Bites

La discrezione avvolge Bites, non solo negli spazi ma anche nell’approccio alla cucina: nulla è lasciato al caso, ma nemmeno esibito con ostentazione. Varcando la soglia, si percepisce una sobria eleganza che dialoga con tratti contemporanei; il legno chiaro dei tavoli, la luce naturale che abbraccia l’ambiente e qualche dettaglio minimale che invita alla concentrazione sul cibo, più che sulla cornice. L’atmosfera, raccolta e priva di eccessi, si trasforma in tela neutra per i piatti pensati da Andrea Baita e Pietro Zamuner. In ogni proposta del menu si coglie uno studio attento nella scelta delle materie prime, selezionate per stagionalità e origine. La filosofia della cucina si costruisce su una contemporaneità rilassata, dove il rigore tecnico si intreccia a una ricerca personale del gusto senza mai cedere all’estetica fine a se stessa. La narrazione del piatto si sviluppa attraverso un equilibrio misurato fra sapori nitidi e combinazioni mai urlate: una purea affumicata che si fonde con accenti erbacei, una carne cotta a bassa temperatura che valorizza note umami delicate, un dessert in cui l’acidità della frutta fresca taglia con precisione le componenti più dolci. Il lavoro di Baita e Zamuner si riconosce da piccoli dettagli, come il modo in cui la disposizione degli ingredienti sul piatto non è mera decorazione, ma strumento per l’esperienza gustativa. Non è tanto la volontà di stupire, quanto quella di offrire coerenza—un filo conduttore che lega ogni portata, lasciando spazio all’essenzialità. Bites si distingue anche per l’identità non rigidamente definita: sfugge alle etichette di scuola o tradizione, preferendo costruire una voce propria attraverso una sintesi originale. Questa attitudine permea l’intero percorso di degustazione, in cui ogni piatto sembra dialogare sia con la memoria del territorio sia con uno sguardo curioso sul contemporaneo. Il riconoscimento della Guida Michelin e le menzioni ricevute, lontano dall’essere un traguardo, rappresentano la misura della solidità di un approccio coerente e sempre in bilico tra precisione tecnica e spontaneità del gesto creativo.