Una cucina che parla la lingua della tradizione cantonese, con un accento moderno e misurato: Dim Sum è uno di quei ristoranti che sfuggono alle definizioni scontate, pur rimanendo fedeli alla propria identità. Il nome è una promessa mantenuta, un richiamo diretto ai celebri bocconi della cucina cinese che qui diventano protagonisti assoluti di un percorso gastronomico preciso, equilibrato, privo di eccessi ma carico di personalità. Lo chef Lin Ruizhong guida con mano sicura una proposta culinaria che celebra i sapori autentici del sud della Cina, filtrati attraverso una sensibilità contemporanea. I piccoli piatti di carne, pesce, verdure e uova vengono preparati con attenzione al dettaglio, dalla pasta sottile dei ravioli cotti al vapore fino alla scelta di accompagnamenti che completano, senza mai sovrastare, l’insieme. La crispy duck, servita con i tipici pancake sottili, è uno dei piatti che restano impressi nella memoria: consistenze contrastanti, sapidità controllata, leggerezza sorprendente. Nel cuore di Milano, in via Nino Bixio 29 (20129 Milano, Lombardia), il locale propone un ambiente essenziale e curato, che lascia spazio all’esperienza culinaria senza inutili orpelli. Non ci sono note kitsch né elementi decorativi caricaturali: l’impostazione è sobria, con tocchi che richiamano una raffinata eleganza orientale e una palette visiva che valorizza il colore naturale dei piatti. I dim sum sono ovviamente l’anima del menù: Shao Mai, Jiaozi, Har Gow, Shao Long Bao si alternano a zuppe delicate e dolci leggeri, con una selezione che cambia secondo stagione e disponibilità. L’utilizzo di ingredienti freschi e di qualità è evidente in ogni portata, così come l’equilibrio nei condimenti e l’armonia tra acidità, dolcezza e sapidità. Dim Sum è menzionato nella Guida MICHELIN, riconoscimento che testimonia la coerenza del progetto e la qualità della proposta gastronomica. Non è un ristorante che cerca di stupire con effetti speciali: punta piuttosto a offrire una cucina sincera, profonda e precisa, che conquista per la sua autenticità. Una tappa consigliata a chi cerca una visione contemporanea della cucina cantonese, in un contesto metropolitano ma mai impersonale.
