A Napoli, il Natale si celebra con una tavola imbandita di dolci tradizionali, veri e propri gioielli della pasticceria partenopea, che rispecchiano la ricchezza e la diversità della cultura gastronomica locale. Venite con noi alla scoperta di queste delizie, in un viaggio goloso tra le specialità dolciarie che rallegrano le festività natalizie in questa meravigliosa città.
Struffoli
Gli struffoli, probabilmente i più famosi dolci natalizi di Napoli, sono piccole sfere di pasta dolce, originariamente fritte nello strutto, che vengono immerse nell'olio bollente, per poi essere avvolte in un velo di miele caldo, impreziosite da canditi di cedro, arancia, zucca e vivaci confettini colorati. Questo dolce, che affonda le sue radici nella cultura greca dove era noto come "strogulos" per la sua forma sferica, è un emblema della semplicità e della generosità napoletana. Un tempo simbolo di dono natalizio, preparato nei conventi dalle suore e offerto alle famiglie nobili in segno di gratitudine per atti di beneficenza verso i più bisognosi, gli struffoli oggi adornano le tavole napoletane, portando con sé il ricordo di un passato di condivisione e di festa.
Mostaccioli
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I mostaccioli o mustaccioli si distinguono per il loro gusto ricco e la loro storia affascinante. Questi biscotti nascono da un impasto sapientemente lavorato, che unisce farina, acqua, zucchero, mandorle, cacao amaro, e chiodi di garofano. Rivestiti da un'irresistibile glassa di cioccolato fondente, i mostaccioli affondano le loro radici in un passato di eleganza e ricercatezza. Il nome, un omaggio ai "mustacchi", i baffi distintivi dell'epoca ottocentesca, rivela un legame storico con la moda e la società dell'epoca. Sebbene alcune versioni più antiche del dolce potrebbero aver incluso il mosto, elemento comune nelle ricette contadine, l'utilizzo di spezie e ingredienti pregiati sottolinea un'origine aristocratica. Ogni boccone di mostacciolo porta con sé un pezzo della storia e della tradizione napoletana, tutte da scoprire durante le festività natalizie.
Cassata napoletana
La cassata napoletana, un gioiello della pasticceria campana, è il dolce natalizio per eccellenza, celebrativo della raffinatezza e creatività della tradizione partenopea. Fu il pasticcere Mario Scaturchio a reinventare la tradizionale cassata siciliana, dando vita a una versione più essenziale e leggera. Questa innovativa variazione, accolta con entusiasmo, si diffuse rapidamente a Napoli, diventando la celebre cassata napoletana che tutti apprezziamo. Questa cassata unisce la delicatezza del pan di Spagna, la dolcezza della ricotta, arricchita con gocce di cioccolato e frutta candita. Ricoperta con una crema di ricotta o una glassa di zucchero, e decorata con frutta candita, questo capolavoro dolciario adorna le tavole natalizie napoletane con il suo fascino unico.
Pastiera
La pastiera napoletana, con la sua inconfondibile fragranza di fiori d'arancio e la sua ricca farcitura di grano e ricotta, è una delle icone della pasticceria partenopea. La preparazione della pastiera è un vero e proprio rito domestico, un insieme di gesti accurati e segreti tramandati di generazione in generazione. Tradizionalmente legata alla festività di Pasqua, questa prelibatezza ha recentemente trovato il suo posto anche nelle celebrazioni natalizie. Ogni famiglia a Napoli vanta una versione unica di questo dolce, variando la ricetta con tocchi personali: alcuni optano per grano tritato, altri incorporano crema pasticciera, mentre alcuni preferiscono escludere i canditi. In ogni caso, il risultato è una frolla friabile e delicata che avvolge un cuore corposo e aromatico, dove grano e ricotta si fondono armoniosamente, arricchiti dal profumo dolce degli agrumi.
Susamielli
I susamielli si distinguono per la loro caratteristica forma a "S". Questi biscotti sono creati a partire da un impasto di farina, miele e zucchero, impreziosito da mandorle tostate, frutta candita e un'aromatica miscela di spezie che comprende cannella, chiodi di garofano, noce moscata e vaniglia, conferendo loro un profumo intenso e avvolgente. Conosciuti anche come "sapienze", i susamielli traggono le loro origini dal Seicento, epoca in cui venivano preparati dalle monache clarisse del Convento di Santa Maria della Sapienza. La storia racconta di tre varianti di susamielli: quelli dello zampognaro, fatti con farina grezza, i susamielli del buon cammino, preparati per i frati e ripieni di amarene, e infine i susamielli nobili, quelli che sono arrivati fino ai nostri giorni, realizzati con farina bianca di prima qualità.
