anni di studio sulle eccellenze italiane. Il percorso di degustazione inizia dal pane, sempre al centro della tavola, prezioso, da "pensare" come portata a sé, non solo per il suo gusto, ma anche per il suo valore simbolico che, da sempre, segna la storia degli uomini. Da non perdere il colorato carosello di antipasti, gli Spaghetti al pomodoro e la cotoletta "da chef". Anche i vini sono "fashion". Da Bulgari infatti si beve Podernuovo, nato dall'idea di Giovanni Bulgari.
Dsquared2, Elio Sironi e Ceresio 7, Milano
Mood rilassato e newyorkese per questo ristorante che si trova all'ultimo piano dell'edificio che appartiene ai gemelli "fashion" fondatori di Dsquared2. Era il 2013 quando Edoardo Grassi, Luca Pardini e Marco Civitelli, professionisti dell’alta ristorazione e dell’ospitalità di lusso, insieme agli stilisti canadesi Dean e Dan Caten e allo chef Elio Sironi, hanno deciso di dare vita a quella che, ai tempi, era una formula innovativa e che oggi viene replicata da molti: stiamo parlando di un mix bilanciato di cocktail Bar & Restaurant, inteso nell’accezione più internazionale del termine. Diciamo che, da Ceresio 7, sono stati i "precursori" di un approccio smart casual che unisce qualità e relax, che oggi la fa da padrone (basti pensare al continuo fiorire di formule bistrot).
La galassia Armani a Milano
Sono tante e diverse le proposte firmate da "Re Giorgio". Nell'edificio di via Manzoni a Milano c'è solo l'imbarazzo della scelta. Oltre al già citato Nobu, c'è l'Armani Ristorante, il fine dining all'ultimo piano, con piatti firmati dallo chef Francesco Mascheroni, che si distingue per un focus sui prodotti italiani in chiave creativa e per l'elegante locationdeclinata nei toni del bianco e del nero (con bella vista su Milano). Allo stesso indirizzo, ma al piano terra, con tanto di dehors, c'è l'Emporio Armani Caffè e Ristorante, un luogo per foodies da vivere dal mattino fino a tarda sera, dove il menu è firmato dallo chef Ferdinando Palomba.
Massimo Bottura e Gucci Osteria, Firenze
In pochissimo tempo è diventato uno dei must degli amanti di moda e alta cucina, a riprova del fatto che tutto quello che tocca Massimo Bottura diventa oro (non solo il pane). Nella centralissima Piazza della Signoria, Gucci Osteria si trova all'interno del Gucci Garden, il trecentesco Palazzo della Mercanzia, sede del Museo Gucci. In cucina la chef Ana Karime Lopez Kondo, che nel 2019 ha conquistato una stella Michelin. Tra le proposte, si va dai tortellini al Parmigiano Reggiano alle tostadas peruviane, dai pork belly buns al risotto ai funghi. «Il ristorante vuole celebrare Firenze come importante centro di scambi culturali, in particolare durante il Rinascimento» raconta Massimo Bottura. Dopo il successo italiano, Gucci Osteria ha aperto anche a Los Angeles, con lo chef Mattia Agassi che da poco ha conquistato una stella Michelin, a Tokyo ed è in arrivo pure a Seoul, tra le prossime aperture degli italiani all'estero.
Fendi e il ristorante giapponese Zuma, Roma
Dall'originaria sede di Londra a New York, da Dubai a Hong Kong, Zuma è approdato da diversi anni a Roma. Il ristorante giapponese si trova a Palazzo Fendi, nel pieno centro di Roma. La cucina è giapponese contemporanea in un ambiente elegante ma, allo stesso tempo caldo, con terrazza che regala una vista mozzafiato su Roma. Tra i piatti da non perdere il tonno scottato con daikon, peperoncino e ponzu, il goloso Maiale iberico con yuzu e salsa al tartufo e il Tortino di banana e tè verde con gelato al cocco e toffee di arachidi.
Prada, la Pasticceria Marchesi 1824 e il ristorante Torre, Milano
Tra i primi incarichi che sono stati affidati a Lorenzo Bertelli, ex pilota di rally, erede designato della galassia Prada, c’è la cura del filone pasticceria di lusso. La famiglia Bertelli ha acquisito nel 2014 la storica Pasticceria Marchesi (fondata nel 1824 nel cuore di Milano, in via Santa Maria alla Porta). Da qualche anno la troviamo in via Montenapoleone, in Galleria Vittorio Emanuele II, sopra la boutique Prada Uomo, ma anche a Londra, nel quartiere di Mayfair. Alla regia del laboratorio è arrivato il maestro Diego Crosara, campione del mondo di pasticceria, che ha senza dubbio apportato un valore aggiunto al brand e alla produzione che spazia dalla prima colazione alla pausa pranzo, passando per l'aperitivo. Inutile precisare che in tutte le location lo stile e il tocco di Prada è presente eccome. A partire dalla divisa del super pastry chef, rigorosamente griffata Prada.
In Fondazione Prada, invece, c'è il Ristorante Torre, ospitato al sesto piano dell’omonimo edificio della Fondazione Prada, progettato da Rem Koolhaas nel 2018. La presenza di opere d’arte ed elementi di design rende unica l’atmosfera del ristorante e del bar. La sua terrazza e le ampie vetrate rivelano una prospettiva inedita sulla città di Milano. La proposta gastronomica del ristorante Torre prevede un menu italiano ispirato alle migliori tradizioni regionali, mentre i dessert reinterpretano i grandi classici della pasticceria. Buona la selezione di vini, composta da etichette italiane e internazionali. Da non perdere il Bar Luce, bar/bistrot senza troppe pretese gastronomiche, dai prezzi non eccessivamente elevati, che attira gli Instagrammers cittadini e non solo, con il suo design unico, curato da Wes Anderson, regista statunitense dall'estetica pop e rétro.
Leone Marzotto e Peck, Milano
Di dinastia in dinastia, ecco arrivare anche Leone Marzotto, 36 anni, grande appassionato di cibo il più giovane della dinastia di imprenditori del ramo tessile. Oggi è a capo di Peck, il tempio della gastronomia fondato a Milano nel 1883. Da provare il ristorante di City Life: tra i signature dish ci sono sicuramente la costata di manzo, il risotto giallo con ossobuco, la cotoletta alla milanese. Non mancano piatti tradizionali come il lesso, la cassoeula, le carni allo spiedo, o prodotti non comuni come la lingua salmistrata o il marbré. Si può anche mangiare e fare l'aperitivo in gastronomia: gli antipasti sono pensati per la condivisione e per dare modo ai commensali di scoprire più sapori. Le proposte variano dall’insalata russa, al paté, dai gamberi in salsa cocktail allo storione, fino al vitello tonnato e la famosa bresaola secondo la ricetta di Peck.
Articolo a cura di Mariarosaria Bruno e Annalisa Cavaleri