C’è chi è già noto nel settore, chi ha appena ottenuto qualche riconoscimento e chi, ne siamo certi, si farà presto conoscere. Sono i talenti under 35 selezionati da Fine Dining Lovers, giovani protagonisti del mondo del food che stanno emergendo sempre più nel settore. Diversi tra loro per carattere, storia personale e approccio, ma accomunati da un unico fattore, che diventa il tratto distintivo di un’intera generazione: il cuore che mettono in quello che fanno. Una caratteristica che si traduce in passione, ricerca della consapevolezza e della perfezione. Perché solo così un’attività professionale diventa arte. Solo così si arriva a tutti, trasmettendo il lato più bello ed entusiasmante della professione.
Scopri chi sono i 30 under 35 del food da tenere d'occhio nel 2024 secondo Fine Dining Lovers.
Giovani talenti food 2024: gli emergenti da tenere d'occhio
Charles Pearce, Nordelaia, Cremolino (Al) - executive chef

Classe 1992, Charles Pearce è il giovane chef inglese che sta portando una rivoluzione (quasi) tutta vegetale nel Monferrato. È proprio in Inghilterra che fa proprio il valore della stagionalità, inizia a conoscere gli ingredienti, a lavorare sui prodotti locali e impara a valorizzare il gusto. Si sposta dal Regno Unito a San Francisco, a Milano, dove scopre la grande tradizione italiana e meneghina, inizia a padroneggiarla e a personalizzarla, riuscendo a fonderla con le esperienze internazionali accumulate negli anni precedenti. Nel 2019 inizia a lavorare con Andrea Ribaldone, prima all’Hub di identità Golose, poi come capo di brigata di Garage Italia, poi al Ristorante Lino a Pavia. Dal 2021 è l'executive chef di Nordelaia, dove conduce un ampio progetto gastronomico ideato da Ribaldone e basato sull'economia circolare tra tre differenti proposte: Lorto, dove Charles mette in campo tutta la creatività e la tecnica che lo contraddistinguono; il Bistro, dove regna la tradizione piemontese; il Lounge Bar, dove emerge la provenienza inglese e la passione per la cucina internazionale.
Giacomo Lovato, Borgia Milano, Milano - chef de cuisine ed executive chef

Giacomo Lovato, classe 1990, è lo chef alla regia del ristorante Borgia Milano. Il founder, Edoardo Borgia, ha avuto la bella idea di introdurre il menu Psyche, che offre un’esperienza personalizzata: un percorso creato su misura in base alle preferenze e alle abitudini del commensale, sviluppato attraverso una informale conversazione con il maître. Da una chiacchierata, in cui emergono inclinazioni e abitudini gastronomiche dell’ospite, Giacomo crea un menu in sintonia con le emozioni e i vissuti individuali (cosa non facile da gestire). Il suo percorso? Dopo il diploma presso l’Istituto Alberghiero De Filippi a Varese e un perfezionamento all’Alma Scuola di Cucina Internazionale, muove i primi passi in cucina come chef de partie al Sadler Restaurant, dove resta dal 2010 al 2012. Poi, ricopre lo stesso ruolo da Cracco, per poi assumere nel 2013 il ruolo di sous-chef di Federico Zanasi all'Hotel Principe Delle Nevi, dove resta fino al 2020 in qualità di chef de cuisine. Tra il 2018 e il 2019 lavora anche presso Sadler Porto Cervo e Villa Carolina Resort. Nel 2020, assume la carica di chef de cuisine ed executive chef presso l'Enoteca Regionale Lombarda. Da maggio 2021 lo ritroviamo impegnato al Borgia Milano, come chef de cuisine ed executive chef. I riconoscimenti alla sua costante ricerca sono già arrivati, a partire dalle 2 forchette dalla Guida Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso 2023 e 2024. Dai suoi maestri ha assimilato la precisione, il rispetto per la materia prima e l’attenzione al dettaglio: doti che gli consentono di creare qualcosa di personale e unico.
Elena Orizio, Trattoria Contemporanea, Lomazzo (Co) - pastry chef

Dalla sua infanzia, Elena Orizio, classe 1996, ha abbracciato il mondo della pasticceria e della ristorazione, guidata dalla nonna materna, appassionata di dolci, e dal nonno paterno, custode delle tradizioni culinarie. A 15 anni, varca le porte dell'Istituto Giovanni Falcone di Gallarate, dove incrocia le strade di Davide Marzullo, Andrea Noto e Mattia Piotto, compagni di viaggio che hanno condiviso con lei molti progetti formativi, oggi tutti nella giovanissima brigata di Trattoria contemporanea a Lomazzo (Como), una stella Michelin conquistata in un anno. Tra i primi incarichi di Elena, quello in un ristorante vicino a casa, dove ha l'opportunità di mettersi alla prova e capire le dinamiche del settore, tra dedizione, rigore e sacrificio. Significativa l’esperienza alla pasticceria Buosi, dove esplora il regno del cioccolato, abbracciando tecniche e segreti che alimentano la sua passione per il lato "dolce". Poi, il primo ristorante stellato, I Tigli in Theoria, quindi The market place a Como, dove ritrova gli amici di sempre, Davide e Andrea, e conosce Christian Malatacca. Al The Connaught di Londra, due stelle Michelin, fa uno stage fondamentale per la sua crescita. A gennaio 2020, l'opportunità di lavorare al Noma di Copenaghen invece affina la sua organizzazione e la capacità di contaminare idee. Al rientro in Italia, va al Piccolo Lago a Mergozzo, storico due stelle Michelin. Nel 2021, la sete di cambiamento e la volontà di mettersi alla prova la spingono a unirsi alla brigata del progetto ambizioso di Trattoria contemporanea. Con i suoi compagni di avventura, Elena ha contribuito a dare vita al Contemporary Dining: una cucina fatta di tecnica, audacia, sperimentazione e contaminazione. Come pastry chef, si dedica con passione alla creazione di lievitati per il carrello del pane e a magnifici dolci che evocano l'infanzia e il gioco. Il tutto arricchito da accostamenti e sapori in grado di reinterpretare la tradizione.
Thomas Locatelli, Il Cantinone, Madesimo (So) - sous chef

