Senza dubbio è una delle aperture meneghine più chiacchierate dell’ultimo mese, forte di una posizione privilegiata, ma anche di una popolarità (e di un’indole) internazionale. Il Beefbar, nella nuova Piazza del Quadrilatero portata alla luce dopo il restyling del complesso dell’ex seminario arcivescovile che ora ospita il Portrait Milano, ha già conquistato molti palati cittadini. L’insegna è monegasca, ma è stata fondata dall’italiano Riccardo Giraudi nel 2005, con l’idea di esaltare i migliori tagli di carne al mondo, creando un format elegante e contemporaneo, lontano dai cliché della steakhouse e dai codici tradizionali collegati al consumo della carne. Un concept cool, capace di trasformare l’assaggio di filetti e hamburger in una raffinata esperienza di gusto, senza mai scadere nel grossolano o nel banale. Il Beefbar a Milano è approdato dopo Parigi, Londra, Monte Carlo e Dubai, per un totale di venti ristoranti in tutto il mondo. Rappresenta un primo passo dello sviluppo imprenditoriale in programma nel 2023: entro la fine dell’anno, infatti, come annunciato dalla proprietà, sono previste altre dieci aperture.
Ecco tutto quello che dovete sapere sul nuovo Beefbar di Milano.
Beefbar a Milano: la location
“Mi emoziona molto l'apertura del primo flagship Beefbar nel mio Paese d'origine. Volevo che il luogo riflettesse le radici profonde dell'attività della mia famiglia (importazione di carni da tutto il mondo, ndr), nell'ambito della quale tutto quanto sto adesso realizzando ha avuto il suo inizio, oltre 60 anni fa”, racconta Giraudi, che in realtà ha già messo piede in Italia con il suo format a Porto Cervo, dove l’apertura del BeefBar è stagionale. Ecco allora, nella nuova piazza del centro di Milano, un luogo che trasforma con grande naturalezza le icone pop in fine dining, senza forzature o indugi.
Uno spazio dall’interior design curato, che porta la firma dello studio di architettura Humbert & Poyet di Monte Carlo, che si è ispirato alle figure di spicco dello stile milanese degli anni Quaranta e Sessanta: un tocco vintage che omaggia la memoria del luogo e gli ornamenti architettonici, tra divanetti e dettagli rétro, grandi volte, cucina a vista e bar, dove le sfumature del verde e del nero si fondo a quelle del bianco e del burgundy con un motivo a onde stilizzate, in onore dell’Architetto Luigi Caccia Dominioni. Uno spazio elegante ma accogliente allo stesso tempo, dove la boiserie a mezza altezza in noce scuro duetta con il trittico di applique old style disegnate da Osvaldo Borsani. Marmo Verde Alpi, sedute Vico Magistretti, quadri alle pareti e lampade Asterios in bronzo e vetro satinato di Humbert & Poyet caratterizzano ulteriormente lo spazio. Raffinato, ma anche rilassato e disinvolto: un mood che ricorda quello dei locali newyorkesi, con riferimenti alla milanesità, dalla moda al design, all’opera.
Beefbar a Milano: il menu
Preparatevi a mangiare i migliori tagli di carne con gusto e di gusto. Qui ci si concentra sulla carne bovina, dal vitello al wagyu giapponese. “Giraudo è l’unico ad avere la certificazione Kobe in Europa”, raccontano. Da dove arriva la carne? “Abbiamo delle farm in Australia, in America e in Giappone, da cui acquistiamo la materia prima”, raccontano. Alla regia della cucina c’è l'Executive chef Thierry Paludetto, di Tolosa che, insieme ai suoi otto corporate chef provenienti da tutto il mondo, lavora per valorizzare i tagli più pregiati o rari, interpretati in chiave locale, ma anche internazionale. La squadra milanese vede protagonisti lo chef Omar Allievi, Head Chef Beefbar Milano, in arrivo da The Stage in piazza Gae Aulenti, così come il bartender pluripremiato Francesco Cione, Director of Operations Italia e Corporate Bars & Beverage Director, oltre a Gabriele Pica, impegnato nelle vesti di Head Sommelier, che attinge da una spettacolare cantina a vista, con una bella selezione di etichette.
Il menu, con i suoi piatti iconici, è lo stesso in tutti i BeefBar del mondo, anche se la carta si adatta a seconda della location. A Milano, per esempio, è presente qualche piatto di pasta in più, oltre al risotto (dalla Carbonara di Kobe Beef alla Bolognese di wagyu e vitello, al Risotto Nikkei con Ossobuco). Per avere un’idea degli hamburger, il consiglio è di optare per la piccola degustazione di tre mini burger, a base di carrè di black Angus, coniugati in tre maniere, con tre salse diverse: Secret Sauce (a base di maionese, noci e cipolla), Chimichurri, Salsa al tartufo (con tartufo e Parmigiano). Tra le proposte vegetali, invece, segnaliamo l’ottimo Avocado Hummus, con avocado, crema di ceci e tahini, servito con pane carasau.
La carta è divisa in Comfort Food, Street Food e Alla Griglia, e prevede diversi tipi di cottura, spaziando dal vapore al carbone (scontrino medio 80 euro). Tra le specialità di strada, iconico il Croque Sando (il mitico sando nipponico con prosicutto di manzo, formaggio filante e salsa Beefbar), ma da provare anche le Quesadillas (fagottini ripieni di manzo sfilacciato, oaxaca, tartufo e salsina chimichurri). Da non perdere la gustosa Bavetta alla parigina, succosa e tenera allo stesso tempo, mentre un signature dish che caratterizza da sempre il Beefbar è la Robata al Carbone, la rivisitazione in chiave carnivora del celebre Miso black cod di Nobu, tenera e saporita, dalla consistenza particolarmente scioglievole. Ad accompagnare il tutto, tanti declinazioni di golosi purè (ricetta Robuchon), che vanno dal classico a quello con il fondo bruno di carne, dal limone e lime alla crema di tarufo, dall’habanero alla bottarga di Kobe beef. Si chiude in dolcezza, con il gelato al fiordilatte freschissimo, mantecato al momento, da personalizzare costruendo la propria coppa ideale, tra crema di cioccolato, caramello e frutta secca caramellata. Per divertirsi fino alla fine, trasformando in un gioco gustoso e raffinato le icone pop del cibo.