Boom di nuove aperture a Milano. Tra dicembre 2023 e gennaio 2024 sono tanti gli indirizzi che hanno inaugurato o raddoppiato all’ombra della Madonnina. Locali diventati in pochissimo tempo dei “cult”, come Gloria, ma anche noti spazi completamente rinnovati, come Manna, o ristoranti che affiancano format già esistenti come quello di Casa Bi, nato dall’esperienza del gruppo Bioesserì.
Non mancano cambi di regia e opening di nomi celebri nel capoluogo lombardo, a partire da Max Mariola, chef e volto televisivo, che ha aperto il suo primo ristorante in città. Pronti per una panoramica completa dei nuovi ristoranti a Milano? Ce n’è per tutti i gusti, dalla cucina giapponese allo street food, dalla boutique monoprodotto che si concentra sulle frittatine napoletane alla pizza, passando per le proposte d’autore e le polpette. Scoprite, qui di seguito, le nuove aperture da non perdere a Milano.
Ristoranti a Milano: le nuove aperture 2024
Gloria
Ha aperto a inizio dicembre in via Tivoli, in pieno centro a Milano, Gloria. Si tratta dell’ultimo ristorante italiano firmato da Big Mamma, gruppo internazionale costituito da una squadra di italiani e di appassionati da tutto il mondo, uniti dalla volontà di far conoscere la cultura nostrana più autentica, con la sua cucina e i suoi prodotti. La nuova apertura arriva dopo un decennio di attività, in cui non sono mancati successi imprenditoriali in tutta Europa, da Pink Mamma e La Felicità a Parigi, al Circolo Popolare e Jacuzzi a Londra, dal Bel Mondo a Madrid a Edmondo ad Amburgo.
“Abbiamo finalmente realizzato il sogno di ritornare in Italia, in Brera nel cuore di Milano”, raccontano. Ecco allora un locale dal mood fastoso anni ‘60, che accoglie gli ospiti in un'atmosfera chiara e vivace. Un ampio spazio che contempla più di duecento coperti, con tanto di cucina a vista, dove assaporare i classici della tradizione italiana, non privi di influenze e suggestioni che arrivano da altri Paesi come Francia, Inghilterra, Spagna e Germania. Le proposte vanno dall’aragosta grande con salsa olandese al coniglio alla ligure, fino ai cocktail, preparati allo scenografico bar in marmo toscano.
Nobuya
Foto Moscheni
Sempre a dicembre, in zona Cadorna ha aperto Nobuya. Si tratta della prima insegna dello chef Niimori Nobuya. Originario di Tokyo, più di venti anni fa ha deciso di trasferirsi in Italia e, dopo varie esperienze in tutta la Penisola e nel capoluogo lombardo, ha aperto finalmente Nobuya, il primo ristorante che porta il suo nome, assieme all’imprenditore Andrea Lin, da sempre nel settore della ristorazione. Un punto di arrivo, ma soprattutto un nuovo inizio, per poter sperimentare e mettere in pratica un’armonia culinaria inedita: ingredienti homemade, tecniche e materie prime creano tra loro un dialogo fluido tra la cultura gastronomica giapponese e quella italiana, dando un nuovo significato alla tradizione.
Ingredienti secondo mercato e un menu del giorno che varia in base alla disponibilità dei prodotti e alla stagionalità. Le proposte spaziano dal brodetto alla giapponese (zuppetta ushio shiru, con scorfano, calamari, vongole, cozze e verdure) al tonkatsu, la cotoletta di maiale tipica dei menu giapponesi, riproposta con capocollo lucano, sino a piatti vegetali come le crocchette di patate con kinpira di carote e radici di loto.
Casa Bi
Si chiama Casa Bi e ha inaugurato da poco più di un mese in piazza Tre Torri a CityLife: è il nuovo format firmato dal gruppo Bioesserì (che conta già due locali a Milano, in Brera e in Porta Nuova). Cucina familiare e di tradizione sono i must attorno cui ruota questo ristorante, che occupa uno spazio di 350 metri quadrati per un totale di 100 coperti. Una casa del gusto e dell’accoglienza, che di fatto evolve il format Bioesserì, ma allo stesso tempo segna una linea di continuità con l’approccio dei patron, i fratelli Vittorio e Saverio Borgia, da sempre alla ricerca delle migliori materie prime e della qualità, proponendo una cucina sana e golosa allo stesso tempo.