“Da quando lavora con me, ho rivoluzionato la proposta di pane, grissini e crackers, perché è fortissimo sulla gestione del lievito madre, ma ho anche migliorato i primi piatti, dove ha portato una ventata di freschezza, e ci siamo aggiornati sul mondo dei fermentati in cucina, perché senza dubbio lui è uno dei più competenti sul tema a livello nazionale: è stato tra i primi a introdurre il rejuvelac, una bevanda fermentata che offriamo a fine pasto”. Così Stefano Masanti, chef una stella Michelin al Cantinone di Madesimo (Sondrio), descrive l’operato di Thomas Locatelli, che dal 2022 è il suo fido sous chef. Non è così scontato che uno chef valorizzi l’operato e la professionalità dei propri collaboratori, e l’entusiasmo di Masanti ci ha colpito. Classe 1998, Thomas, dopo il diploma all’istituto alberghiero di San Pellegrino Terme (Bg), ha iniziato a lavorare nel mondo della ristorazione, rivestendo diversi ruoli: stagista, capo partita, sous chef. Tra le sue esperienze principali, una lunga permanenza alla corte di Claudio Sadler, iniziata con uno stage al ristorante stellato, poi l’ingresso nella brigata di Chic 'n Quick by Claudio Sadler, sempre a Milano. Prima di approdare a Madesimo, Thomas ha trascorso una stagione al Piccolo Lago di Verbania, due stelle Michelin, al fianco di Marco Sacco, come chef de partie ai secondi.
Luca Orilia, Visione Restaurant&Living, Barbaresco (Cn) - owner

Classe 1990 e originario di Genova, Luca Orilia scopre il mondo della ristorazione e della sala all’età di 15 anni. Da sempre l’ambizione era quella di aprire un suo ristorante, ma solo dopo una serie di esperienze che gli permettessero di avere una propria e chiara filosofia di ristorazione. Da Villa Crespi all’Hotel Miramare di Sanremo, da Villa Sparina nel Gavi allo storico ristorante Archivolto di Ovada, fin da giovanissimo Luca si è sempre distinto per passione e spirito innovativo in ognuna delle sue esperienze. Nel 2018 apre la Cantina dell’Archivolto - spin off del ristorante storico, un progetto che segue nella sua totalità e una novità inedita per il territorio: una cantina fornitissima e un menu breve, composto da ricette semplici da condividere e accompagnare a una selezione di etichette da tutto il mondo. A ottobre 2023 realizza il suo sogno: apre Visione Restaurant&Living nel Barbaresco, su uno dei panorami più belli delle Langhe. L’obiettivo che si pone assieme alla sua squadra giovanissima, tutta under 35? “Valorizzare le esigenze del cliente attraverso un servizio di sala esclusivo e una cucina poliedrica, fatta di contaminazioni tra il Piemonte, l’Italia e il mondo”. Visione è composto dal ristorante fine dining e dal “living”: uno spazio più informale, dedicato a cocktail, vino e a una cucina “sharing”. Le premesse per un futuro glorioso ci sono. Basti pensare che, a soli tre mesi dall’apertura, il ristorante è entrato nella Guida Michelin 2024.
Zaira Peracchia, 177 Toledo, Napoli - restaurant director e sommelier

Foto Alberto Blasetti
Piemontese d’origine, Zaira Peracchia, classe 1996, è restaurant director e sommelier del ristorante 177 Toledo, apertura dello scorso anno all’interno delle Gallerie d’Italia a Napoli, sotto la guida dello chef Giuseppe Iannotti. Scopre la sua passione per il vino perdendosi nelle dolci colline delle Langhe. Da qui inizia la sua avventura in giro per l’Italia. Tra le sue esperienze, il Cannavacciuolo Bistrot a Torino (una stella Michelin), Villa Crespi (tre stelle Michelin) e l’Antica Corona Reale a Cervere, Cuneo (due stelle Michelin), fino ad approdare a Napoli. Nasce fin da subito una stima e una complicità con lo chef Iannotti e dà vita al ristorante 177 Toledo. “È difficile parlare di vino e non emozionarsi, a me succede sempre. Sono motociclista fin da bambina e credo che vino e moto abbiano lo stesso principio di felicità: una bottiglia di vino è come il serbatoio di una moto, se finisce in fretta e ti rende felice, significa che è quella giusta”. Bastano queste parole per capire l’approccio di Zaira al vino e alla sua poesia: un approccio che pone l’ospite in maniera intima di fronte al calice, alla scoperta di qualcosa di Bacco… e di sé.
Dario Pandolfo, Ristorante Cala Luna, Cefalù (Pa) - executive chef

Cresciuto e formatosi nelle aule dell’Alma, la scuola di alta cucina fondata da Gualtiero Marchesi, Dario Pandolfo (originario di Milazzo, classe 1991) esprime sin da subito quelli che sono diventati i tratti fondamentali della sua cucina: curiosità, ricerca, passione e tecnica. Per coltivarli, fin da giovanissimo, inizia la sua formazione al Terra (due stelle Michelin) a Sarentino, in Alto Adige, cui fanno seguito, negli anni successivi, esperienze al Vila Joya (due stelle Michelin) in Portogallo, poi nella squadra tre stelle Michelin del St. Hubertus a San Cassiano in Badia, sotto la guida di Norbert Niederkofler. Fondamentale per Dario anche la lunga parentesi al Geranium di Copenaghen (miglior ristorante del mondo per The World’s 50 Best Restaurants 2022). Dario Pandolfo è uno dei nuovi volti più apprezzati della cucina siciliana, un autentico “ambasciatore di sicilianità”. Oggi il talentuoso chef è alla guida del Ristorante Cala Luna dell’Hotel Le Calette a Cefalù.
Massimiliano Pala, Cantina Pala, Serdiana (Sud Sardegna) - produttore

Classe 1996, il vino è nel suo DNA. Cresciuto tra i filari, Massimiliano Pala rappresenta la quarta generazione della famiglia Pala, storica azienda nel sud della Sardegna, a Serdiana. La sua passione per il mondo del vino nasce da bambino, grazie al nonno Salvatore e il padre Mario che lo hanno sempre coinvolto nei lavori in vigna. Una passione che cresce con gli studi in viticoltura ed enologia a Conegliano e che lo portano nel 2017 a entrare ufficialmente in azienda. Massimiliano affianca suo padre in tutte le attività in cantina, con grande entusiasmo e voglia di mettersi in gioco. Un giovane che guarda al passato con lo sguardo sempre rivolto al futuro. “Il mio progetto è quello di portare avanti l’azienda di famiglia, mantenendo la sua impronta così legata al territorio sardo, ma allo stesso tempo innovandola. Non voglio che la passione tramandata da mio nonno e da mio padre si perda: continuerò un domani seguendo le loro orme, senza mai dimenticare che il mondo del vino è in continua evoluzione”, racconta. “Spero di essere un giorno il legame tra ciò che è stato e ciò che sarà e di trasmettere lo stesso amore ai miei futuri figli”.
Alessia Rolla, Cantina Nicola, Cocconato (At) - chef

