Curiosità, attenzione ai dettagli e rispetto per la materia prima: sono queste le coordinate lungo cui si definisce l’identità de Il Chiosco di Bacco. Nell’ambiente dominato da travi in legno a vista e toni caldi, la sala si apre su un elegante equilibrio fra rusticità e raffinatezza, con richiami discreti alla tradizione emiliana. La luce naturale filtra sulle tavole senza fronzoli, arredate con sobrietà, lasciando che sia la cucina a catturare la scena.
La mano dello chef Cristian Semprini appare chiara nella scelta di uno stile che unisce radici locali e una ricerca costante, senza artifici. La cucina di Il Chiosco di Bacco non indulge in effetti speciali o accostamenti forzati: piuttosto verte sulla stagionalità e su ingredienti scelti con cura, presentati in composizioni essenziali e armoniche. Nei piatti, le cromie degli ortaggi freschi e il profumo del pane appena sfornato si fondono con le note più avvolgenti della carne o con la delicatezza di pesci e crostacei. La presentazione rifugge dall’eccesso decorativo: ogni elemento sembra pensato per esaltare la materia prima, in armonia con l’idea di autenticità che guida la cucina dello chef.
Semprini interpreta la tradizione dell’Emilia Romagna attraverso una personale sensibilità per l’equilibrio dei sapori. Il rispetto dei ritmi della terra si traduce in una rotazione attenta del menu, senza scelte scontate. Ne emerge una cucina dove ogni ingrediente conserva la propria identità, valorizzato da cotture precise e da un impiego misurato dei condimenti. Non è raro che al tavolo arrivino combinazioni che raccontano il territorio senza chiudersi nel comfort della memoria, ma interpretate con leggerezza e accuratezza.
L’atmosfera raccolta del ristorante invita a una scoperta che coinvolge tatto, vista e olfatto: il legno caldo sotto le mani, i profumi che precedono i piatti in arrivo, le sfumature di colore nei dettagli della mise en place. La presenza nella Guida Michelin segnala non soltanto una qualità costante, ma una coerenza di visione che passa dal prodotto scelto fino all’esperienza sensoriale complessiva. Qui il gusto si dispiega senza eccessi, spesso sorprendendo proprio nella semplicità, manifestando una raffinata idea di contemporaneità gastronomica.
