Nel cuore di Bolzano, Lowengrube si afferma come uno spazio dove la cucina italiana si rinnova senza mai perdere il contatto con la propria essenza. L’atmosfera si caratterizza per un’eleganza essenziale: dettagli in legno chiaro, linee pulite, una disposizione degli spazi che suggerisce semplicità ma non rinuncia a una calda accoglienza. La luce, morbida e diffusa, accompagna la sala e valorizza le linee precise delle mise en place, lasciando che l’occhio cada con naturalezza sulle proposte dello chef Franco Davide.
Al centro dell’esperienza resta il menù, interprete di una filosofia che combina la memoria del territorio con una sensibilità moderna, mantenendo i sapori riconoscibili e mai travisati. La scelta delle materie prime privilegia qualità e stagionalità: qui, ingredienti tradizionali vengono trattati con tecniche attuali, capaci di esaltare gusti e consistenze. L’impatto visivo delle portate rivela una predilezione per le geometrie sobrie e per abbinamenti cromatici equilibrati; nulla appare ridondante, ogni elemento contribuisce all’identità del piatto senza sopraffare l’intensità dei sapori.
Nelle creazioni di Franco Davide si coglie una propensione verso l’armonia tra innovazione discreta e rispetto delle radici. La cucina evolve seguendo il ritmo della stagionalità, adattandosi senza rincorrere mode passeggere. I piatti evocano sapori familiari, ma introducono tocchi inaspettati: erbe aromatiche locali accostate a fondi delicati, ortaggi lavorati per preservarne integrità e fragranza, carni selezionate che raccontano storie del territorio attraverso una cottura misurata.
Anche la presentazione segue la medesima logica: porzioni calibrate, disposizioni attente a suggerire l’idea di una sperimentazione misurata e consapevole. L’esperienza complessiva porta con sé la sensazione di un equilibrio costante tra tradizione e ricerca, senza mai cadere in eccessi. L’inserimento nella Guida Michelin sancisce una visione coerente e riconoscibile, in cui la modernità si intreccia con la coerenza del gusto italiano, offrendo ai commensali un percorso gastronomico che non cede alle mode, ma trova forza nella propria identità discreta.