Il suo stile esprime al meglio la direzione che sta prendendo la cucina d’autore contemporanea: raffinata sostanza che parla al cuore. Sì, perché c’è tanto cuore nei piatti di Alessia Rolla. Nata ad Asti nel 1990, è l’executive chef del ristorante Cantina Nicola di Cocconato (Asti) ed è sorprendentemente autodidatta. Cresciuta con l’amore per l’arte e l’architettura, individua la sua vera passione, la cucina, dopo qualche anno di lavoro in uno studio, quando inizia a collaborare con il cognato Federico Nicola, proprietario dell’omonima cantina, oggi affiancata dal ristorante. Da giovanissima, Alessia aiuta a gestire la sala durante il weekend, ma tra il 2013 e il 2014 decide di entrare in cucina. Qui riscopre l’interesse per il buon cibo, trasmessole dalla nonna quando era bambina, e decide di cambiare vita. Incuriosita dalla gastronomia nordica, comincia una lunga fase di studio che dura ancora oggi. Legge, apprende le basi della cucina tradizionale, sperimenta e sogna. Inizia a immaginare piatti essenziali, innovativi, curati in ogni minimo dettaglio. La svolta? Arriva dopo la pandemia, quando usa il suo tempo per consolidare le conoscenze e trovare la sua identità gastronomica. Nel 2020, quando il ristorante riapre, per Cantina Nicola è il momento di scrivere un nuovo capitolo. Forma una brigata giovane e appassionata, poi riorganizza la sala. Con l’idea di proporre una cucina sempre più attenta e personale, capisce che è arrivato il momento di concentrarsi sulla qualità. Impara a gestire in modo funzionale anche gli spazi della cucina, instaura con i collaboratori un rapporto fondato su fiducia e confronto e installa una serra, per mantenere un ambiente idoneo alla coltivazione di diverse varietà di erbe, già coltivate nel piccolo orto. Sempre più ambiziosa, appena può viaggia con la sua brigata alla ricerca di nuovi stimoli. Il suo desiderio? “Dimostrare che, a volte, tutto quello che serve per stupire sono il talento, la dedizione e l’intraprendenza”.
Dario e Matteo Beluffi, Essenza Sushi, Milano - owner

Dario e Matteo Beluffi, rispettivamente nati nel 1993 e nel 1989, sono i due fratelli alla regia di Essenza Sushi, a Milano, insegna vegana e gluten free, che ha colto due settori in forte crescita (il mondo vegetale, privo di derivati animali, e il senza glutine). Dario sognava l’ingegneria, ma dopo il liceo scientifico ha deciso di aprire con il fratello una gelateria con caffetteria. Durante questa prima avventura, la voglia di conoscere nel profondo gli ingredienti e la loro funzione nelle ricette lo porta ad approfondire la chimica degli alimenti. Negli ultimi 6 anni, si è dedicato in maniera esclusiva alla pasticceria vegan, firmando la collana di libri Progetto Veg. La sua filosofia? Dare la possibilità a chiunque di poter godere di uno sfizio goloso e di qualità, a prescindere da intolleranze e filosofie alimentari. Matteo, invece, è il coffee expert del duo fraterno, specializzato in caffetteria vegetale. Il suo amore per il caffè nasce e si consolida tra formazione e competizioni: nel 2013 diventa membro della Specialty Coffee Association e partecipa alla sua prima competizione nazionale di Latte art, conquistando il terzo gradino del podio. Nel 2017, in qualità di Campione Italiano di Latte Art, Matteo rappresenta il nostro Paese ai mondiali, classificandosi sesto al mondo. Oggi è trainer di latte art e caffetteria e, con il fratello Dario, si occupa di consulenza, formazione vegetale, ricerca e sviluppo di prodotti.
Antonio Guerra, Vitique, Greve in Chianti (Fi) - chef

Nel cuore del Chianti Classico, propone una cucina fine dining che sa comunicare con stile e sostanza, non tradendo la tradizione, ma rappresentando una felice voce fuori dal coro. Antonio Guerra, classe 1990, da marzo 2019 è l’executive chef di Vitique a Greve in Chianti, il ristorante del gruppo vinicolo Santa Margherita, all’interno dell’ex distilleria storica Bonollo. Nato in Brianza, di origini pugliesi, ha un curriculum che parla chiaro, con diverse esperienze significative, che sono state fondamentali per la sua crescita professionale. Tra queste, il lavoro al fianco dello chef Luigi Taglienti presso il ristorante Lume di Milano, una stella Michelin, ma anche quello nelle cucine dello chef stellato Giancarlo Morelli e quella con Antonello Sardi, alla Bottega del Buon Caffè di Firenze, una stella Michelin. I piatti che Antonio propone al Vitique sono espressione di una buona tecnica e fanno un ottimo uso della materia prima. Sono appaganti per la vista, il gusto e l’olfatto e declinano il territorio, senza richiami folkloristici. Creazioni che riflettono appieno la sua filosofia in cucina, che non rinuncia a una certa dose di contemporaneità, di ricerca e di continua evoluzione.
Sabrina Giordano, Le Lumie, Marsala (Tp) - restaurant manager e sommelier

A volte, nelle sale dei ristoranti, manca un po’ di cuore. Il calore, l’umanità, il sorriso che percepisci sincero: la vera accoglienza, quella più autentica, che prende (e conquista) nell’intimo, è questa. Ed è proprio così, in modo umano e sincero, che accoglie Sabrina Giordano, responsabile di sala a Le Lumie, il ristorante di Emanuele Russo a Marsala, in provincia di Trapani. Classe 1989, marsalese doc, ha iniziato questo lavoro 12 anni fa. Prima aveva ben altre intenzioni per il suo futuro, ma il valore umano unico che ha trovato in questa professione ha cambiato i suoi piani. Muove i primi passi nei villaggi turistici, senza una formazione professionale, per poi prendere in mano la sala di un’osteria a Marsala. Passa per altre esperienze, a Favignana e Eataly Milano-Roma, prima di conoscere per caso Emanuele Russo, chef e patron de Le Lumie, che stava curando catering del suo matrimonio. “Mi sono innamorata del suo modo di lavorare e ho capito che quello era il mio mondo”, racconta. Così, dal 2021, è diventata restaurant manager de Le Lumie, dove ha trovato la sua “casa”. È cresciuta professionalmente diventando sommelier e frequentando un master di Servizio Sommelier. Oggi regala sorrisi e si sveglia con l’energia più sana e più bella, per iniziare una nuova giornata di lavoro.
Vincenzo Genuardi, Gagini Restaurant, Palermo - pastry chef

