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cena young chef identità golose milano

Foto: Claudia Concas

La cena a 8 mani che profuma di futuro con i giovani talenti italiani della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2022-23

Il 26 ottobre scorso, all’hub di Identità Golose Milano nel cuore del quadrilatero della moda, si è tenuta una speciale cena a 8 mani che aveva come protagonisti i quattro finalisti italiani della S.Pellegrino Young Chef Academy Competition 2022-23. La finalissima, che si è tenuta a Milano il 5 ottobre nella suggestiva location all’Hangar Bicocca di Milano, ha visto vincere Nelson Freitas della Iberian Region che si è quindi guadagnato il titolo di migliore chef under 30 del mondo. Ma la competizione è ricca di riconoscimenti e premiazioni. A dimostrarlo sono i quattro finalisti italiani che si sono riuniti per una cena degustazione di 4 portate.

Gli ospiti in sala hanno potuto assaggiare i piatti di Katherine Rios, del ristorante Nina a Palestro (PV) e vincitrice italiana del premio speciale Fine Dining Lovers Food for Thought Award; Michele Antonelli del ristorante Gastrobi di Villa Musone (AN) e vincitore della finale italiana S.Pellegrino Young Chef Academy Competition; Marco Apicella di Al Peschereccio di Vedano Olona (VA) e vincitore italiano del premio speciale Acqua Panna Award for Connection in Gastronomy e, infine, Danilo Vella del ristorante Imperialino a Moltrasio (CO) e vincitore italiano del premio speciale S.Pellegrino Award for Social Responsability. Le loro sono cucine giovani e fresche, che portano in tavola il futuro dell’alta gastronomia, ma sono anche cucine fatte di racconti, tradizioni e radici. Abbiamo assaggiato questo poker di ricette durante questa cena che difficilmente dimenticheremo. Ecco com’è andata.

Spin the Cauliflower di Michele Antonelli

Spin the Cauliflower di Michele Antonelli

Ad aprire le danze, o a rompere il ghiaccio, è stato proprio Michele Antonelli con il piatto che l’ha portato a vincere la finale di country. Spin the Couliflower è un piatto diviso in due, da una parte troviamo una tartare di canocchia dell’Adriatico condita con limone e foglie di cavolfiore, a dimostrare la circolarità degli ingredienti che è un tema molto caro ai giovani chef. Dall’altro lato c’è il cavolfiore verde della Val d’Aso con mela rossa dei Sibillini Presidio Slow Food. Il cavolfiore è certamente il protagonista di questo piatto, è cotto alla perfezione e la sua croccantezza è certamente il contrasto che lo chef voleva dare alle morbidissime carni della canocchia.

Risone risottato di Danilo Vella

Risone risottato di Danilo Vella

Che l’alta cucina contemporanea non abbia grandi primi piatti di pasta è ormai un dato di fatto, sono i risotti a comandare. E quella di Vella è certamente una strada alternativa, che con il suo risone risottato con zucca alla brace, gelato di formaggio di capra, olio al levistico e polvere di caffè, porta in tavola un piatto di pasta che sembra un risotto. Colori splendenti, questo anche grazie all’olio di levistico, anche detto sedano di monte, e sapori delicati si intrecciano a sentori balsamici e affumicati. Il gelato di capra è lì per dare quei contrasti di temperatura che tanto divertono il palato e la proposta è senza dubbio dotata di quella semplicità a cui la cucina moderna sta tornando.

Capra di Marco Apicella

Capra di Marco Apicella

Il percorso procede con la seconda portata principale di Marco Apicella: un roll di capra con Fagioli dell’Occhio di Brebbia, cavolo nero e fiori di sambuco sottaceto. Questo è forse il piatto più complesso della serata. La carne di capra, proverbialmente dal sapore forte e deciso, risulta essere delicata e gentile al palato e grazie al ripieno del roll e alla tenerezza dei fagioli dell’Occhio di Brebbia, queste carni solitamente tenaci trovano quel po’ di armonia che la masticazione ricerca. Il cavolo nero sembra un’alga, a dimostrazione del fatto che la giovane leva ama giocare con eccellenze del territorio e tecniche di terre lontane, e regala quella sincera croccantezza di cui il piatto ha bisogno.

Riso latte, castagne e fava Tonka di Katherine Rios

Riso latte, castagne e fava Tonka di Katherine Rios

A chiudere il percorso di degustazione è un dolce che ha tutto il sapore del cibo di conforto e che, come spiega chef Rios, fa parte della sua infanzia. La semplicità del riso latte viene impreziosita dalla fava Tonka che, a tratti, sembra ricordare le sfumature dolciastre della cannella. Un dolce morbido e piacevole al palato a cui serve una punta di consistenza che è prontamente data dalla cottura magistrale del riso.

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