Roscioli

Tra i tavoli di Roscioli, il senso di familiarità si intreccia con la raffinatezza del design, dove scaffali colmi di prodotti selezionati incorniciano l’ambiente in un contrappunto elegante di legno scuro e luci calde. La disposizione invita all’osservazione: formaggi e salumi d’eccellenza preparano il palato ancor prima che la cucina si sveli. Il ristorante custodisce una collezione di bottiglie e prodotti artigianali che raccontano delle origini e della cura con cui viene pensato ogni dettaglio. La cucina di Fabrizio Di Stefano si incentra su una filosofia di rispetto assoluto per la materia prima, interpretando la tradizione romana senza mai cristallizzarla. Le ricette storiche, come la carbonara e la cacio e pepe, vengono rivisitate con attenzione quasi filologica nella scelta degli ingredienti: il pecorino romano DOP, dal profumo inconfondibile e dal sapore intenso, il guanciale dal taglio impeccabile, le uova freschissime, tutto concorre a un equilibrio di sapidità e consistenza. Nei piatti si percepisce la ricerca del gesto calibrato, dell’intensità controllata, in cui nulla è lasciato al caso ma neanche immobilizzato in una formalità eccessiva. L’atmosfera invita alla degustazione lenta, all’immersione nei profumi densi di pepe appena macinato, di pane fragrante tagliato al momento che accompagna abbondanti selezioni di salumi provenienti da piccoli produttori. Anche i piatti meno celebri, come i contorni di stagione o i primi realizzati con materie prime rare, svelano una narrazione che si affida più all’essenzialità che alla ricerca dell’effetto scenografico. La cucina non si concede deviazioni moderne o stravaganze: la sua forza si trova nell’aderenza a un’identità precisa che traspare già nell’impiattamento, volutamente sobrio e affidato alla materia. Roscioli si distingue per la coerenza e il senso di continuità, per la capacità di offrire un racconto gastronomico in cui i sapori autentici della città si rinnovano senza perdere radici. Ogni elemento, dall’aroma deciso delle paste alla selezione accurata dei formaggi, contribuisce a quella narrativa silenziosa in cui la memoria della tradizione si rifà contemporaneità quotidiana, in un dialogo costante tra passato e presente.