Un ingresso discreto anticipa la promessa di un’esperienza contemporanea: pochi tavoli distribuiti in una sala moderna ma sobria, dove legno chiaro e dettagli minimalisti creano una sensazione di intimità sofisticata. La luce naturale si rifrange dalle grandi vetrate, ammorbidita da pannelli tessili dalle tonalità neutre, mentre lo sguardo viene trattenuto da un panorama lacustre che sembra quasi far parte dell’arredo stesso. L’identità di Miranda si rivela in una cucina che si concede alla modernità senza rincorrerne le mode. Pasquale Spelgatti costruisce il suo percorso gastronomico attorno a una tensione costante tra innovazione ed equilibrio: ogni piatto arriva al tavolo come frammento di una visione personale, che rifugge l’eccesso per soffermarsi sul dialogo delle consistenze e delle temperature. Croccante e cremoso giocano spesso a rincorrersi, mentre un’attenzione meticolosa alla stagionalità guida la scelta degli ingredienti – ortaggi e proteine selezionate trovano così uno spazio naturale, mai forzato, nel racconto culinario. Nelle portate, la presentazione si affida a geometrie esasperate e colori nitidi. Un brodo trasparente avvolge con discrezione filetti di pesce d’acqua dolce, esaltando il contrasto tra la delicatezza del sapore e la precisione del taglio. Piccoli ortaggi primaverili vengono disposti come pennellate su fondi ridotti con cura, suggerendo una ricerca visiva che non rinuncia mai alla funzione gustativa. L’uso di erbe fresche, aromi appena sussurrati, accompagna la narrazione del piatto senza privarlo di immediatezza. Piuttosto che puntare tutto su una ricetta simbolo, il menu evolve coerentemente durante l’anno, scandito dalle materie prime migliori del territorio circostante e guidato da una filosofia che predilige l’essenzialità. Spelgatti descriverebbe il suo stile come una ricerca costante del punto di incontro tra purezza e invenzione, con una sorta di rigore gentile che attraversa ogni portata. L’esperienza, nel suo insieme, si fa percorso: non un’esibizione, ma una sequenza precisa di gesti e scelte stilistiche che sollecitano il palato senza mai affaticarlo. Miranda traccia così i contorni di una nuova cucina d’autore, in cui la modernità è ricerca quotidiana, mai compromesso.