Vincenzo Genuardi nasce ad Agrigento nel 1994. Si forma presso la Scuola Internazionale di Cucina Italiana Alma, sotto la guida di Gualtiero Marchesi. Il suo percorso professionale prende forma in diversi ristoranti stellati: per più di tre anni lavora infatti insieme al maestro Ampi Giuseppe Amato nel ristorante La Pergola, tre stelle Michelin che vede alla regia lo chef Heinz Beck, per cui lavora anche al progetto dell’Hotel Metropole (in collaborazione con lo chef Joel Robuchon) e al ristorante Cafè Les Paillotes. Nel suo curriculum si annoverano anche esperienze Al Pont de Ferr, al fianco di Matias Perdomo, all’hotel Four Seasons di Milano e al J.K. Place di Capri. Vincenzo ha deciso di tornare nella sua amata terra, dove attualmente affianca una sua vecchia amicizia al Gagini Restaurant lo chef Mauricio Zillo, con cui condivide l’obiettivo di un progetto gastronomico innovativo, che si traduce nell’uso esclusivo di ingredienti siciliani, freschi e di stagione. Un approccio che è valso al ristorante la conquista di una stella Michelin.
Marco Lombardi, Âme, Frosinone - bartender e co-owner

Scommettere sulla mixology d'autore in una città che non ha mai dato il giusto lustro all’arte della miscelazione è una scelta coraggiosa: è quanto fatto da Marco Lombardi, bartender e co-owner di Âme, cocktail & tapas bar di Frosinone. “Ho avuto le mie più importanti esperienze lavorative in due città: Londra e Rimini”, racconta. Nella capitale britannica, in particolare, ha lavorato per tre anni come “supervisor” dei cocktail bar di Brasserie Zedel e Dishoom. “Mi sono formato in miscelazione presso l’European Bartender School Milano”, precisa. Il suo progetto? “Creare una catena di cocktail bar Âme, che riflettano la nostra filosofia e la nostra idea: ricreare l'atmosfera e il divertimento in diverse città, con piatti dalle influenze spagnole e con ricette che rivisitano i grandi classici della mixology”. Âme, inoltre, sta investendo molto sui vini “naturali” e biodinamici". “Stiamo puntando sulla ricerca nel territorio del basso Lazio, ma anche su prodotti di nicchia provenienti dal suolo nazionale: per noi è importante esplorare un mondo assolutamente nuovo per la realtà della nostra provincia. Un mondo decisamente interessante, che rispetti il naturale processo della produzione vinicola”.
Meskerem Menassi, Dry Milano, Milano - hospitality manager

Classe 1994, di origine etiope e bresciana d'adozione, Meskerem Menassi (per tutti Mascara) è prima di tutto un’amante del buon cibo, del genuino e di tutto ciò che esprime gioia e sentimento. La sua avventura nel mondo della ristorazione inizia all'istituto alberghiero: frequenta i primi due anni in cucina, ma capisce presto che ha bisogno del contatto con i clienti, delle chiacchiere e della condivisione di idee. Arriva a Milano per lavoro nel 2015 e inizia a fare esperienza al ristorante di Filippo La Mantia, dove resta fino al 2021. “Un posto che mi ha dato tanto e una persona che mi ha insegnato molto, aprendo la mia mente sull'ospitalità e sulle sue immense sfaccettature”, racconta. Nel 2022, dopo il covid, ha cominciato a intraprendere il suo percorso professionale al Dry Milano, un luogo che l'ha fin da subito catturata. “È il Locale per eccellenza, con la L maiuscola: la convivialità, la condivisione e l'ospitalità sono il suo biglietto da visita”, commenta. Mascara qui ha trovato la sua dimensione, ma continua ad aggiornarsi. Da sempre è affascinata dal mondo beverage, ma al Dry Milano si è resa conto che aveva poca conoscenza sui miscelati: grazie allo staff del locale, è riuscita a innamorarsi del mondo del bar e, ad oggi, sta facendo un percorso a 360 gradi, che coniuga l'amore per il cibo, il beverage e l'accoglienza. Un compito, quest’ultimo, che svolge molto bene, con il sorriso, nel ruolo di hospitality manager.
Vincenzo Palermo, Più Sud, Matera - pizzaiolo

Portare la pizza d’autore tra i Sassi di Matera è una scelta coraggiosa, che implica un grande sforzo in termini logistici (pensiamo al trasporto dei sacchi di farina), ma soprattutto un atteggiamento rivoluzionario in termini qualitativi. Questa l’ultima impresa professionale di Vincenzo Palermo, alla regia di Più Sud. Ha 31 anni ed è cresciuto a Gravina in Puglia, in provincia di Bari, dove ha iniziato a lavorare a 14 anni. “Mi sono diviso facendo diversi lavori, fino a che ho trovato la mia strada, ovvero la pizza, grazie anche a mia nonna, che ha da sempre alimentato questa mia passione”, racconta. “Dopo le prime esperienze, ho deciso di coltivare questa mia passione, conseguendo un diploma di pizzaiolo”. Nel 2015 l’incontro con Eataly, prima a Eataly Roma Ostiense, dove lavora come pizzaiolo e fa formazione per diventare un responsabile di ristorazione. Poi, l’apertura di Eataly Moscow nel 2017. Nel 2018 partecipa al Campionato Mondiale di Pizza a Parma, per la categoria “Pizza napoletana stg”, e si piazza al primo posto, conquistando il record con il punteggio più alto mai raggiunto. Nel 2019 con Eataly atterra a Las Vegas, poi a Parigi, e la sua pizzeria Eataly Moscow viene selezionata fra le migliori d’Europa da 50 Top Pizza Europe. Poi, avvia Belcanto, fine dining restaurant alla Dubai Opera, dove gestisce la pizzeria, con un controllo sulla produzione del pane. Nel 2022 rientra in Italia: “Con la proprietà, Ruscigno, abbiamo deciso di aprire a Matera una pizzeria di qualità”. L’apertura di Più Sud è avvenuta ad aprile 2023 e in poco tempo sono arrivati i 2 spicchi della Guida Pizzerie del Gambero Rosso. “Molte le difficoltà e le sfide che ho dovuto affrontare con me stesso, ma dopo tanti sforzi posso dire che il duro lavoro ripaga sempre”.
Tommaso Bonseri Capitani, Sunny Valley, Santa Caterina (So) - chef

