Classe 1993, Raffaele Forcella è il giovane pizzaiolo alla regia di Rosso Peperoncino di Termoli. La sua storia rappresenta un felice esempio di passaggio generazionale vissuto da un’attività di famiglia. Il Molise esiste è la sua pizza signature, ma è anche una giocosa provocazione. “Ci tengo particolarmente a richiamare l’attenzione sul mio territorio, ancora poco conosciuto e non preso mai troppo in considerazione". La sua pizzeria è una delle attività che la Regione ha riconosciuto come ambasciatrice del territorio e della qualità, con il bando Molise Eccellenze. Un caso di successo, ma anche un punto di riferimento locale per il mondo della lievitazione. Ecco che cosa ha raccontato Raffaele Forcella a Fine Dining Lovers.
Come ha iniziato? Racconti gli esordi dell’attività…
La pizzeria è nata nel 2010, ma i miei genitori dal 1999 avevano un altro locale in centro a Termoli, dove facevano tavola calda e paninoteca la sera. Ma il sogno di mio padre è sempre stato quello della pizzeria, per cui nel 2010 abbiamo aperto Rosso Peperoncino. Io sono cresciuto nel locale dei mie genitori, ma sono nato in sala, mi occupavo di accoglienza e gestione. Poi, all'inizio del 2017, un po’ per conoscere il dietro le quinte e un po’ perché mio papà mi ha portato in laboratorio a vedere gli impasti, ma anche per esigenza di staff (c’era mancanza di personale), ho iniziato ad affiancare papà in laboratorio. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché il mio desiderio di entrare in laboratorio si è realizzato.
Come si è approcciato al lavoro in laboratorio?
All’inizio mi occupavo della farcitura, perché ovviamente non ero in grado di fare un impasto; poi, gradualmente, mio papà mi ha dato le dritte: inizialmente mi mettevo vicino a lui e agli altri che preparavano l’impasto, ma nel giro di 4-5 mesi ho pian piano iniziato, facendo prove e sbagliando. Non è un mestiere che impari in poco tempo. Vedevo che mi dava soddisfazione e mi appassionava, quindi ho deciso anche di uscire da casa e di confrontarmi con il mondo fuori. Volevo scoprire e conoscere altre realtà, ho partecipato all’Università della Pizza di Quaglia e lì è iniziato il mio percorso di studi e di cambiamenti, mi sono aperto al mondo della pizza contemporanea.