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Cracco in Galleria - intervista allo chef

Gondole, uova giganti e timballi regali: il nuovo libro di Cracco è l’opera d'arte che non ti aspetti

Cracco in Galleria: un libro in verticale

Il libro riprende la struttura architettonica di Cracco in Galleria, uno spazio che ha segnato non solo le cronache gastronomiche, ma il lifestyle meneghino: per la prima volta, nel 2018, nel Salotto di Milano entrava la cucina stellata, con un approccio innovativo e diversificato: tanti piani a rappresentare momenti differenti della giornata e dell’offerta culinaria, dal caffè al ristorante. 

Il libro racconta tutti i piani, la verticalità di questo progetto. Si parte dal bistrot con la parte del mattino, dedicata alla colazione: ci sono le brioche e tutto ciò che rientra nel tema della pasticceria; si sale al primo piano dove c'è il ristorante con il fumoir, dove si può consumare qualcosa separatamente, avendo la possibilità di fumare o di bere un drink; si sale ancora alla Sala Mengoni, lo spazio dedicato agli eventi, dove ci sono piatti classici, ma rivisti, che danno il senso della festa; poi, c’è la cantina con i vini, i salumi e i cibi che si possono consumare in piedi o seduti, ma in maniera semplice e veloce”, illustra lo chef. 

Il risultato? Piatti che diventano vere e proprie icone, in una visione surreale, irriverente e divertita della cucina, con più di 70 ricette, dall’aperitivo alle portate principali, che rivelano i segreti di una figura centrale del panorama gastronomico italiano e internazionale. Tra i piatti simbolo, che raccontano gli spazi di Cracco in Galleria? “La veneziana al caffè bistrot; l'Insalata russa caramellata, che in questo caso ha la forma del cuore, al ristorante; il Timballo di pasta in Sala Mengoni, un pasticcio regale, ricoperto di pasta brisée con dentro le polpette, la crema, di tutto e di più; i salumi in cantina”, spiega Cracco. 

Un libro fatto di immagini colorate sospese tra sogno e realtà, tra visioni raffinate e iperrealismo gastronomico. Lo scatto che ha regalato maggiore soddisfazione a Cracco? “L'uovo in Galleria: un piatto gigante con il tuorlo al centro dell’Ottagono, dove un tempo si poteva esporre, oggi non più, ma abbiamo chiesto di poterlo mettere per realizzare la foto. Il tuorlo simboleggia la nostra storia”, dice Cracco. Uno chef che ha dettato lo stile, anticipato, provocato, ma soprattutto cucinato, regalando visioni inedite, senza mai perdere l’eleganza, come solo i grandi personaggi possono permettersi di fare. Ma Cracco si sente un’icona pop? “No, io sono molto più schiscio, come si dice a Milano, anche se un po’ provocatore: cerco sempre di guardare avanti, ma non mi piace diventare un simbolo. Mai dare un riferimento unico, bisogna cercare sempre di alzare l'asticella". E il libro ne è un esempio.

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