Portare la cucina d’autore in alta quota, con progetti ambiziosi e coraggiosi, non è cosa da tutti. Tommaso Bonseri Capitani lo fa tutti i giorni al Sunny Valley Mountain Lodge di Santa Caterina (Sondrio). “La mia filosofia di cucina è una testimonianza di profondo rispetto per le tradizioni montane; un'ispirazione tratta dalle esperienze vissute nell'arco alpino. Potrei descrivere la mia cucina come un viaggio culinario che unisce la passione e i ricordi olfattivi e gustativi vissuti nel tempo. Vivo nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio, circondato dalla maestosità delle montagne che amo profondamente, e questa connessione con la natura definisce gran parte della mia vita. Le stagioni qui hanno un fascino unico: dalla rigogliosa primavera alla sontuosa bellezza dell'autunno, sono testimone di una varietà di colori e profumi che cambiano costantemente”. Basterebbero queste parole per capire l’approccio di Tommaso ai fornelli, in un connubio costante con la natura. Il valore del suo operato è altissimo: “Come cuoco, ho l'opportunità di riscoprire e valorizzare i sapori e gli ingredienti dell'arco alpino. La cucina è per me un modo di celebrare le tradizioni culinarie locali, utilizzando ingredienti stagionali raccolti direttamente dalla natura circostante”. Ecco allora piatti che rispettano la sostenibilità ambientale e che, allo stesso tempo, contribuiscono alla conservazione delle radici territoriali. Un operato, quello di Tommaso tra le vette, che non passa inosservato e che lascia un importante segno.
Miriam Lee Masciarelli, Tenute Masciarelli, San Martino sulla Marrucina (Ch) - produttrice

Miriam Lee Masciarelli, brand manager di Masciarelli Tenute Agricole, nasce a Ortona, in provincia di Chieti, nel 1989. Figlia di Gianni Masciarelli e Marina Cvetic, Miriam dimostra precocemente un’indole vivace e curiosa iniziando sin da piccola a viaggiare e a seguire il padre e il nonno in tutte le attività aziendali. Dopo la laurea in Economia e Management conseguita all'università Luiss di Roma, Miriam Lee inizia a lavorare a New York, prima per una società di importazione vini e, successivamente, per un'agenzia di comunicazione e pr specializzata in food & beverage. In seguito all'improvvisa scomparsa del padre Gianni, a soli 18 anni, Miriam subentra al padre nel ruolo di amministratore dell’azienda di famiglia. Recentemente, ha dato un contributo significativo nel ridefinire lo stile del Montepulciano d’Abruzzo doc Riserva Villa Gemma, vino iconico di Casa Masciarelli e uno dei più conosciuti rossi italiani, curandone personalmente la produzione a partire dall’annata 2012.
Federico Salvucci, Fase - Cucina Spontanea, Roma - chef e owner

Nato nel 1995 a a Charleroi, in Belgio, Federico Salvucci è lo chef e proprietario del ristorante Fase - Cucina Spontanea a Roma, in zona Prati. Finiti gli studi in un istituto tecnico aziendale, inizia a lavorare presso un'osteria a Roma, esattamente in via Muggia 14, dove oggi sorge il suo locale. “Dopo pochi anni ho deciso di intraprendere il percorso di studi ad Alma, la scuola Internazionale di cucina italiana a Colorno: una volta diplomato, dopo aver effettuato uno stage a Vicenza presso lo stellato El Coq, e a Roma, da All’Oro, ho deciso di rimanere nella brigata capitolina dello chef Riccardo Di Giacinto, dove ho lavorato per circa 2 anni”, ricorda. Dopo la pandemia, una breve esperienza da Faro - Coffe Specialty, per poi trasferirsi per una stagione a Saint Moritz. “Una volta tornato a Roma, mi sono deciso a riprendere la vecchia osteria dove avevo iniziato, modernizzandola e ristrutturandola completamente”, spiega. Ed ecco che è nato Fase, il 9 dicembre 2023: una nuova apertura che promette molto bene.
Matteo Fiorenzo, Ristorante Butterfly, Marlia (Lu) - sommelier

“Il mio ingresso nel mondo del lavoro è iniziato quando avevo appena 16 anni, parallelamente alla mia formazione presso l'Istituto Alberghiero di Montecatini Terme. Tra gli stage formativi svolti, di grande impatto è stato quello in un ristorante-enoteca situato sulla spiaggia di Lacona, una suggestiva località turistica a Capoliveri, sull'Isola d'Elba”, racconta Matteo Fiorenzo, sommelier al Ristorante Butterfly, una stella Michelin a Marlia (Lu). “Nell'anno successivo, l'azienda mi ha chiesto di tornare, e ho avuto la fortuna di incontrare persone incredibilmente competenti che hanno saputo trasmettermi la passione per il lavoro, in particolare nel mondo del vino”. Terminati gli studi, intraprende un'esperienza in un American bar, dove fa un corso di mixology. Circa un anno dopo, decide di trasferirsi alla Cascina di Montecatini, un locale storico di grande rilevanza locale. “Ho lavorato come barman, ma ho avvertito la necessità di espandere le mie competenze. Così, nel 2017, ho iniziato un corso di formazione presso l'AIS (Associazione Italiana Sommelier), prendendo la decisione di diventare sommelier”. Nel maggio 2019 completa con successo il corso e, tre anni dopo, riceve una chiamata dallo chef Fabrizio Girasoli. “Nonostante fosse un passo emozionante e, in parte, spaventoso, ho accettato l'opportunità. Da luglio 2022, abbiamo avviato una collaborazione fruttuosa presso il Ristorante Butterfly”. Il suo approccio al mondo del vino? “Direi che è stato costantemente guidato dalla curiosità e dal rispetto per le diverse varietà offerte dal mondo enologico, dalle zone tradizionali a quelle più esotiche. Mi impegno a visitare il maggior numero possibile di cantine al fine di ampliare la nostra selezione”. La sua filosofia consiste nel rendere il vino accessibile a tutti, creando un'armonia di sapori e profumi attraverso l'abbinamento con i piatti dello chef. “L'obiettivo è che i ricordi dell’esperienza culinaria rimangano impressi nella mente e nel cuore dei nostri ospiti”.
Taila Semerano, Da Ciccio, Ostuni (Br) - gelatiera

