C’è chi va per boschi, a caccia di funghi o di castagne, ma anche chi va per cantine, per degustazioni e visite post vendemmia. E poi c’è chi cerca un’esperienza gastronomica a 360 gradi, per trascorrere un weekend d’autunno o una giornata fuoriporta, con un programma che soddisfi corpo e spirito, il palato e non solo. Quali sono le esperienze food da non perdere nell’autunno 2023? Dalle proposte in vigna, con percorsi ad hoc, alle città d’arte con itinerari insoliti, capaci di fondere arte e cibo, all'immancabile experience al profumo di tartufo: scoprite qui di seguito, la selezione di esperienze autunnali di Fine Dining Lovers.
Autunno 2023: le esperienze enogastronomiche da non perdere
Visitare il nuovo Museo del Tartufo di Alba e la mostra di Steve McCurry
Foto Steve McCurry
Ha inaugurato a metà ottobre l’attesissimo Mudet, il Museo del Tartufo di Alba. Vale la pena fare un salto qui, magari fermarsi per un boccone e ammirare gli scatti di Steve McCurry, fuoriclasse della fotografia che firma un’esposizione a tema: un progetto che racconta per immagini il territorio, la sua magia e uno dei prodotti di punta, fra ritratti di trifolau e cani da tartufo. Il museo si trova nel Cortile della Maddalena, nel cuore cittadino, dove ogni autunno si svolge la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba (in corso la 93ª edizione della manifestazione). I semi del Mudet sono stati gettati nel 2017, con l’approvazione del Protocollo di intesa tra la Regione Piemonte, il Comune di Alba e il Comune di Montà (dove è in corso la realizzazione di un ulteriore spazio espositivo). Poi, l’anno successivo è stato indetto un concorso di idee per le due sedi. I vincitori? Un gruppo di professionisti composto dagli architetti Antonello Stella, Narciso Piras e Simone Braschi di Ferrara, che hanno disegnato il museo. Lo spazio si sviluppa su 530 metri quadrati e si articola su due livelli: il piano terra, con un punto vendita e la caffetteria, e il primo piano, con le sale espositive che accompagnano alla scoperta del tartufo. Il focus sul celebre fungo ipogeo prende in considerazione aspetti naturalistici, storici, culturali e gastronomici. Ecco allora dieci sale, suddivise in quattro aree tematiche, con tanto di spazio laboratoriale e 50 oggetti che raccontano il mondo del tartufo e la vita in Langa.
Lamole di Lamole, immergersi nel cuore del Chianti Classico
Foto courtesy Lamole di Lamole
Percorrere la strada del Chianti Classico è sempre un piacere. Dolci colline, colori autunnali e realtà che vale la pena scoprire. Come Lamole di Lamole, cantina del Gruppo Vinicolo Santa Margherita, situata in uno dei punti più alti della denominazione. Qui è possibile passeggiare tra i filari, ammirare i vigneti, quello storico del 1945 e quello sperimentale, ma anche concedersi un picnic - se il tempo lo permette - e una degustazione delle etichette della casa. Per un pacchetto completo, il consiglio è di prenotare “Chianti Classico Gourmet Experience”, un vero e proprio percorso all’insegna della scoperta enologica e gastronomica, disponibile su richiesta fino a metà dicembre. Prima si visitano le cantine, dove è possibile ammirare Ovum, una delle poche botti al mondo a forma di uovo, ottenuta da uno speciale incastro delle doghe, capace di agevolare il movimento del vino al suo interno e, per questo, capace di creare una struttura del tannino molto lunga, dunque un vino elegante, più morbido e setoso al palato. Poi, si va a pranzo al Vitique, ristorante fine dining della cantina situato a Greve in Chianti, che offre una proposta gastronomica contemporanea. Una voce fuori dal coro nella zona, dove assaporare i piatti dell’abile chef Antonio Guerra, che propone un menu degustazione intelligente, rileggendo in chiave moderna e creativa i sapori del territorio, tra carne e pesce: si va dalla trota sostenibile dell’Arno alle chioccioline con tartufo nero. Il tutto servito in un contesto raffinato e contemporaneo, con un abbinamento vini creato ad hoc.
