Per il ciclo Tra Fuoco & Ghiaccio – Pizze & Cocktail d’Autore, iniziativa promossa da S.Pellegrino e Acqua Panna, abbiamo intervistato Giulia Castellucci, la barlady di Rem a Trastevere nel cuore di Roma.
Rem è un luogo pensato soprattutto per gli amanti della notte ed è proprio dalla notte che trae ispirazione. È un luogo che rimane “sveglio e attivo” in un orario in cui tutto il resto della città si addormenta. Da questo concetto nasce REM, acronimo di Rapid Eye Movement, i movimenti oscillatori degli occhi che avvengono durante la fase più profonda del sonno. Qui è possibile vivere un’esperienza dinamica e modulabile in cui i drink sono creati in relazione all’ora di arrivo e quindi alla fase di sonno correlata, in continuo cambiamento durante il corso della serata.
I drink sono studiati in base alle sensazioni che il cervello percepisce in ogni ciclo di sonno, con l’obiettivo di far percepire le medesime emozioni da svegli. Quella di Rem non è solo un’esperienza gustativa ma è soprattutto il coinvolgimento di tutti i sensi che offre un’immersione completa in quattro mood differenti.
Nel dna di REM c’è la volontà di creare una dimensione in cui tutto è possibile, dove non ci sono regole fisse. Questo è proprio ciò con cui si identifica la filosofia del locale, in cui si sono fusi diversi stili. Rem crea un ‘non-luogo’, una dimensione onirica che, come spesso accade nei sogni, non si riesce a descrivere in maniera univoca. Ecco cosa ci ha raccontato Giulia Castellucci, proprietaria e bar manager di questo locale unico.
Come ha iniziato a fare questo lavoro?
Il mio percorso lavorativo inizia 12 anni fa. Ho iniziato dalla sala, come spesso accade a chi intraprende questa carriera. Poi sono passata al bar, ho fatto un corso e mi sono formata in alcuni dei bar storici di Roma. Nel 2018, insieme ai miei soci Benedetto Guarino e Riccardo Bucci, ho aperto il primo locale “Coso” al Pigneto. Nel 2021 abbiamo aperto Rem a Trastevere.
Come mai ha scelto proprio la mixology?
Sono sempre stata una persona molto sociale e socievole. Questo lavoro mi ha permesso di esprimere la mia personalità sia dal punto di vista personale che dal punto di vista creativi. Noi bartender siamo artigiani quindi la creatività conta tanto.
Come definisce il suo stile di miscelazione?
È uno stile abbastanza semplice, ma sempre ricercato specialmente nelle materie prime. Mi piace che i drink siano bilanciati, che abbiano un gusto deciso e che gli ingredienti si sentano ad ogni sorso. I miei drink partono quasi tutti da drink classici a cui io poi metto la mia firma.
Cosa pensa di questo trend di abbinamento cocktail-pizza?
Ho lavorato con diversi pizzaioli parecchio importanti per quanto concerne questo tipo di abbinamento. Penso che sia un buon connubio nonostante non sia un pairing semplicissimo.
C’è un drink che la rappresenta più di altri?
Sono due. Negroni e Margarita. Il Negroni perché mi piacciono i drink bilanciati e nessuno più di questo lo è. Il Margarita perché amo la Tequila, mi piace l’acidità e tendenzialmente bevo drink sapidi.
Ci racconta qualcosa in più su Rem?
Nasce nel 2021 come dicevo ed è l’acronimo di Rapid Eyes Movement, i movimenti veloci che fanno gli occhi quando siamo nella fase più profonda del sonno. Il locale è diviso in quattro stage, come le fasi del sonno, ogni due ore circa cambiamo drink list, luci e musica. Addormentamento, sonno leggero, sonno pesante e fase Rem sono le quattro fasi del sonno e ogni stage si ispira a una di queste.