Dietro le vetrate ampie di Aalto si percepisce subito una scelta estetica essenziale e contemporanea, fatta di linee pulite, materiali tattili come il legno chiaro e tocchi di design dalle geometrie misurate. L’ambiente, arioso ma raccolto, si presta a una degustazione intima, quasi meditativa, sottolineata dalla luce soffusa che si riflette sulle superfici e accentua l’eleganza di ogni dettaglio.
Sul tavolo, la filosofia di Takeshi Iwai prende vita in piatti che sposano immaginario italiano e tecnica giapponese, ma senza concessioni a facili fusioni. Ogni portata è frutto di un equilibrio accurato: i sapori si dispiegano netti, riconoscibili, giocando sulle consistenze e su una purezza che rende protagonista ogni ingrediente. L’approccio dello chef non cede al gusto spettacolare: preferisce invece una precisione sobria, sostanziata da studio e da una coerenza formale che attraversa tutto il menu.
Nei piatti la presentazione sposa il rigore estetico tipico della cultura nipponica, con elementi disposti con grazia calibrata su ceramiche scelte con cura. Da una portata di pesce che valorizza la freschezza marina senza sovrastrutture, a interpretazioni di verdure di stagione trattate con metodica attenzione, la cucina si racconta attraverso tratti decisi ma mai ridondanti, facendo emergere una composizione sempre riconducibile a una limpidezza di intenti.
Aalto non gioca con le mode né rincorre l’effetto sorpresa. Il percorso proposto vive della sua capacità di esprimere una visione culinaria meditata e personale, dove ingredienti, esecuzione e presentazione trovano sintonia nell’asciuttezza del gesto. Ogni dettaglio, dagli accostamenti cromatici nei piatti all’architettura sobria della sala, contribuisce a un’esperienza che invita ad ascoltare i sapori senza distrazioni, in un’atmosfera in dialogo costante con l’identità contemporanea della città.
L’impressione complessiva è di una cucina consapevole: priva di eccessi e sempre fedele a un pensiero gastronomico preciso, che si prende il tempo per riflettere sull’essenza di ogni materia prima. In questa prospettiva, la proposta di Aalto si distingue per una chiarezza stilistica che si coglie sia nel piatto sia nell’ambiente, senza perdere mai il filo conduttore dell’armonia e dell’autenticità.
