Metti una sera a cena a casa di Adelaide. Non una persona qualsiasi, ma la Principessa Adelaide Borghese de la Roche Foucauld, moglie del Principe Scipione Borghese, donna della prima metà dell’Ottocento, colta e generosa. Di tale nobiltà d’animo che volle che un’ala di Palazzo Borghese diventasse la Prima Scuola per Fanciulle Povere con il sogno di “educare quelle bambine meno fortunate a quell'onestà di modi, atti e pensieri che le avrebbe distinte per la loro eleganza”. È negli spazi di questa antica opera filantropica che oggi è ospitato l’Hotel Vilòn, una delizia di charme a 5 stelle lusso, membro della Small Luxury Hotels of the World, con 17 camere e suites.
Uno sguardo all’Hotel Vilòn
Non bisogna essere ospiti delle sue esclusive suite, per poter apprezzare la parte gastronomica di questo hotel (a meno che non si voglia provare il servizio in camera). Gli spazi al piano terra sono stati dedicati alla suddetta Adelaide, con un ristorante che ne rispecchia lo stile elegante e accogliente, nonché il gusto per il bello della proprietà, la Shedir Collection, un gruppo attivo nell’hôtellerie a livello nazionale. Per rendere speciali gli interni, hanno affidato il progetto a Giampiero Panepinto, architetto e interior designer che ha impresso agli spazi uno stile quasi da wunderkammer, da salotto nobiliare in versione contemporanea e più rilassata, con opere d’arte modernissime che si mescolano con pezzi d’antiquariato.
Un aperitivo prima di apprezzare la cucina di Muro
Non è un caso che si venga accolti in quelli che sono gli spazi di un pregiato cocktail bar, denominato appunto InSalotto. Il posto giusto per un aperitivo prima di sedersi alla tavola di Adelaide, dove lo chef originario di Procida, Gabriele Muro, fin dall’apertura ha preso la sua residenza romana. Prima di approdare al Vilòn, Muro ha messo nel curriculum esperienze all’estero, tra le quali realtà stellate in Svizzera e in Spagna, come quella di Ramòn Freixa a Madrid, e in Italia è stato fortemente influenzato negli anni della formazione da Leeman al Joia a Milano. È da Adelaide che ha avuto l’opportunità di dar vita a uno stile personale, fatto di una nuova classicità, in cui la tecnica c’è, ma non diventa protagonista, lasciando questo ruolo a una materia prima di alto livello, che si esprime in una carta che alterna piatti “piacioni” (c’è una sezione dedicata ai classici romani” e prove d’artista, come il menù degustazione tutto vegetariano, intitolato Pachamama (a 120 €), oppure quello intitolato alla padrona di casa, Il mio nome è Adelaide, con una prevalenza di piatti di mare (130 €).
Semplicità apparente e reminiscenze delle origini campane dello chef
Una semplicità solo apparente in cucina, che si alterna l’eleganza di un servizio accurato, il cui direttore d’orchestra è il giovane e talentuoso Simone Freda. Nella nostra esperienza siamo partiti dalla batteria di pani in degustazione, tutti home made, fra cui si fa ricordare il piccolo Casatiello. Quindi un primo approccio con la cucina di Muro con Il Vizietto, un sandwich di mare con harissa e scarola, che è uno degli esempi più lampanti di come nei piatti ricorrano alcune reminiscenze campane, senza scadere nel già visto. La Cicarella nuda è un concentrato di sapore di mare, con la canocchia che d’inverno dà il suo meglio, concentrando il gusto in un fondo quasi carnale.
Quando arriva il piatto In fondo al mar, ai commensali il compito di squarciare la tela, compiere un gesto alla Fontana strappando la copertura fatta con pomodoro, per arrivare al cuore del piatto, che è una sontuosa zuppetta di pesce. Fra i dolci, l’Oro di Procida è un omaggio alla sua terra, ma anche un classico gioco di trompe-l'œil, un dolce limone da riconoscere in un cesto di veri limoni.
Tutte le foto courtesy Adelaide - Hotel Vilòn