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Michelangelo Mammoliti La Rei Natura - serra

3 motivi per cui dovresti provare La Rei Natura, nuovo Tre stelle Michelin italiano

Scoprire la neurogastronomia 

Mammoliti ha definito il suo approccio creativo alla cucina come neurogastronomia. Perché l’atto di creare piatti e preparare da mangiare non è altro che un viaggio nella propria mente. “Quali sono i ricordi più importanti della nostra vita? Quali sono le memorie impresse più nel profondo? Cosa ci ricorda un profumo, un odore, un sapore?”. Queste le domande a cui risponde lo chef attraverso il percorso degustazione Emozione, un menu di istantanee che prendono vita dalla sua infanzia. 

Ma che cos’è la neurogastronomia? “Sono da sempre convinto che i ricordi più intimi legati al cibo risiedano in una parte remota della nostra mente, dove sono entrati in tenera età, o magari anche più avanti negli anni. Hanno però tutti la stessa matrice, sono connessi a un momento bello, che ci ha fatto stare bene e che mai dimenticheremo”. Così chef Mammoliti spiega l’approccio alla neurogastronomia, con l’idea di far rivivere, attraverso le proprie creazioni, una memoria gustativa lontana, un ricordo, magari nascosto nell’inconscio: dal sapore di una grigliata di un giorno di festa al profumo della cucina della nonna, sino al bagaglio gustativo, figlio di nuovi stimoli e nuovi ricordi, capaci di trasformare il pasto in un’esperienza fatta di memoria e rielaborazioni, di immagini della coscienza e rievocazioni… un insieme di elementi che vanno oltre l’idea della degustazione gastronomica. 

Mettere l’emozione al centro del piatto è forse il segreto del nuovo tre stelle Michelin, alla ricerca di un sentimento, di un moto d’animo autentico, intimo e profondo. “I piatti si guardano, si annusano, si masticano, a volte si toccano. E alla fine è il cervello a rielaborare tutti quegli input e a decidere dove posizionare un determinato ensemble di sapori e di suggestioni, se riservargli un posto nella memoria a breve termine, oppure scolpirlo nella corteccia più profonda”, spiega lo chef. A questo proposito, Mammoliti ha realizzato uno studio ad hoc con la dottoressa Maria Francesca Collevasone, sulla memoria cognitiva e sul sistema limbico: un’analisi che lo ha aiutato a decifrare i suoi ricordi, per poi dare forma alle emozioni e tradurle in piatto. Così è nata, per esempio, la ricetta del suo BBQ, uno spaghetto al barbecue cotto in estrazione di prosciutto di Cuneo, che ha la consistenza di un ricordo di quando era bambino e la mamma e la nonna preparavano insieme le grigliate, la domenica a pranzo. 

Vivere un’esperienza gastronomica dinamica 

Quando si affronta un percorso gastronomico in un ristorante stellato, spesso si sta seduti allo stesso tavolo per ore. Ebbene, dimenticate questo approccio… Perché a La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti, tutto lo staff di sala, giovane e molto professionale, ti consente di vivere un’esperienza più dinamica. A seconda del momento della degustazione, infatti, si passa da una sala all’altra. 

Per accogliere il progetto di Mammoliti, le sale del ristorante sono state completamente riviste sia nel layout che nelle finiture. Il progetto è stato affidato al designer d’interni Stefano Guidotti, una firma di riferimento quando si tratta di tradurre l’idea di cucina degli chef in architettura, attraverso un restyling sartoriale. Negli ambienti prevale la natura, in un gioco di continuità tra il dentro e il fuori, tra il ristorante e il territorio collinare che entra in sala attraverso le vetrate e diventa parte integrante della degustazione. 

Così, se le pareti sono rifinite in terra cruda, uno dei materiali da costruzione più antichi, grazie al lavoro di Matteo Brioni, il vetro-mattone definisce le trasparenze che scandiscono il lungo corridoio-galleria e le teche che ripartiscono in microambienti la grande sala. Tutti dettagli studiati per il layout del ristorante, che viene articolato in tre ambienti distinti, a rappresentare altrettanti momenti in cui si sviluppa la proposta dello chef. L’idea è quella di farti vivere le diverse fasi del percorso gastronomico in un luogo preciso, in modo da creare un percorso fisico che segue lo sviluppo della degustazione. Ecco allora lo spazio dedicato all’aperitivo, la sala in cui prende vita la parte centrale del menu e, infine, l’ambiente dedicato al dolce, dove pastry chef e cuochi preparano a vista i dessert e la piccola pasticceria. Un percorso gastronomico che corrisponde a un itinerario fisico all’interno del ristorante. Dinamico, originale e immersivo.

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