C’è chi va per boschi, a caccia di funghi o di castagne, ma anche chi va per cantine, per degustazioni e visite post vendemmia. E poi c’è chi cerca un’esperienza gastronomica a 360 gradi, per trascorrere un weekend d’autunno o una giornata fuoriporta, con un programma che soddisfi corpo e spirito, il palato e non solo. Quali sono le esperienze food da non perdere nell’autunno 2023? Dalle proposte in vigna, con percorsi ad hoc, alle città d’arte con itinerari insoliti, capaci di fondere arte e cibo, all'immancabile experience al profumo di tartufo: scoprite qui di seguito, la selezione di esperienze autunnali di Fine Dining Lovers.
Tra cibo, arte e vino: le esperienze da non perdere per un weekend d'autunno fuoriporta
Foto courtesy Villa Cordevigo
Si trova a Cavaion Veronese Villa Cordevigo, wine relais immerso tra i filari di vite che partono dalla piscina della struttura e si arrampicano sulle colline. Facile rilassarsi in questo contesto, mentre si ammira il paesaggio e si visita la tenuta, a piedi o in bici, accompagnati da un wine expert. Durante la passeggiata nei vigneti, l’esperto spiegherà le peculiarità dei vini, i segreti della coltivazione e l’influenza del tempo e delle stagioni sull’uva e sul vino. Come ottenere un ottimo vino? Risponde anche a questa fatidica domanda, prima di partecipare a una degustazione guidata dei nettari di casa. Per completare la giornata, una cena al ristorante stellato Oseleta, guidato dallo chef Marco Marras, che propone una cucina mediterranea dalle influenze asiatiche. Su richiesta è possibile visitare le cantine Villabella, dove avviene la vinificazione e l’invecchiamento in botti di rovere. L’azienda, fondata nel 1971 da Giorgio Cristoforetti e Walter Delibori, si trova a Calmasino, nel cuore del Bardolino classico, sulle colline che si affacciano sul Lago di Garda. Qui si producono i grandi vini della tradizione veronese: Bardolino, Lugana, Custoza, Soave, Valpolicella, Ripasso e Amarone, oltre ai grandi bianchi e rossi igt da uve autoctone della provincia di Verona. Negli ultimi anni è iniziato un processo di conversione alla viticoltura biologica che conta la presenza di 23 ettari di vigneti certificati, alla ricerca del massimo rispetto per la natura.
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