Classe 1991, di Ostuni, Taila Semerano sin da piccola spende il suo tempo tra scuola e laboratorio della pasticceria e gelateria di famiglia, avviata dai nonni nel ‘64. Pur avendo le idee chiare su quale sarebbe stato il suo lavoro, sceglie un percorso di studi più ampio e generico: consegue il diploma di maturità classica nel 2010 e sceglie di intraprendere la facoltà di Economia e management alla Bocconi di Milano. Poi, un master in Marketing e Communication presso la Luiss di Roma, al termine del quale torna a Ostuni, per avviare la sua piccola gelateria nel cuore della piazza storica. “Nel 2014 nasce Ciccio in Piazza con un obiettivo: proseguire l’attività di famiglia, mettendomi in gioco con le mie ricette”, racconta. Taila si focalizza sulla qualità delle materie prime e degli ingredienti, per creare un gelato sano e genuino. Continua a formarsi, partecipa pure a competizioni nazionali e internazionali. Nel 2020, dopo la scomparsa del suo amato nonno Ciccio, sceglie di portare avanti l’azienda di famiglia e di chiudere la sua piccola bottega in piazza. A dicembre del 2021 riparte dalla sede storica, dove oltre alla gelateria, c’è la pasticceria. È qui che continua a fare il suo gelato privo di ogni tipo di scorciatoia e additivi chimici. Sapendo dell’eredità che le sarebbe spettata, Taila inizia già dal 2019 a seguire corsi di pasticceria. “Sono molto grata alla mia famiglia per avermi dato la possibilità di frequentare i migliori corsi formativi. Sarebbe un peccato non evolvere: portare avanti un mestiere e una tradizione di famiglia con consapevolezza significa saper mantenere tutto il meglio del passato e guardare al futuro”. I frutti li sta già raccogliendo: ha appena vinto il premio Gelatiere Emergente della Guida Gelaterie 2024 del Gambero Rosso.
Federico Andreini, Sustanza, Napoli - pastry chef

Nato a Lucca nel 1998, Federico Andreini è il pastry chef dei locali napoletani di proprietà di Luca Iannuzzi: Sustànza, il bistrot ScottoJonno e il ristorante Archivio Storico. Cresciuto in una famiglia “che aveva 40 alberi da frutto e 3 ettari di orto”, si innamora della pasticceria, perché, rispetto alla cucina, gli consente di mostrare la sua creatività. “Dagli stessi ingredienti, uova, farina e zucchero, si possono ottenere risultati molto diversi, solo cambiando le percentuali”, dice. Dopo il diploma linguistico e un corso di pasticceria alla Food Genius Academy di Milano, inizia l’esperienza al 28 Posti, sotto la guida di Marco Ambrosino. Qui si innamora della visione gastronomica orientata al Mediterraneo dello chef e fa proprio questo approccio alla cucina. Dopo un mese, è a capo della pasticceria del ristorante e lo resterà fino al 2019. Poi, l’ambizione lo porta all’Amelia by Paulo Airaudo a San Sebastián, all’epoca 1 Stella Michelin. Qui è responsabile della pasticceria, di stampo classico-francese, dei due ristoranti dello chef italo-argentino e del bistrot dell’Hotel Villa Favorita. La voglia di una dimensione familiare e del contatto con la natura lo conduce all’Hiša Franko di Ana Roš. Dopo aver presentato un menu, entra nella brigata e il suo piatto salato resta in carta 2 anni. Lavora al fianco di Maša Salopek (The Best Chef Pastry Award 2021) e familiarizza con l’uso, nei dolci-non dolci, di ingredienti locali come la pianta invasiva Fallopia japonica, il siero di latte, il formaggio zemljianka, le erbe e i prodotti apiari. Per completare la formazione, va in Danimarca. Qui, nella bakery Bageriet Benji, scopre l’arte del pane con lievito naturale, ma anche sfogliati e laminati. Ambrosino nel 2023 lo richiama in Italia, per il nuovo progetto a Napoli. Federico oggi è responsabile della pasticceria: se da Sustanza firma dessert maturi e complessi, figli di grande ricerca, all’Archivio Storico propone dolci di più facile comprensione ispirati alla tradizione campana, mentre al bistrot ScottoJonno sfoggia le competenze sulla colazione, legate all’esperienza danese. Così giovane, così maturo, così versatile.
Emilio Glorioso, Giardino Mountain, St. Moritz - pastry chef

Con un cognome così, non poteva che collezionare successi nel mondo della pasticceria. Emilio Glorioso, classe 1989, è nato e cresciuto in Sicilia, tra la rocca e il mare di Cefalù. Il suo primo contatto con il mondo del dolce avviene nel 2009, quando inizia la sua esperienza presso la storica pasticceria della famiglia Fiasconaro, a Castelbuono, nel cuore delle Madonie. Anni più tardi, dopo aver conseguito il Master di Pasticceria presso la Cast Alimenti, si sposta dapprima a Padova da Luigi Biasetto, successivamente a Parigi, dove resterà colpito dal fascino francese della viennoiserie. Nel tempo si specializza anche nelle lavorazioni in zucchero e cioccolato e, sotto la guida di Andrea Besuschio, titolare della storica Pasticceria Besuschio di Abbiategrasso (tre torte del Gambero Rosso), consolida il suo curriculum da pastry chef. Un cv che andrà ad arricchirsi ulteriormente con l’esperienza lavorativa presso la Pasticceria Veneto di Iginio Massari, a Brescia. Attualmente Emilio è pastry chef del Giardino Group, presso la location di S.Moritz, il Giardino Mountain. I frutti del suo impegno professionale li sta già raccogliendo: al Campionato Italiano di Pasticceria Seniores che si è appena tenuto al Sigep di Rimini, è salito sul secondo gradino del podio, conquistando l’argento con una pièce in zucchero artistico.
Daria Boeri, L'Adagio, Badalucco (Im) - produttrice e owner

