Un dolce poco dolce, che profuma di ricordi e di sapori genuini. La ciambella romagnola della ricetta originale è senza buco, non è morbida, e somiglia a un filone di pane, però coperto da una pioggia di zuccherini. Perché la tradizione vuole che ogni fetta di ciambella dura romagnola sia intinta nel vino a fine pasto oppure ammorbidita nel tè, nel caffè, nel latte della colazione. La brazadela romagnola si gusta così. E poi si sperimentano le varianti. Nella libera interpretazione si modifica la preparazione per ottenere una ciambella romagnola morbida, magari con anche il buco, ma forse poco brazadela.

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Ciambella romagnola (brazadela)
Farina 00: 300 g
Uova: 2
Burro: 80 g
Zucchero Semolato: 130 g
Lievito per Dolci: mezza bustina
Liquore all'anice: 15 ml
Scorza di limone: 1
Sale: un pizzico
Latte: per spennellare
Zucchero: granella, per guarnire
Grattugia la buccia di un limone, unisci alla farina e aggiungi lo zucchero semolato.
Con questo mix forma una fontana e dentro cui dovrai versare gli altri ingredienti necessari per preparare la ciambella romagnola.
Rompi le uova e versale al centro della fontana, unisci il burro ammorbidito, aggiungi un pizzico di sale e il liquore all’anice.
Comincia a mescolare il tutto con le mani. Devi lavorare bene, fino a ottenere un impasto omogeneo, della consistenza di una frolla morbida ma molto compatta.
Quando l’impasto è liscio, omogeneo e compatto, è arrivato il momento di dargli la foglia tipica della ciambella romagnola, allungata e bombata come un filone di pane.
Ricopri una teglia o la leccarda con carta da forno, adagia l’impasto, spennella la superficie della brazadela romagnola con il latte e cospargi con una pioggia di granella di zucchero.
Inforna per 40 minuti a 180° gradi in forno statico.
Estrai dal forno la ciambella romagnola e lasciala raffreddare prima di servirla già tagliata, a fette piuttosto larghe.
Trucchi e consigli
Ai bambini il sapore dell’anice non sempre piace. In questo caso, conviene sostituire l’anice con la vaniglia, che rende la brazadela più dolce e altrettanto profumata oltre che delicatamente aromatizzata. Per velocizzare i tempi della preparazione, puoi impastare anche nel robot da cucina, se hai l’apposito gancio a foglia oppure nella planetaria.
Ricorda che, secondo la tradizionale ricetta la ciambella romagnola deve essere dura, non secca. Per cui tienila sotto controllo quando è nel forno, e fai sempre la prova dello stecchino: infilalo a fondo nella ciambella e se esce pulito è ora di sfornare, anche se il tempo indicato non è trascorso del tutto.
Ricorda di scegliere solo limoni con la buccia non trattata, ovvero quelli che recano l'indicazione buccia edibile. E fai attenzione a non grattugiare in profondità per non prelevare la parte bianca interna della scorza che è amara.
Varianti della ricetta
La ciambella romagnola nella ricetta originale è davvero irresistibile. Forse sarà per questo che molti vogliono provare a gustare anche la versione della ciambella romagnola morbida. Per ottenere un impasto soffice che si gonfia durante la cottura, basta sbattere i rossi con lo zucchero e montare, in un’altra ciotola, i bianchi. I bianchi montati a neve vanno poi uniti all’impasto, come ultimo passaggio, prima di versarlo nella teglia da ciambellone e infornare. Bisogna fare attenzione a incorporare delicatamente nell’impasto l’albume montato a neve, senza schiacciare ma girando dal basso verso l’alto.
Un’altra alternativa della classica ciambella dura romagnola prevede semplicemente l’aggiunta di uvetta, sulla falsa riga del Buccellato lucchese. Da Ferrara a Bologna le varianti della ricetta originale si differenziano per piccole aggiunte o esclusioni: se, per esempio, la scorza di limone è una certezza ovunque, non è lo stesso con la vaniglia, con l’anice o con le scorzette di arancia. Basta spostarsi tra città, paesi e famiglie, che la ciambella romagnola ha una sua ricetta, con o senza qualche nota aromatica. Quel che si conferma certa è la base: leggera, delicata e biscottata sotto i denti.
Conservazione
La ciambella romagnola morbida o dura è ottima appena fatta, però si mantiene buona anche per tre o quattro giorni. L’importante è conservarla sotto una campana di vetro. Si possono anche impacchettare le fette singolarmente e conservarle nel congelatore, già pronte da consumare in comode monoporzioni.