Armani è un ristorante che riflette perfettamente l’eleganza misurata e la sobrietà sofisticata che contraddistinguono il marchio da cui prende il nome. La cucina, affidata allo chef Francesco Mascheroni, segue una linea chiara e coerente: piatti dalla costruzione precisa, gusto nitido, estetica essenziale. Ogni elemento è pensato per restituire armonia, senza mai eccedere in complessità o compiacimenti. L’impronta italiana è ben riconoscibile, ma non mancano aperture ragionate verso suggestioni internazionali. Le materie prime sono selezionate con cura, spesso locali, sempre trattate con rispetto. Il menu alterna piatti che lavorano sulla stagionalità e preparazioni iconiche della tradizione reinterpretate con garbo. Nulla è superfluo, ogni passaggio ha una funzione definita. Tra le proposte che meglio esprimono la cucina di Mascheroni si possono trovare primi piatti costruiti sulla linearità, come risotti morbidi dai contrasti delicati, o paste artigianali rifinite con fondi netti ma leggeri. Nei secondi domina la ricerca del punto di cottura ideale, spesso accompagnato da una componente vegetale pensata per bilanciare e completare. Anche la componente dolce segue lo stesso registro, con dessert asciutti, eleganti, centrati. Il ristorante si trova a Milano, in via Alessandro Manzoni 31 (Lombardia, Città Metropolitana di Milano), all’interno dell’Armani Hotel, in uno spazio che rispecchia l’identità della maison: volumi puliti, materiali di pregio, atmosfera rarefatta. L’ambiente dialoga con la cucina senza sovrapporsi, lasciando che il piatto rimanga il protagonista discreto dell’esperienza. La carta dei vini è costruita su criteri di coerenza e profondità, con etichette italiane e internazionali scelte per accompagnare con misura la proposta gastronomica. Gli abbinamenti sono pensati per esaltare i sapori senza creare discontinuità, in un percorso fluido e controllato. Armani non è un ristorante che cerca l’effetto sorpresa. Lavora invece su una costruzione meticolosa del dettaglio, su una raffinatezza che non ostenta. L’esperienza che offre è il risultato di una regia precisa, che unisce estetica e sostanza in una narrazione gastronomica dal tono sommesso ma inequivocabile.