Divino amore
Questi deliziosi dolcetti sono frutto di un impasto di uova, zucchero, acqua e mandorle, arricchito da scorze di limone, vaniglia e canditi. Successivamente, vengono avvolti in ostie, spalmati con marmellata di albicocche e ricoperti di una delicata glassa colorata. Queste paste di mandorla si distinguono per il loro gusto ricco e l'aroma intenso. Le loro radici storiche affondano nel XIII secolo, quando le suore del convento del Divino Amore a Spaccanapoli li crearono per la prima volta, in omaggio a Beatrice di Provenza, madre del re di Napoli Carlo II d'Angiò. Ancora oggi, in Campania, questa ricetta viene preparata con devozione durante le feste religiose, in particolare a Natale, mantenendo viva una tradizione secolare.
Roccocò
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I roccocò vengono preparati con farina, mandorle tostate, zucchero, uovo e bucce d'arancia, arricchiti dal pisto, un'aromatica miscela di cannella, noce moscata, chiodi di garofano, coriandolo e anice. Questi biscotti a forma di ciambella dal diametro di circa 10 cm si caratterizzano per la loro consistenza particolarmente dura, che li rende ideali per essere inzuppati nel Marsala, nel Vermouth o nello spumante. La loro origine risale al 1320, presso il Real convento della Maddalena, dove venivano preparati tradizionalmente per la festività dell'Immacolata. Il nome roccocò deriva dal francese “rocaille”, termine che indica elementi decorativi a forma di roccia o conchiglia, e che nel XVIII secolo avrebbe ispirato anche il termine “rococò”, riferito all'omonimo stile artistico.
Raffiuoli
Questi dolcetti dalla forma ovale e realizzati con Pan di Spagna possono essere in due varianti: una coperta di marmellata di albicocche e pasta reale, e l'altra farcita con una crema di ricotta e chicchi di cioccolato, avvolta in una glassa bianca. È frequente una confusione tra questa seconda versione e la cassatina originale, che, nonostante una somiglianza superficiale, rappresenta un dolce distinto. Il nome deriva dai ravioli di pasta fresca che vengono preparati al Nord Italia, dai quali trassero ispirazione: i raffiuoli furono creati nel Settecento dalle benedettine del monastero di San Gregorio Armeno, che diedero vita ad un raviolo dolce ed iconico della città di Napoli.
Zeppole di Natale
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Le Zeppole dell'Immacolata, tipiche di Castellammare di Stabia ma amate in tutta la Campania, si distinguono nettamente dalle più note zeppole di San Giuseppe. Queste deliziose frittelle dolci sono create con un impasto di farina, patate, lievito, uova, burro, zucchero e scorze di limone, simili agli strufoli del Centro Italia. Una volta fritte, le zeppole vengono ricoperte con glassa al miele aromatizzata con anice, scorza di limone e mandarino e decorate con confettini colorati. Pur portando il nome dell'Immacolata, queste golose creazioni non sono confinate alla sola data dell'8 dicembre, ma vengono gustate per tutto il periodo natalizio, arricchendo le tavole festive con il loro sapore unico e la loro tradizione.
Pasta reale
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La pasta reale, conosciuta anche come pasta di mandorle, è un dolce tipico sia della Sicilia che di Napoli, soprattutto durante il periodo natalizio. Questa preparazione, a base di mandorle, succo di limone, cannella, ostie, uova e bicarbonato, viene plasmata in deliziose forme che ricordano frutta e altri elementi, simili alla celebre frutta martorana siciliana. La pasta di mandorle è un ingrediente fondamentale della pasticceria napoletana, utilizzata per realizzare svariati dolci, come i pizzicotti di pasta di mandorle. Una leggenda narra che Ferdinando IV di Borbone, in visita al convento di San Gregorio Armeno, trovò un buffet preparato per lui dalle monache e composto da aragoste, pesci e polli arrosto. Solo dopo aver assaggiato le pietanze, il re scoprì che in realtà erano squisiti dolci. Questo aneddoto sottolinea la maestria e l'arte della pasticceria napoletana, capace di trasformare semplici ingredienti in creazioni straordinarie.