Federico della Vecchia, executive chef del gruppo, è sempre alla guida della cucina. Il menu? Si rifà al calore mediterraneo e ai piatti della tradizione familiare: dallo Spaghetto ai 4 pomodori alle Chitarrine cacio e pepe, dal Risotto alla milanese con ossobuco alla Crema di patate, funghi croccanti, gel di prezzemolo e la sua polvere, alla Panzanella di polpo con pomodorini pachino. Non manca la pizza, figlia di un impasto a base di farine macinate a pietra e di una lievitazione naturale di 72 ore.
Iyo Temporay
Tra le novità di gennaio 2024 c’è Iyo Temporary, il nuovo temporary restaurant di Iyo Experience (una stella Michelin), che il 31 dicembre 2023 ha chiuso in via Piero della Francesca, per rinnovare i locali della sede storica. Così, per tutta la durata dei lavori, il ristorante di Claudio Liu si trasferisce in piazza Alvar Aalto, tra i grattacieli di Porta Nuova, a pochi metri dai due ristoranti del gruppo, il fine dining di cucina libera Aalto e il banco tradizionale giapponese Iyo Omakase. Il temporary sarà attivo sino all’estate, quando termineranno i lavori di restyling in via Piero della Francesca, nella sede storica. In piazza Alvar Aalto si ritrovano gli stessi protagonisti: l’accoglienza di Ilaria Hu, il servizio di Erik Culzoni e i pairing di Danilo Tacconi.
Anche il menu, sempre a cura dell’executive chef Katsumi Soga e del pastry chef Luca De Santi, resta fedele alla filosofia di Iyo Experience, propone sushi innovativo e alta cucina giapponese contemporanea, con una selezione dei piatti storici del ristorante, oltre a “special”, creati ad hoc per la sede temporanea: dall’Agemono mix (fritti di crostacei e calamari, da intingere in una bisque e una maionese allo yuzukosho) al Suzuki Amaebi Roll (uramaki con branzino, gambero rosso, tempura di funghi enoki, con dressing al sedano), a dolci come Pistacchio, yogurt e lamponi.
Manna
Foto Maurizio Camagna
La “nuova era” di Manna è stata ufficialmente inaugurata. Nuovo corso per il ristorante di Matteo Fronduti, che da sempre si posiziona in una periferia fisica e mentale della gastronomia, proponendo una cucina lontana dalle mode, autentica e audace, vera voce fuori dal coro. Dopo 15 anni, lo chef patron ha deciso di “cambiare tutto per non cambiare niente”: il locale è stato completamente demolito e ristrutturato, e ha riaperto con un nuovo stile, conservando la sostanza e l’ideologia di sempre.
Il risultato? Un ambiente rinnovato, attento al comfort del cliente e dei lavoratori, che coinvolge la disposizione degli spazi, l’illuminazione e l’acustica. Ecco allora una sala e una cucina più ampie, oltre al nuovo cocktail bar, dedicato ai clienti del ristorante, ma anche a chi, dalle 18.00, vuole bere e mangiare qualcosa, senza per forza accomodarsi a tavola. La cucina resta fedele a se stessa: non etichettabile, fatta di contrasti e sapori decisi, disinibita e capace di usare gli ingredienti in maniera riconoscibile. Tra le novità gastronomiche, una carta ridotta (composta da poco più di 10 piatti) e tre menu degustazione che raccontano il passato, il presente e il futuro di Manna. Segnaliamo anche il pranzo di lavoro (due portate a 25 euro).
Tina Maccheroni
Foto Elisa Scotti @elysscott
Si chiama Tina Maccheroni il primo ristorante fast food dedicato alla frittata di pasta non fritta. Si trova in viale Bligny 29 e vede Edoardo Notizia, il creativo e private chef partenopeo conosciuto anche come Masterchedo, co-founder assieme a Francesco Guarnera, imprenditore napoletano, ceo dell'azienda con esperienza verticale nel settore del food. Aperto tutti i giorni dalle 12.00 alle 22.00, declina in tante variazioni sul tema la mitica frittatina napoletana, consacrandola in un ruolo da protagonista, in una inedita versione al forno.
Ecco allora che nasce “Tina”, la frittatina di “maccheroni” che non viene fritta, preparata rigorosamente con i bucatini. Tra i gusti a scelta, la Piennolo, con uova bio, fior di latte, basilico, pomodoro del Piennolo del Vesuvio dop, ma anche la Tina alle Patate, a base di uova bio, patate di Avezzano, pancetta affumicata, provola affumicata e basilico.
Max Mariola Ristorante
Max Mariola ha appena inaugurato a Milano il suo ristorante in via San Marco 26, nel cuore di Brera. Il claim si rifà al suo ultimo libro di ricette, The Sound of Love, e campeggia con un corsivo luminoso nell’ampia e colorata sala. Lo chef e conduttore tv ha ufficialmente aperto il sipario sul suo nuovo locale con una grande festa, il 24 gennaio. Bagno di folla e grande attesa per l’indirizzo targato Mariola, che - come molte delle ultime aperture meneghine - prevede due ambienti principali: il bancone del cocktail bar, con la proposta beverage, e la cucina a vista, con il suo variegato menu.
