È un paradiso terrestre, dove la natura è stata generosa e l’uomo ha saputo interagire con essa, cogliendone la bellezza in maniera eroica. La Costiera Amalfitana è uno di quei luoghi dove andare almeno una volta nella vita: una destinazione che tutti dovrebbero conoscere, per ammirare la magia del cielo che tocca il mare. La natura incontaminata, le calette, i piccoli borghi arroccati, le vedute panoramiche, la scogliere a strapiombo e gli scorci pittoreschi hanno reso famosa questa terra in tutto il mondo, contribuendo a creare un mito dal fascino senza tempo. Un territorio che si erge tra i Monti Lattari e il Golfo di Salerno, tra orti terrazzati, limoneti e vertigini blu. Un luogo dalle visioni privilegiate, dove il fine dining incontra la tradizione, tra cucina d’autore e spazi vocati ai sapori autentici e genuini.
Ma dove mangiare in Costiera Amalfitana? Le proposte di molte location lussuose, dalla posizione unica, rendono questa terra ricca e rigogliosa non sempre accessibile. L’idea di una Costiera per tutte le tasche non è un miraggio, però: c’è un modo alternativo per scoprirla dal punto di vista gastronomico. Ecco allora hotel cinque stelle che affiancano alla cucina gourmet interessanti offerte di casual dining, ristoranti stellati che dopo il tramonto propongono percorsi gastronomici d’autore, mentre di giorno offrono menu lunch a prezzi contenuti, oltre a beach club dove concedersi una giornata tra scorci romantici e suggestivi. Visitare lo stesso indirizzo a pranzo o a cena spesso può rappresentare l’occasione per vivere la Costiera Amalfitana in due modalità diverse. Qui di seguito, i nostri consigli con gli indirizzi da non perdere.
Dove mangiare in Costa d'Amalfi
Sensi Restaurant: il menu bistrot e il fine dining
Alessandro Tormolino e Pasqualino Franzese, rispettivamente chef e maître, sono i patron del ristorante Sensi ad Amalfi. Uno spazio fine dining, nel cuore del borgo, con vista sul mare dell’antica Repubblica marinara, che ha conquistato la stella Michelin nel 2022, con l’edizione 2023 della “Rossa”. Oggi Sensi propone un doppio viaggio gastronomico che corre su due binari paralleli, by day e by night. “Abbiamo pensato di introdurre il menu bistrot per il pranzo, in modo da dare la possibilità a tutti di provare la nostra cucina, anche a chi viene ad Amalfi per un’escursione giornaliera e magari vuole un pasto più veloce e informale”, raccontano i patron. La formula bistrot a 55 euro, riservata esclusivamente al mezzogiorno, include due portate a scelta e il dessert. Il pranzo è l’occasione per provare piatti della tradizione preparati con le ottime materie prime selezionate dallo chef: dalla burrata con il pomodoro di Sorrento alle alici fritte ripiene di mozzarella affumicata. “L’idea è quella di riportare il palato ai sapori antichi con i prodotti stagionali”, commentano i titolari.
Chi invece vuole scoprire la cucina di Tormolino, che ai fornelli è capace di coniugare ingredienti locali e creatività di respiro internazionale, grazie ai tanti anni trascorsi all’estero, può scegliere uno dei percorsi degustazione serali: si va dal menu di 4 portate a 140 euro al menu di 8 portate a 180 euro, passando per il menu da 6 portate a 160 euro. Molta attenzione viene riposta nella selezione delle materie prime, con omaggi alle tipicità regionali: dai fagioli di Controne (presidio Slow Food) al profumatissimo limone sfusato di Amalfi Igp, dal pesce locale (triglia, merluzzo, ricciola) alla colatura di alici di Cetara. Tra le creazioni da non perdere, il Risotto al fiore ibisco, gambero al limoncello, menta e caviale di colatura di Alici e il Limone, un morbido con salsa di limone, meringa, sorbetto limone basilico. Da provare il menu vegano, Esperienza Naturale (150 euro), preparato secondo la filosofia del “senza”: un percorso di 6 portate preparate senza sale, zuccheri raffinati, farina, latte e derivati, premiato dal Gambero Rosso come Miglior proposta vegetariana e vegana del Sud Italia.
