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Chef Ingrao e chef Zojza al Refettorio Modena

Una cena che nutre l'anima: Josefina Zojza al Refettorio Modena

Una cena che nutre l’anima è il format ideato da S.Pellegrino in collaborazione con Food for Soul, l’organizzazione no-profit fondata da Massimo Bottura e Lara Gilmore che quest’anno festeggia dieci anni di attività. 

Quattro episodi, quattro città, quattro giovani chef chiamati a cucinare nei 4 Refettori italiani di Food for Soul, spazi in cui il cibo recuperato diventa occasione di bellezza, accoglienza e rispetto.

In ogni tappa, gli chef di Sanpellegrino Young Chef Academy incontrano la brigata di volontari e lo chef resident del Refettorio per preparare una cena speciale per persone vulnerabili. Non si tratta solo di offrire un pasto caldo, ma di restituire un’idea di accoglienza inedita: piatti pensati, curati, serviti con attenzione e cura. Al centro, l’ospitalità. Assi portanti del progetto, la trasformazione di ingredienti ordinari in piatti straordinari e l’attenzione all’isolamento sociale, temi su cui Bottura e Gilmore sono impegnati da ormai dieci anni. 

Una cena che nutre l'anima - Refettorio Modena

Il menu della cena di Modena

Per la cena al Refettorio Modena, Josefina e Fabio hanno costruito un percorso fatto di contrasti e armonie. Hanno aperto con un antipasto creativo: Panettone croccante e mousse di mortadella, dove la dolcezza tostata del panettone incontra la grassezza gentile della mortadella, il profumo delle erbe fresche e l’acidità elegante dell’Aceto Balsamico di Modena.

Come primo piatto uno spaghetto rosa: Spaghetti alla crema di barbabietola e profumo di mare. Un piatto visivamente potente e gustativamente equilibrato, in cui la dolcezza della barbabietola si fonde con la sapidità delle acciughe in un soffritto delicato.

In chiusura, un dolce avvolgente: Meringa, pandoro e coulis di frutti rossi. Un gioco di consistenze tra il croccante della meringa flambata, la crema pasticcera sinuosa, il coulis acidulo e il pandoro tostato. Ingredienti semplici, spesso dimenticati, trasformati in qualcosa di curato e nutriente.

La parola agli chef: Josefina Zojza e Fabio Ingrao

Com’è stata l’esperienza al Refettorio Modena? Cosa vi ha colpito di più?

Josefina Zojza: È stato incredibile lavorare con i volontari, persone che fanno tutto questo con il cuore. Si è creato un clima umano e autentico. È un’esperienza che vorrei rifare.

Fabio Ingrao: Mi ha colpito l’atmosfera generale: il lavoro con lo staff, le riprese, la collaborazione con Josefina. Ci eravamo sentiti solo per messaggio, ma dal primo momento abbiamo lavorato in sintonia. È giovane, gentile, molto in gamba.

Qual è stato l’ingrediente che vi ha messo più in difficoltà durante la cena?

Josefina Zojza: Gli ingredienti già processati o preconfezionati, come biscotti industriali o piatti pronti. Sono difficili da reinterpretare in chiave gastronomica senza snaturarli, infatti ho preferito non utilizzarli.

Fabio Ingrao: L’impiattamento del primo piatto. Eravamo solo in due, con oltre 70 ospiti, e servire uno spaghetto a nido in quelle condizioni non è stato semplice. Ma è stato anche molto stimolante, un bel picco di adrenalina.

Apri il frigorifero e trovi: un limone, del burro e del tonno. Cosa cucini?

Josefina Zojza: Spaghetto al burro acido, limone fermentato e tonno. Sopra, una polvere di panko, acciughe e burro. Un piatto semplice, ma di carattere.

Fabio Ingrao: Vado di spaghettone bianco con tonno, burro e scorza di limone grattugiata per dare freschezza. È un piatto facile, ma d’effetto, perfetto nelle giornate estive, ma non solo.

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