Pizza e calcio sono le grandi passioni di Roberta Esposito, diventate entrambe un vero mestiere. La pizzaiola de La Contrada di Aversa e di Marita a Roma ci racconta come coniugare due mondi così lontani solo all'apparenza.
Ho iniziato a sporcarmi le mani con la pizza già da ragazzina. La Contrada era il ristorante-pizzeria di famiglia e ho iniziato a 13 anni a darmi da fare. Un po’ stavo in sala, un po’ stavo accanto al pizzaiolo, un po’ per gioco, ma poi è diventato un mestiere. Fra una pallina di impasto e una pizza “ammaccata”, accade un giorno che il pizzaiolo non stava bene e sono stata messa al comando del forno. Era un sabato, sala piena, ma me la sono cavata. Da lì, la domanda è sorta
spontanea: "Ma perché la pizza non la fai tu?".
È stato l’inizio di un percorso che mi ha portato a creare uno stile tutto mio, che si discosta da quello napoletano, con un impasto leggero e un cornicione croccante, frutto di prove e di un coraggioso cambiamento. Il calcio? Anche quella è stata una passione, un gioco, che a un certo punto è diventato una cosa seria. Qui si va ancora più indietro, a quando avevo già 6 anni e palleggiavo nel parco sotto casa. Ora ho superato i quaranta, quindi immaginate tutto questo oltre trent’anni fa, papà era incuriosito quando mi vedeva giocare a calcio con gli amichetti… ed ero più brava dei maschietti. Ma non c’erano squadre femminili all’epoca, così trovammo una squadra a Paestum, mi portava a Salerno per gli allenamenti, ho fatto anche un provino per il Milan. Alla fine, sono arrivata anche a giocare in serie B, ma poi ha vinto la passione per la pizza.