La Scalinatella: pranzo o cena nel blu di Positano
Foto Paola Di Capua | StudioUno
“Positano è un posto di sogno che non vi sembra vero finché non ci siete, ma di cui sentite con nostalgia tutta la profonda realtà quando l'avete lasciato”. Parola di John Steinbeck, uno dei tanti ospiti illustri che hanno amato questo pittoresco e variopinto borgo della Costiera Amalfitana. Qui, negli anni Trenta, il leggendario imprenditore Carlino Cinque, allora poco più che ventenne, intuì il potenziale della destinazione e costruì l’Hotel Miramare, nel tempo diventato un punto di riferimento per la storia dell’ospitalità locale. La struttura è una casa storica tinteggiata di rosso pompeiano nel cuore della cosiddetta “piramide” di Positano, un insieme di dimore colorate arroccate su un promontorio a strapiombo sul mare. L’albergo si trova vicino alla Scalinatella che da Punta Reginella porta alla marina: da qui il nome del ristorante gourmet che accoglie ospiti interni ed esterni, dove lo chef Francesco Colantonio propone piatti alla carta e diversi menu degustazione.
Si va dal percorso ispirato alla tradizione campana riletta in chiave moderna (4 portate a 120 euro) a Il mio ritorno in Costiera (6 portate a 160 euro), con piatti come Un Baccalà in Francia, “una mia reinterpretazione in chiave campana di un piatto che preparavo a Lione, dove ho trascorso 2 anni come sous chef all’Auberge de L'Ile Barbe, 2 stelle Michelin”, racconta lo chef. Il piatto è composto dal baccalà farcito di una mousseline di pesce bianco ed erbe, salsa beurre blanc emulsionata con totanetti della Costiera Amalfitana, mandorle e limoni locali “per dare un tocco di acidità”. Il piatto viene accompagnato, in base alle stagioni, da verdure tipiche, come le favette decorticate. Non mancano il menu a mano libera (5 portate a scelta dello chef a 140 euro) e il percorso vegetariano (4 portate a 90 euro). Chi vuole godere della stessa atmosfera magica e di una delle più belle viste del Mediterraneo, nella “perla della Costiera”, con proposte più informali, può venire qui a pranzo. “A mezzogiorno la nostra Terrazza Miramare si presenta in chiave tradizionale, in modo da soddisfare anche i clienti che vogliono consumare un pranzo veloce”, spiega Colantonio. Ecco allora l’immancabile Spaghetto alle vongole veraci (28 euro), oltre ai Paccheri di Gragnano con astice e pomodorini (36 euro) Crudi di mare e Pescato del giorno arrosto (30 euro). Il tutto condito dalla vista mozzafiato: cosa chiedere di più?
Villa Cimbrone: dalla colazione all’aperitivo
Foto courtesy Villa Cimbrone
Arrivare al tramonto sulla Terrazza dell’Infinito a Villa Cimbrone, in quel paradiso lussureggiante che è Ravello, su una collina a picco sul mare, è un’esperienza a dir poco struggente. La bellezza dei Giardini della Villa, con la vista panoramica sul blu, dove il Mediterraneo incontra il cielo, toglie davvero il fiato. In questo luogo, rinato negli ultimi decenni grazie al lavoro di recupero della famiglia Vuilleumier, si respira il profumo della natura e della storia. Il consiglio è di visitare i giardini (aperti tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00, ingresso 10 euro), tra gli esempi più importanti che la cultura paesaggistica anglosassone abbia generato nel Sud dell’Europa, ridisegnati all’inizio del Novecento con il contributo della botanica inglese Vita Sackville West, per poi fermarsi a pranzo o a cena in uno degli spazi gastronomici dell'Hotel Villa Cimbrone.