“Già da piccola, viaggiando per il mondo con la famiglia, mi piaceva visitare hotel e capire come cambiava l’ospitalità da città a città”. Così racconta Daria Boeri, classe 1994, produttrice di olio nell’azienda di famiglia, owner dell’agriturismo L’Adagio a Badalucco (Imperia). “Mi sono diplomata alla scuola per il turismo e ho poi trascorso un periodo all’estero per imparare l’inglese”, spiega. Tornata a Badalucco, ha iniziato a lavorare all’agriturismo L’Adagio con la madre, dove la sua presenza è diventata sempre più importante. “Ho cercato negli anni di ammodernare i sistemi di prenotazione e gestione dei clienti. Tengo viva la comunicazione social, per attirare sempre più persone, ma soprattutto per trasmettere la bellezza nella quale ci immergiamo ogni giorno. Mi piace molto il settore ospitalità, ci metto impegno, ma la soddisfazione più grande è vedere i clienti salutare appagati per poi tornare a soggiornare da noi”, racconta. “Curiamo ogni minimo particolare, non vogliamo lasciare nulla al caso. L’ospite deve sentirsi meglio che a casa”. Daria, come racconta, non ha mai perso totalmente di vista la produzione dell’olio, pur concentrandosi sulla gestione dell’agriturismo. “Siamo un sistema familiare: io e mia madre ci dedichiamo all’ospitalità, mio padre e mio fratello invece alla produzione e vendita di olio e olive con l’azienda storica Roi”.
Marco Mostarda, Pasticceria Piccinelli, Brescia - pasticciere e cioccolatiere

Classe 1996, Marco Mostarda nasce a Concesio, un paesino in provincia di Brescia. Nonostante non sia “figlio d’arte”, ha da sempre avuto una forte passione per il mondo della pasticceria. Durante gli studi presso l’istituto alberghiero fa la sua prima esperienza in cucina, lavorando come aiutante al ristorante Miramonti l’altro (due stelle Michelin sotto la guida di Philippe Léveillé). Una volta completati gli studi, inizia la sua prima vera esperienza lavorativa presso la Pasticceria Roberto a Erbusco (Brescia). Qui ha la possibilità di apprendere le basi su cui costruirà la sua intera carriera. La sua grande passione? La cioccolateria e, grazie a colui che considera il suo primo maestro, Massimo Carnio (Campione Italiano di Cioccolateria 2015), Marco riuscirà a sviluppare le sue competenze in questo settore. Poi, torna al Miramonti l’altro, come responsabile di pasticceria, un ruolo che gli permette di esprimere la sua parte più creativa. Qui rimane per un lungo periodo, ma con un’interruzione di due anni, durante i quali vive a Parigi. Nella Ville Lumière conosce il suo secondo maestro, monsieur Jacque Genin, considerato il miglior maître chocolatier del mondo. “Genin mi ha trasmesso l’arte della confetteria e la sua visione della ricerca e del rispetto per l’ingrediente come base di ogni preparazione, compreso il cioccolato”, racconta il pasticciere. Marco ha fatto il suo ingresso in Ampi Giovani e attualmente lavora presso la Pasticceria Piccinelli di Brescia, dove gestisce la produzione della cioccolateria.
Agatino Arena, Delizie di Sicilia, Desenzano del Garda (Bs) - bakery chef

Classe 1993, originario di Catania, Agatino Arena rappresenta la terza generazione di panificatori della sua famiglia. “Da piccolo sentivo il profumo della farina, vedevo le mani bianche: gli impasti erano già parte della mia vita”, ricorda. Dopo il diploma alberghiero, decide di partire: “Avevo un mestiere fra le mani e tanta voglia di imparare, e ho iniziato a viaggiare. Prima tappa Cali, in Colombia”. Si ferma quasi un anno e impara lo spagnolo, ma capisce che non è la sua tappa finale. “Così mi sposto a Parigi: colpo di fulmine, arrivo con un progetto di apertura di sei mesi, ma mi fermo a vivere quasi cinque anni. Mi innamoro totalmente della lingua, della panificazione e dell'arte parigina”. Qui inizia il suo primo vero affondo nel campo della pizza. Si sposta a Londra, “città incredibile dove sto solo cinque mesi, il tempo di rafforzare l’inglese e capire che quando sei busy hai solo una scelta: correre”. Poi, è la volta di Ginevra, dove resta quasi un anno, avvicinandosi così all’Italia. Nel 2017 decide di rientrare in patria. “Ho cercato qualche posto che mi desse un po’ di vibes positive, che ho trovato a Desenzano del Garda”, racconta. Qui apre Delizie di Sicilia, un panificio siciliano che cresce in fretta. “Non conoscevo nessuno: ho tentato a occhi chiusi, siamo partiti in 2, mentre oggi siamo 10 in laboratorio”, spiega Agatino. “Non so se sarà il mio punto di arrivo, ma sicuramente è ciò che finora mi ha dato più soddisfazioni. Ho sempre fame di novità e di imparare cose nuove in questo mondo meraviglioso”. Il suo sogno nel cassetto? “Vorrei osare e aprire anche una pizzeria: ciò che più mi gratifica è affondare le mani nei miei impasti”, risponde il nostro gipsy bakery chef.
Siria Arpino, Le Sireneuse, Positano (Sa) - bartender e bar supervisor

“Ho iniziato a lavorare all’età di 16 anni, in un piccolo bar di paese, cercando di imparare sempre di più quella che stava diventando la mia vera passione: i cocktail e, in particolare, la loro realizzazione. Negli anni ho fatto molti corsi di bar che mi hanno permesso di conoscere il mondo della mixology e di aggiornarmi”, racconta Siria Arpino, nata a Salerno nel 1999. Vive a Minori, un paese gioiello della Costiera Amalfitana. “All’età di 18 anni sono partita per Londra, sia per imparare l’inglese sia per iniziare una crescita professionale che continua ancora oggi”, spiega. “Nel 2021 il mio primo anno presso Le Sirenuse di Positano, dove ho lavorato principalmente in sala. Nonostante non fossi al bancone, questo non mi ha allontanato dalla mia passione, anzi sono riuscita a relazionarmi con i clienti (essendo sempre più soddisfatta dalla loro felicità, grazie soltanto a un semplice consiglio o presentazione del drink che portavo), ma anche a crescere tecnicamente con tutte le belle persone che ho incontrato, a partire da Mattia Pastori”. Da circa un anno e mezzo Siria è a Roma, dove si sta concentrando sulla nuova apertura all’Intercontinental Rome Abasciatori Palace. “Qui, con tutto lo splendido team, abbiamo realizzato una cocktail list con tante tecniche della mixology e ho avuto l’opportunità di occuparmi del laboratorio. Ad aprile tornerò a casa e a Le Sirenuse, dove ricoprirò la posizione di bar supervisor. Ma questo è solo l’inizio di un lungo cammino che mi porterà a raggiungere tanti obiettivi”.
Pierpaolo Portogallo, Barroccino, Firenze - gelatiere e pasticciere