In carta non mancano piatti romanissimi come l’amatriciana e la carbonara, ma c’è posto pure per il risotto, per la carne di razza piemontese e per le proposte vegetali. Pronti a scoprire l’avventura milanese dello chef romano? “Magnamo bene”, per dirla con il suo motto.
Varrone Pizza
Il 24 gennaio ha inaugurato anche un altro indirizzo a Milano: Varrone Pizza. Si tratta di un’insegna sorella de La Griglia di Varrone, noto ristorante di carne di Massimo Minutelli. Dopo Lucca, ora il patron ha deciso di aprire anche a Milano il locale dedicato ai lievitati, in Via Faruffini 15. “Vogliamo valorizzare l’italianità della pizza”, racconta Minutelli, "e la nostra proposta gastronomica si basa sulla selezione di materie prime di alta qualità e sulla ricerca dei migliori produttori nazionali e internazionali".
Et voilà un menu ricco, che declina le pizze in classiche e sperimentali, che prende per la gola con focacce della tradizione e frittatine napoletane. La pizza viene proposta in due cotture: fritta e al forno. Molta attenzione viene riposta nella selezione degli ingredienti, tra prodotti biologici e presidi Slow Food. L’impasto della pizza? È realizzato con farine macinate a pietra, con il metodo poolish: un impasto indiretto che consente di sviluppare profumi e aromi, con pizze leggere, lievitate da 48 a 72 ore.
Polpetta
A Milano, nel cuore del Tortona design district, vicino Porta Genova, è approdato anche il format di Polpetta, quinto locale del gruppo (il primo nel capoluogo meneghino) che propone grandi ricette della cucina romana, e oggi anche lombarda, declinate in un format originale. “Tutto è polpettabile” è il motto di questo brand capitolino ideato dallo chef Giovanni Nerini e dai soci Andrea Laurenza, Alessio Di Cosimo e Salvatore Iannicelli: un format di ristorante che mette al centro della sua proposta la regina della cucina italiana, sua maestà la polpetta. Declinata non solo in maniera tradizionale, ma anche in tante variazioni sul tema, per soddisfare ogni palato.
Si spazia dalle proposte senza glutine a quelle vegetariane, dal salato al dolce. Così, i piatti della cucina italiana (e non solo) vengono racchiusi in una panatura croccante e dorata: si va dalle classiche polpette fritte alle iconiche al sugo, da salsiccia e friarielli alle polpette “Romane”; da quelle cacio e pepe alle polpette di saltimbocca alla romana, a quelle di carne in salsa teriyaki, di ispirazione nipponica. Non mancano proposte alternative come i primi, oltre all’aperitivo… per un insolito pre cena.
Miro Osteria del Cinema
Non si tratta di un vero e proprio new opening, ma di un cambio regia in cucina. Si respira aria di novità da Miro Osteria del Cinema, il ristorante all'interno di Anteo Palazzo del Cinema, che vede alla regia i giovani imprenditori Andrea Vignali e Daniele Rosa. Qui è approdato lo chef Vincenzo Artadi Carbajal, classe 1993, nato a Roma da genitori peruviani. Con il suo arrivo, il locale prende una nuova direzione che scommette sul gusto, tra sapori decisi, ricette ancorate nella solidità della tradizione e comfort assoluto. Il set perfetto tra cinema e gastronomia, così, da gennaio 2024 inaugura un nuovo corso: il menu di Miro ora è un’esaltazione dei grandi piatti della tradizione italiana.
Non mancano veri e propri piatti da Oscar, come Big Night (pasta al forno / ragù), La grande bellezza (carciofo alla giudia) e Wonka (profiterole / cioccolato Uganda 66% / panna montata). Tra le novità, ecco piatti che lasciano più spazio alla sperimentazione, quali Kali (risotto / cavolo nero / limone salato) e la possibilità di ordinare diversi contorni in condivisione. Da non perdere Incontri ravvicinati del terzo tipo, il mitico purè di patate. Inoltre segnaliamo la speciale iniziativa di Miro, “Il cinema mette fame”: da domenica a giovedì, sarà possibile assistere a una proiezione e, a seguire, godersi un pranzo (solo sabato e domenica) o una cena al ristorante (1 portata, acqua e coperto) con un unico biglietto al prezzo di 20 euro. Una buona notizia, in una Milano sempre più cara.