La sua storia inizia a Castellamare di Stabia, passa da Napoli e arriva fino a Bologna. Dal Tirreno ai portici della Dotta e la Grassa, Agostino Iacobucci non fa solo un cambio di location - dalla Cantinella di Napoli a I Portici di Bologna (unica stella Michelin della città) - ma anche di menu. Il connubio tra due tradizioni gastronomiche importanti, quella partenopea e quella emiliana, è infatti molto presente nella sua cucina, dove vengono usati con disinvolutra prodotti tipici di entrambe le zone: dalla bufala campana alla mortadella, dai grandi oli di pesce ai tortelli.
Una cucina con cui assaporare due sfaccettature dello stesso paese in un ristorante che si affaccia sulle vie principali del centro, e che cerca di portare un po' di innovazione in una meta enogastronomica di altissimo livello, ma forse troppo ancorata alla tradizione.
Come descriverebbe la sua cucina a chi non la conosce?
La mia è una cucina molto semplice, che cerca di interpretare in maniera moderna la tradizione. Usiamo, inoltre, prodotti di altissima qualità, ma soprattutto mettiamo tanto amore e cura per quello che facciamo.