C’è un senso di quieta autenticità che accoglie chi varca la soglia di Osteria 1126, un luogo dove la luce naturale filtra sui tavoli in legno chiaro, accarezzando le pareti leggere e la mise en place essenziale. L’atmosfera respira insieme alle stagioni: d’estate le finestre si aprono sul verde dei vigneti circostanti, mentre d’inverno il ritmo rallenta e la sala pare avvolgersi in un’intimità raccolta. Il design è sobrio, mai studiato, lasciando che siano i profumi a tracciare la prima vera impressione.
In cucina, Alberto Rini lavora con una filosofia chiara: esaltare l’essenza degli ingredienti toscani senza esercizi di stile fine a se stessi. Ogni piatto riflette una cura attenta nella selezione della materia prima – carni succulente e verdure che raccontano storie di orti vicini – e una sensibilità contemporanea nell’elaborazione, sempre rispettosa delle origini. Nelle proposte si percepisce la volontà di lasciare spazio alla materia, con composizioni eleganti che non cedono mai all’ornamento superfluo. Le portate si distinguono per equilibrio tra sapori netti e una successione di contrasti calibrati: la dolcezza della cipolla cotta lentamente bilancia l’intensità di un fondo bruno; un crumble salato offre una nota croccante che accompagna la morbidezza di purea affumicata.
Nulla sembra lasciato al caso, eppure la cucina non appare mai ingessata. Le consistenze si alternano con precisione: pasta ruvida che trattiene il sugo, carni rosate che rilasciano profumi di erbe, ortaggi lavorati con tecniche attuali ma mai ostentate. La stagionalità è un punto fermo, e ogni visita offre nuove interpretazioni di ingredienti familiari, mantenendo sempre alta la tensione tra memoria gastronomica e ricerca.
Lo stile di Rini è una sintesi di rispetto e innovazione trattenuta, una cucina che non insegue la sorpresa a ogni costo, ma piuttosto lascia affiorare la profondità di sapori autentici. A Osteria 1126 si avverte il desiderio di raccontare la Toscana attraverso l’essenzialità, con piatti mai scontati che si concedono il lusso della semplicità, rendendo ogni esperienza un passaggio discreto tra passato e presente.
