Azotea si lascia riconoscere fin dall’ingresso, dove le linee essenziali degli arredi e la luce soffusa filtrata da grandi finestre fanno da cornice a un’atmosfera densa di attesa. I toni caldi del legno e gli accenti minimalisti richiamano sia l’estetica nipponica che una vibrante energia sudamericana, suggerendo subito il carattere di una cucina che si muove tra mondi distinti. Il sottofondo discreto favorisce la concentrazione sui dettagli visivi della tavola: ceramiche artigianali, giochi di cromatismi nei piatti, elementi di design che rimandano a un viaggio tra estetica e gusto.
Matteo Fornaro e Giovanni Saracino impostano la loro proposta su un equilibrio dinamico tra rigore tecnico e istinto creativo. Emerge una filosofia identificabile: raccontare Perù e Giappone non attraverso fusioni forzate, ma attraverso il rispetto delle singole identità, mescolando tecniche del Sol Levante e ingredienti luminosi di matrice andina. Si percepisce nelle preparazioni crude, dove la precisione dei tagli e la pulizia dei sapori diventano un invito all’ascolto del prodotto nudo, oppure nelle salse, che avvolgono senza mai mascherare.
La scelta degli ingredienti, sempre mirata a valorizzare freschezza e carattere, si traduce in piatti che privilegiano colori vividi, accostamenti inusuali ma misurati. Le marinature, tipiche della tradizione peruviana, si fanno leggere e trasparenti; dall’altra parte, la disciplina nipponica si riflette nella costruzione di cada dettaglio. Nessun piatto sembra prevaricare, ma ogni proposta invita a un’esplorazione che si gioca su contrasti calibrati: acidità accennate, dolcezze soffuse, note vegetali che bilanciano consistenze più robuste.
L’attenzione per la presentazione è minuziosa, ma non ostentata. Le portate vengono composte in modo da rendere omaggio tanto alla materia prima quanto all’atto del mangiare: nulla appare casuale, nemmeno la disposizione degli elementi sul piatto o la temperatura di servizio. L’esperienza che ne scaturisce è nitida, essenziale, con una cifra stilistica che lascia spazio alla lettura personale, sostenuta da una combinazione di rigore e naturalezza. Azotea si distingue così non tanto per la ricerca di effetti speciali, quanto per la capacità di mantenere un equilibrio costante tra innovazione e radici, portando in tavola una sintesi sincera e precisa di due universi gastronomici.