Botanical tour in Laguna a Venezia, tra erbe e sapori di barena
Viene organizzata dal VRetreats Cà di Dio, hotel cinque stelle lusso inaugurato due anni fa nel cuore di Venezia, in zona Arsenale, e consente di approcciarsi alla Laguna e ai suoi profumi in maniera inedita. La Botanical Experience è un giro in barca organizzato con un esperto botanico, Gabriele Bisetto. “La Laguna che riposa, la sostenibilità e il Respectus sono le chiavi per la Venessentia”, raccontano. Così, si seguono le caratteristiche bricole (i pali in legno che segnalano l’alta marea) lungo i canali navigabili che dal Bacino di San Marco tracciano le rotte da seguire; si percorrere il Canale di San Felice, che dopo un paio di miglia si divide: a destra diventa Canale Riga, mentre a sinistra, la direzione presa durante il tour, si addentra nel nord della Laguna. Qui ci si immerge in luoghi suggestivi dove regna il silenzio, mentre l’acqua incontra il cielo e i colori delle piante delle barene - le caratteristiche terre che affiorano in Laguna, soggette alle maree - cambiano continuamente con il procedere. Salicornia (asparago di mare) e ulva lactuca (lattuga di mare) sono alcune delle specie che si possono trovare in barena e che Raimondo Squeo, chef del Vero, lo spazio gastronomico del Cà di Dio, utilizza in cucina. Al ritorno, si viene accolti dal Food & Beverage Manager Samuel Baston, che guida l’epilogo di un’esperienza che va dalla Laguna alla tavola.
Le opere di Anish Kapoor e il nuovo bistrò di Palazzo Strozzi a Firenze
Foto courtesy Strozzi Bistrò
Autunno è sinonimo di grandi mostre. Se siete foodies appassionati di arte contemporanea, l’esperienza fuoriporta per voi è a Firenze, alla Fondazione Palazzo Strozzi. Qui è stato inaugurato a ottobre un percorso espositivo ideato e realizzata con Anish Kapoor, celebre maestro di origini indiane, che ha rivoluzionato l’idea di scultura nell’arte contemporanea. Una mostra a cura di Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, propone un itinerario tra opere storiche e più recenti, tra installazioni monumentali in cera, tra forme conturbanti e distorte, concave e convesse, ma anche tra i famosi “buchi neri” dell’artista. L’irreale (unreal) si mescola all’inverosimile (untrue), con un’alterazione o trasformazione della percezione della realtà. Alla fine del percorso, il consiglio è quello di fermarsi negli spazi del nuovo Strozzi Bistrò, progettati da Fabio Novembre. La cucina proposta, invece, porta la firma dello chef Tommaso Arrigoni, già alla guida di Innocenti Evasioni a Milano. Si comincia con un aperitivo, per poi procedere con piatti che omaggiano il territorio toscano come i Pici al Ragù Ricco del Bistrò o il Pan brioche tostato con paté di fegatini alla toscana e gel al vin santo. Non mancano signature come l’Uovo CBT, cotto a bassa temperatura. Lo Strozzi Bistrò ha 40 coperti e un dehors affacciato sulla corte centrale dell’edificio. Aperto dalle 9 (a colazione) a mezzanotte, è perfetto a pranzo, a cena o all’aperitivo… mentre nel weekend è da provare il brunch.
Dal grappolo al bicchiere: dormire fra le vigne nel Veronese
Foto courtesy Villa Cordevigo
Si trova a Cavaion Veronese Villa Cordevigo, wine relais immerso tra i filari di vite che partono dalla piscina della struttura e si arrampicano sulle colline. Facile rilassarsi in questo contesto, mentre si ammira il paesaggio e si visita la tenuta, a piedi o in bici, accompagnati da un wine expert. Durante la passeggiata nei vigneti, l’esperto spiegherà le peculiarità dei vini, i segreti della coltivazione e l’influenza del tempo e delle stagioni sull’uva e sul vino. Come ottenere un ottimo vino? Risponde anche a questa fatidica domanda, prima di partecipare a una degustazione guidata dei nettari di casa. Per completare la giornata, una cena al ristorante stellato Oseleta, guidato dallo chef Marco Marras, che propone una cucina mediterranea dalle influenze asiatiche. Su richiesta è possibile visitare le cantine Villabella, dove avviene la vinificazione e l’invecchiamento in botti di rovere. L’azienda, fondata nel 1971 da Giorgio Cristoforetti e Walter Delibori, si trova a Calmasino, nel cuore del Bardolino classico, sulle colline che si affacciano sul Lago di Garda. Qui si producono i grandi vini della tradizione veronese: Bardolino, Lugana, Custoza, Soave, Valpolicella, Ripasso e Amarone, oltre ai grandi bianchi e rossi igt da uve autoctone della provincia di Verona. Negli ultimi anni è iniziato un processo di conversione alla viticoltura biologica che conta la presenza di 23 ettari di vigneti certificati, alla ricerca del massimo rispetto per la natura.