L’executive chef Lorenzo Montoro propone una cucina raffinata, capace di esaltare e omaggiare (senza alterarne genuinità e sapori) gli ingredienti tipici locali, a partire dai prodotti che vengono coltivati nell’orto biologico di casa. Sin dal suo arrivo qui, nel 2019, ha ridisegnato una parte dei terrazzamenti che circondano la proprietà, mettendo a dimora ortaggi, verdure a foglia, frutta ed erbe aromatiche. A cena è aperto il Flauto di Pan, ristorante con una stella Michelin dalla spettacolare vista panoramica, che propone piatti iconici come il colorato Riso Ravello, un Carnaroli mantecato con salsa di limone, Parmigiano, Provolone del Monaco e burro freddo, con polvere di foglie di limone e polvere di rose, gli Spaghettini burro e alici di Cetara, o l’originale Nido di fagiolini lardari con tartare di manzo dei Monti Lattari, sormontato da una cascata ghiacciata di Provolone del Monaco affumato. I menu sono tanti: si spazia da Tra Orti e Lampare (7 portate a 220 euro) al percorso Vient e’ Terra (160 euro) e Vicin o’ Mare (180 euro). Chi invece cerca piatti più semplici e informali, a pranzo o a cena, può fare tappa al Ristorante Mediterraneo, il casual dining dell’hotel, dove la vista è sempre pazzesca. Qui vengono proposte specialità come lo Spaghettone al pomodoro corbarino (26 euro), la Spigola all’acqua pazza (35 euro) o la Caponata Napoletana, con tonno, alici, cipolla, olive (18 euro). Piatti che esprimono altrettanto bene l’amore per il territorio e la passione per le materie prime dello chef. Per godere dell’atmosfera magica di Villa Cimbrone, potete anche fermarvi per un aperitivo (cocktail dai 19 ai 25 euro). Non si nega a nessuno un drink in questo angolo di paradiso che negli anni Venti ha conquistato ospiti illustri come Violet Trefiusis, Vita Sackville-West e Virginia Woolf: a loro è dedicato il V Lounge Bar, che omaggia l’iniziale del loro nome. Ai mattinieri, invece, consigliamo la colazione (c’è un pacchetto da 60 euro che include anche l’ingresso con la visita ai Giardini di Villa Cimbrone): aperta anche agli ospiti esterni, offre un’emozione gustativa altrettanto identitaria, con pane fatto in casa, confetture bio, agrumi freschi, torte, uova, verdure dell’orto cotte a vista in terrazza e… il mitico ragù napoletano.
Giardini del Fuenti: beach club e piatti d'autore
Foto courtesy Giardini del Fuenti
A metà strada tra Vietri e Cetara, Giardini del Fuenti è una location poliedrica incastonata tra la roccia e il mare della Costiera Amalfitana, immersa nel verde e nei colori di una natura rigogliosa. Qui, dove un tempo sorgeva un ecomostro, oggi si sviluppa su più livelli un gioiello dell’ospitalità, sospeso tra i terrazzamenti che dall’alto degradano verso la riva. Una location di lusso dai tanti volti, inaugurata tre anni fa, che include: il ristorante gourmet Volta del Fuenti, il rigoglioso Giardino, il Limoneto e l’Arena che si prestano per eventi e spettacoli, ma anche Riva del Fuenti, beach club con spiaggia privata, con annesso il Riva restaurant, spazio goloso dal mood più informale. La novità dell’autunno 2024, in attesa che vengano completati i lavori per la futura apertura dell’hotel della stessa proprietà, è il Caveau, ossia un lounge bar che resterà aperto tutto l’anno. La cucina dei Giardini del Fuenti è curata dall’executive Michele De Blasio. Originario di Sarno, vanta prestigiosi trascorsi professionali in Italia e all’estero, ma soprattutto una tecnica invidiabile, figlia di una grande ricerca, che gli consente di trattare le materie prime locali in modo inedito e originale.
