L’inizio del 2023 ha portato su tutti i social e anche sulle testate nazionali più importanti la notizia: la farina di grillo potrà essere commercializzata ad uso alimentare.
Il polverone che si è scatenato (anche a livello politico) è noto a tutti, ma l’unica polvere di cui vogliamo parlare qui è la farina di insetti. Le popolazioni asiatiche sono degli habitué sulla faccenda e per quanto ci piaccia viaggiare e tornare a casa con foto di piatti a base di locuste e grilli fritti (magari provandoli anche, per raccontare agli amici che “buoni, sanno di pollo”), non possiamo negare di avere un pochino tremato all’arrivo della notizia da parte della Comunità Europea.
Quando però siamo stati rassicurati che zampette e antenne non sarebbero finite nella parmigiana di mammà, la curiosità ha avuto la meglio. E quindi eccoci qui a parlare dei valori nutrizionali della farina di insetti e delle ricette con la farina di grillo.
Cos’è la farina d’insetti
Quando si parla di farina di insetti in Italia, ci si riferisce precisamente alla farina di grilli. Che cos’è? Si tratta delle larve gialle essiccate di Tenebrio molitor e Locusta migratoria congelate, essiccate e ridotte in polvere (con un frullatore simile a quello con cui fate il pesto, che si dovrebbe fare con il mortaio se proprio vogliamo fare i tradizionalisti…).
Questa farina (che farina non è, ma ormai siamo abituati a chiamare le cose con il nome sbagliato: vedi alla voce carne sintetica), è molto proteica ma anche molto costosa e l’ipotesi di vederla come sostituto della farina di frumento non è verosimile nel breve futuro.
Quali insetti sono commestibili
Parlavamo di insetti commestibili già nel 2021, quando quest’onda era ancora il mare piatto delle 8 di mattina in una qualsiasi estate italiana ad agosto. Se ci spostiamo all’estero, gli insetti commestibili sono scorpioni (in Cina), cavallette (in Messico), formiche (in Brasile), vermi (in Zimbabwe) e la lista potrebbe essere molto lunga. Ma per ora, in Italia, gli insetti commestibili sono appunto il Tenebrio molitor e la Locusta migratoria nel migliore dei casi. Questo perché gli insetti e la loro farina sono destinati a restare per molto tempo un consumo di nicchia poiché i costi di allevamento sono molto elevati. Se considerate che ci sono circa 1 mln di specie di insetti, quelli commestibili non arrivano a 2 mila e tra queste troviamo:
- il 31% di coleotteri;
- il 17% di bruchi;
- il 15% tra api, vespe e formiche;
- il 14% di cavallette, locuste e grilli;
- l’11% di cimici.
Un capitolo a parte andrebbe dedicato alle termiti, alcune delle quali già presenti nell’alimentazione quotidiana come coloranti alimentari di yogurt, caramelle e via dicendo.
Come viene usata la farina d’insetti
Sebbene qualcuno abbia cavalcato l’onda di questo (ingiustificato) scalpore generale, realizzando burger con farina di grilli e creando file da capogiro di curiosoni disposti a stare in coda ore per poter assaggiare (o postare sui social?) il panino con farina di grilli, va detto che questo farinaceo potrebbe supportare la farina tradizionale ma non sostituirla e che la percentuale presente al momento è davvero irrisoria per un tema di costi e di difficoltà di approvvigionamento.
Che sapore ha la farina d’insetti
Purtroppo questo non si sa. Perché per quanto i signori del paragrafo precedente abbiano trascorso ore in attesa per accaparrarsi una manciata di cuoricini su Instagram, la farina di grillo era così poca che è quasi impossibile stabilirne il sapore. Alcuni dicono di aver sentito una leggera punta di nocciola, altri un lieve sapore di miele. Decidete voi se fidarvi o meno.
La farina d’insetti è sostenibile?
Torniamo un attimo seri. La farina di grillo e altri ingredienti derivati da queste nuove fonti proteiche, potrebbero certamente sostituire a livello nutrizionale gli alimenti di origine animale. Attualmente il costo della farina di grillo si aggira attorno ai 70 euro al chilo (quella di frumento costa circa 2 euro mentre quella di soia circa 3 euro), quindi è letteralmente impensabile poterla usare come principale fonte proteica nel breve termine. Tuttavia gli insetti potrebbero aiutarci nelle produzioni di origine vegetale, che sono la fonte primaria di nutrimento per polli e maiali da allevamento. Stabilire oggi un quadro preciso su sostenibilità e livello nutritivo dell’alimentazione attraverso gli insetti è davvero impossibile, non ci resta che aspettare e vedere gli sviluppi di quello che speriamo non essere solo un trend di passaggio.