Ad Andreina, l’esperienza gastronomica si manifesta già al primo passo, quando la luce calda filtra sull’ambiente dove legno e materiali naturali richiamano una lunga tradizione familiare. L’eleganza sobria dell’arredamento, mai ostentata, dialoga con l’atmosfera raccolta e invita a mettere da parte la fretta per concedersi il tempo necessario a scoprire una cucina pensata e in continua evoluzione.
Alla base della proposta c’è la visione di Errico Recanati, il cui approccio unisce memoria e tecnica, rielaborando le radici marchigiane con una ricerca certosina sui prodotti locali. Le materie prime selezionate raccontano il territorio senza forzature: carni da piccoli allevatori, verdure di stagione scelte con attenzione e ingredienti che si rinnovano al ritmo della terra circostante. La brace rimane uno dei capisaldi, non solo come metodo di cottura, ma come strumento per estrarre essenze pure dagli ingredienti, conferendo una nota affumicata e una profondità di sapore che avvolge il palato.
Ogni piatto rivela un equilibrio tra intensità e misura. Le presentazioni, studiate ma mai cerebrali, si esprimono in composizioni che privilegiano colori naturali, textures nitide e profumi riconoscibili. Nessuna sovrapposizione gratuita: ogni elemento trova il proprio spazio nel piatto, concedendo al gusto la possibilità di emergere senza compromessi. Così, anche i più semplici tagli di carne, passati sulla griglia, si fanno veicolo di complessità grazie a cotture sapienti che lasciano il centro succoso e l’esterno croccante, mentre le note vegetali e le erbe spontanee sottolineano il carattere stagionale della cucina.
L’insieme dell’esperienza da Andreina parla il linguaggio della coerenza: non si cede ad accostamenti forzati, ma nemmeno alla staticità della tradizione. La mano dello chef si percepisce nella scelta dei dettagli, dall’armonia dei sentori affumicati alla precisione delle preparazioni calde e fredde. Il risultato è una cucina che invita all’ascolto, capace di attivare la memoria e di suggerire nuove prospettive sul patrimonio gastronomico delle Marche, con la promessa di un racconto sempre in divenire.