Vale la pena venire qui per godere del privilegio di sentirsi parte integrante del paesaggio, in un contesto in cui l’interazione virtuosa tra uomo e natura regala il meglio di sé, generando forti emozioni e suggestioni. Una one stop destination, dove trascorrere un’intera giornata immersi nella bellezza. Si può optare per il beach club (con 100 euro sono inclusi: l’ombrellone per due persone con lettini, il parcheggio coperto, due teli mare a persona, doccia e benvenuto con frutta), ma anche per una pausa a mezzogiorno al Riva Restaurant, dove la tradizione è servita, interpretata con spirito moderno. Uno spazio sul mare, curato e informale allo stesso tempo, dove mangiare piatti come gli Scialatielli ai frutti di mare (28 euro) o la Parmigiana di spigola d’amo, con mozzarella di bufala ed estratto di pomodoro fresco (30 euro). Un modo alternativo per provare la cucina dello chef di casa, tra sapori locali e piatti confortevoli. Per capire l’ispirazione di De Blasio, invece, il consiglio è quello di concedersi una cena al Volta del Fuenti. Qui sono protagonisti gli ingredienti del territorio come non li avete mai visti, alla carta o declinati in due percorsi creativi: Riflessioni (8 portate con aperitivo a 170 euro) e Origini (6 portate con aperitivo a 140 euro). Tra i piatti da non perdere, l’ottimo Risotto Napoletano (pasta risottata formato risoni mantecata con alici, alghe e limone), la Ricciola servita cruda, con fresella, pomodoro e salsa al fiordilatte, i Gamberi in bernese di midollo, fagiolini e ‘nduja, gli Spaghetti, cicoria, peperoncino e scampi e il Rombo in erbe di mare e patate. Si chiude in bellezza, tra luci riflesse e mare, con mini meraviglie per cuore e palato: la petite pâtisserie, preparata senza zuccheri aggiunti, gioca con consistenze, forme e sapori, dando nuova identità a sfogliatelle di mela, rocher e caramelle a base di pera e mandorla.
Furore Grand Hotel: dal Bluh all'Acquarasa
Foto courtesy Bluh Furore
Ci spostiamo a Furore, il "paese che non c'è", così chiamato perché i circa mille abitanti che lo popolano vivono in case sparse, a ridosso della roccia che circonda la sua famosa spiaggia. Furore è una località della Costiera Amalfitana celebre per il vertiginoso fiordo su cui si affaccia. Proprio qui venne girato un episodio del film Amore con Anna Magnani, diretto da Roberto Rossellini. I due si innamorarono di questo paradiso e vissero qui la loro storia d'amore tormentata, al punto da comprare addirittura due case. Sorge in questo antico borgo il Furore Grand Hotel, cinque stelle lusso incastonato nella roccia di un promontorio a picco sul mare, circondato dal blu e dalla luce. Ha riaperto nel 2023, dopo un lungo restyling, e si distingue per le linee essenziali e per l'armonico equilibrio con il paesaggio. La struttura, infatti, è avvolta da un parco di oltre 20 mila ettari, con all'interno un orto sintropico dove vengono coltivati ortaggi e piante aromatiche e da frutto utilizzati anche per le preparazioni dei ristoranti. Ottocento gradini collegano la struttura al fiordo di Furore e non esiste punto in tutto l’albergo che non abbia la vista sul mare.
L'offerta gastronomica? Spazia dal fine dining Bluh Furore, una Stella Michelin conquistata in tempi record, con l'edizione 2024 della "Rossa", al ristorante Acquarasa, un all day dining con una proposta più casual, e non manca il Ria Lounge Bar, dove gli ospiti possono sorseggiare raffinati drink. La cucina è supervisionata da Enrico Bartolini, lo chef più stellato d'Italia, mentre il resident chef è Vincenzo Russo, classe 1995, originario di Gragnano, per sette anni a fianco dello chef Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi. La sua ispirazione, naturalmente è campana. Tra le proposte del Bluh, la Pasta maritata di pesce, il Festival di pomodoro e totani e il Gambero mezzo fritto, famoso signature di Bartolini (menu degustazione a partire da 140 euro). La proposta più accessibile e "bistronomica" di Acquarasa, invece, prevede piatti gustosi e confortevoli come gli Scialatielli marini, il Trancio di branzino con zucchine alla scapece e il Vesuvio alla Nerano (prezzo medio 35 euro). La costante di entrambe le location? La vista meravigliosa, sul blu della Costa d'Amalfi.