Ha 29 anni Pierpaolo Portogallo, gelatiere e pasticcere, che si è aggiudicato la Menzione speciale per l’Innovazione all’ultima edizione dello Sherbeth Festival, concorso internazionale dedicato all’arte del gelato. “Il mio percorso ha radici nel mondo della pasticceria: ho iniziato da piccolo nel laboratorio di famiglia. Poi, una volta terminato l’istituto alberghiero, mi sono spostato nelle pasticcerie dei ristoranti, dove ho affinato le mie competenze in rinomati ristoranti stellati e fine dining, sia in Italia che all'estero: da Borgo San Jacopo a Firenze all’Humphry’s Restaurant Stokepark, nel Regno Unito. La mia formazione è proseguita presso la scuola di Cast Alimenti, a Brescia”, racconta. La passione per la creazione di sapori unici e la ricerca della perfezione si riflettono nelle sue creazioni. “Tra le esperienze più importanti, quella nella Gelateria Edoardo - il gelato biologico, dove ho imparato a valorizzare la massima qualità e l'amore per questa arte”. Oggi insegna anche per la Bravo Gelato Campus di Firenze. “Attualmente sto collaborando con la gelateria Barroccino (abbiamo in cantiere l’apertura di un negozio) e seguo il gelato della start up David la Gelateria: in entrambi i negozi ci concentriamo su un approccio ‘gourmet’ al gelato. La nostra filosofia si basa sulla ricerca di materie prime di qualità e ingredienti locali, con una particolare attenzione alla sperimentazione”. Il suo è un approccio creativo: “Lego ricordi di viaggi e di vita a ogni creazione. Sperimento anche piatti salati, dolci tradizionali e dessert al piatto, trasformandoli in gustose varianti gelato”, precisa. Al momento sta collaborando con uno sviluppatore di software, per implementare soluzioni innovative. “Abbiamo creato due app, la bilancia smart e l'app per lo stivaggio del gelato nel freezer: queste soluzioni non solo ottimizzano la produzione, velocizzando i tempi, ma riducono anche consumi e sprechi”. Perché ha scelto il mondo gelato? “Mi ha offerto un perfetto equilibrio tra vita professionale e personale, consentendomi di costruire una vita al di fuori del lavoro”.
Ciro e Antonio Tutino, Bro, Napoli - pizzaioli e founder

Ciro e Antonio Tutino, rispettivamente classe 1992 e 1998, sono due giovani fratelli appartenenti a una famiglia di pizzaioli da cinque generazioni, fondatori della pizzeria Bro, in piazza Mercato a Napoli, inaugurata a novembre 2019. A loro va il merito di aver scommesso sull’antica tradizione della pizza a ruota di carro, quintessenza della napoletanità, interpretata in chiave contemporanea. I due ‘Bro’ si dividono equamente i compiti: al bancone delle pizze c’è Ciro, mentre in sala c’è Antonio. Il locale si caratterizza per la sua architettura moderna, un parallelepipedo a due piani al centro della piazza, con una facciata chiara. La filosofia di Ciro e Antonio si intuisce già dall'aspetto del loro locale: “partire dalla tradizione, dalla piazza e dalla classica pizza a ruota di carro, ma con uno stile rinnovato, con un design e vari ‘aggiustamenti’ in chiave moderna, senza perdere autenticità”. La pizza proposta da Ciro, infatti, si ispira alla tradizione della rota e carrett, ma con qualche messa a punto: 36 cm di diametro, 260 grammi di panetto, cornicione appena pronunciato e leggermente croccante. “L'impasto idratato all’80% viene realizzato con una miscela di farine di tipo 1, tipo 2 con avena e tipo 2 macinata a pietra e subisce una lunga lievitazione (tra le 30 e le 36 ore) per garantire leggerezza, digeribilità e un sapore autentico. Anche la cottura è studiata ad hoc: invece dei soliti 450 gradi, la temperatura è impostata sui 380-400 gradi e invece dei 60-90 secondi viene cotta per 120 secondi”, spiega. Gli ingredienti usati sono selezionati e spesso rappresentano vere eccellenze del territorio campano. I riconoscimenti non sono mancati, a partire dai due spicchi della Guida Gambero Rosso, oltre all’'inserimento nella lista delle migliori pizzerie d'Italia secondo le Guide de L'Espresso e 50 Top Pizza 2022 e 2023. “Siamo orgogliosi di offrire ai nostri clienti una pizza tradizionale ma al contempo contemporanea: fatta, pensata, condita e cotta come piace a noi, valorizzando i sapori autentici e le eccellenze locali”, commentano i giovani Bro.
Alessia Bellafante, Gesto, Milano - bar manager

Classe 1997, Alessia Bellafante nasce in provincia di Milano. Dal 2016 al 2020 lavora in diversi cocktail bar di Porta Venezia, ll rainbow district milanese, tra cui Leccomilano. Nel 2021 si sposta al Cera in via Sirtori e poi all’Unseen, ad aprile 2022. L’ultima sua avventura come bar manager di Gesto - Better than before, da ottobre 2023. “Il mio stile di miscelazione pone un’attenzione particolare al cliente. Fin dagli inizi del mio percorso ho trovato tanto affascinante quanto stimolante la sperimentazione: ecco perché, ogni volta che realizzo una nuova ricetta, provo a introdurre qualche tecnica a me sconosciuta”, racconta. “Nonostante l’utilizzo di metodi di preparazione dai nomi assurdi (fat wash, milk punch, kombucha e scooby vari), il mio obiettivo è quello di ottenere un risultato che sia semplice e immediato per ogni palato”. Il suo motto? “Less is more: il pubblico a cui io mi rivolgo richiede semplicità, dunque sono felice che ci sia questa affinità tra me, le mie ricette e il consumatore”. Una ricetta di cui Alessia è particolarmente orgogliosa è Posh Rosé - “un drink rosa per ogni drink list ci deve essere!”. Si tratta di un cocktail a base di vodka infusa al lampone, estratto di radicchio rosso, vino rosé e yogurt al cocco, realizzato sfruttando la tecnica del milk punch, che conferisce colore limpido e texture estremamente setosa. “Questo drink è l’espressione di bilanciamento: nota acidula del lampone e del rosé addizionate a quella amaricante del radicchio e a quella più dolce del cocco esplodono al palato in una bomba di ricordi: a metà tra un frutto e uno di quei gelati dal gusto tropicale di qualche anno fa”.