“Volevamo creare un locale dove il cliente si sentisse a casa, avvolto dalla nostra professionalità e passione”. E ci sono riusciti Alessandro De Luca e Gianluca Picco, founder del Rufus Cocktail Bar di Milano, uno di quei posti capaci di accogliere tanto gli habitué del quartiere quanto un pubblico internazionale per un drink dopo cena o un aperitivo. Le costanti dal 2016, anno di apertura, sono senza dubbio una grande attenzione alla proposta sempre nuova, e alla sua versatilità, e una sviluppata sensibilità verso le esigenze e gli andamenti del settore, grazie a una lunga esperienza dei soci nel mondo del beverage.
L’approccio genuino dei due fondatori, rispettivamente “il braccio e la mente”, come si definiscono, si nota in ogni dettaglio, a partire dalla location, che è stata rinnovata da qualche mese. “Il restyling è stato fatto nel rispetto dello spirito del Rufus Cocktail Bar, è figlio della nostra fantasia: al centro c’è sempre l'idea di creare una sala come una casa, un luogo dove si sta bene”, racconta De Luca.
Rufus Cocktail Bar: la location
La sala principale del Rufus Cocktail Bar
Il Rufus Cocktail Bar si trova in un quartiere residenziale della Milano Ovest, lontano da insegne blasonate. Circondato da ville e palazzi, è un autentico punto di riferimento per la zona. Si viene accolti da una bottigliera di 960 bottiglie: un vero e proprio muro di bottiglie. “Cambiamo sempre, giriamo frequentemente gli alcolici che usiamo, anche perché la drink list varia ogni mese e mezzo”, spiega De Luca. “Solo per quanto riguarda i gin, ne abbiamo 95, ma in passato siamo arrivati ad averne pure 160”, racconta.
La seconda sala del Rufus Cocktail Bar
Uno spazio accogliente, dove ci si sente a proprio agio. “Quando è nato il Rufus, abbiamo pensato che non ci interessava creare il locale alla moda, con l’ultimo pezzo di design, ma far sì che il cliente stesse bene. Chi viene qui vuole passione, qualità e velocità. Nonostante tutte le avversità degli ultimi anni, siamo sempre rimasti fedeli al nostro credo”. Ecco allora i banconi di legno e le lampade verdi in stile inglese, ma anche le nuove panche a muro “comode e morbide", che sullo schienale conservano l'effetto del vecchio divano Chester che caratterizzava lo spazio. “Abbiamo curato noi gli interni, è uno stile che strizza l’occhio al garage e all’industrial, abbiamo giocato con mattone, ferro e legno, andando a recuperare il materiale nella location già esistente ”, spiegano. A caratterizzare l'ambiente, tre scenografici lampadari del Quattrocento.
Rufus Cocktail Bar: ritorno al futuro
Il bancone del Rufus Cocktail Bar
La proposta beverage è curata direttamente da De Luca, forte di una lunga carriera nel settore. “Ho iniziato nel 1993, lavorando come cameriere al vecchio Dixieland Cafè, e mi sono innamorato della notte”, ricorda. Poi, è passato per altri storici locali meneghini come il Radetzky Cafè di corso Garibaldi, ha lavorato in azienda come consulente e ha girato il mondo, dalla Svizzera a Dubai. Come sono cambiati, nel tempo, il pubblico e l’offerta della notte milanese? “Siamo passati per tre fasi: la scena è cambiata molto”, risponde il bartender. “Negli anni Novanta, quando la ‘Milano da bere’ era viva, si usciva e non c’era una grande proposta da parte dei bar, se non i classici del beverage come il Mojito; negli anni Duemila, con l’avvento della mixology molecolare, di nuove tecnologie e di nuovi prodotti dall’estero, è cambiato il servizio: le persone sono state più coccolate con un servizio più attento e professionale, l’affluenza è aumentata”.
Il cicchetto con l'aragosta
“Un’ulteriore evoluzione - prosegue De Luca - c’è stata dopo il covid: per la mia clientela è stato un freno, nel senso che prima cercava di più, per esempio, il gin perfetto. Il pubblico più adulto è tornato a bere regolarmente senza troppi ‘fronzoli’, quindi sono tornati in auge i grandi classici degli anni ‘90 e, all'improvviso, ci siamo trovati al bancone ragazzi di 18-20 anni, curiosi di sperimentare drink nuovi, che prima non eravamo abituati a servire”. Così, non difficilmente, dopo le 23.00, al Rufus si incontra un pubblico molto giovane, “a cui stiamo insegnando a bere bene e responsabilmente", precisa il bartender. “I ragazzi seguono tanto l’onda attuale del gin e, visto che ne abbiamo tanti, vengono sempre con l'idea di assaggiare qualcosa di nuovo. Poi virano sui drink classici, che stanno molto tornando di moda”.
Rufus Cocktail Bar: la proposta
Il cicchetto alle alici
Tra i drink più gettonati, ecco i Martini cocktail e tutti quelli a base vodka e gin. "Cambiando spesso la carta, negli anni abbiamo creato tanti signature: siamo arrivati a quasi 700 drink ideati”, racconta De Luca. Tra i signature da provare, ecco lo Spritz Nero, con base Select, Lambrusco nero secco e ginger ale, un’alternativa molto divertente allo Spritz, perfetta per aperitivo. Per il dopo cena, invece, c’è il Pisco Chulo, “che nasce da una rivisitazione del Margarita, preparato con un terzo di Tequila e un terzo di Pisco”. Da provare anche lo Spicy Sour, una variante del Vodka Sour senza schiuma o altro, a base di vodka, zucchero, limone, zenzero fresco centrifugato e jalapeño. Non manca una bella sezione dedicata ai Mocktail, i cocktail analcolici, che oggi rappresentano sempre più un’esigenza contemporanea.
Lo Spritz Nero
Le proposte food? Durante l’aperitivo, ecco patatine, mais piccante e olive, oltre a una mini carta dei toast, che declina il più classico dei sandwich in sei varianti, dal classico ai farciti. Tratto distintivo del rito pre cena del Rufus Cocktail Bar, poi, sono i Cicchetti milanesi: “Una nostra invenzione, ossia la versione milanese dei cicheti veneziani, nati per servire qualcosa che fosse frugale e veloce, ma qualitativamente importante, nel momento dell’aperitivo”. Ecco allora golose fette di pane farcire con topping che spaziano dalla carne al pesce, alle proposte veg: si va da luganega e friarielli al salmone con panna acida e caviale, dal polpo, gambero o aragosta, fino ad arrivare ai vegetariani (hummus con verdure, tartare di pomodoro con mozzarella). “Per gli intolleranti al glutine - precisa De Luca - proponiamo in alternativa le gallette di riso”. Tutto in pieno stile Rufus.
Tutte le foto sono di Clementina Ghilardi