Dopo il Fine Dining, è l’ora del Fine Drinking. È questo che emerge da questa quarta edizione del Roma Bar Show, l’appuntamento italiano del settore beverage e mixology, che riunisce nella capitale bartender, consumatori e aziende da tutto il mondo. Addetti ai lavori e appassionati, alla ricerca di un modo sempre più evoluto per bere bene (e responsabilmente).
Fin dal primo anno nella cornice dell’Eur, al Palazzo dei Congressi, il format ideato nel 2019 da Andrea Fofi, Fabio Bacchi, Giuseppe Gallo e The Jerry Thomas Project (Alessandro Procoli, Antonio Parlapiano, Leonardo Leuci, Roberto Artusio) ogni anno conta sempre più ingressi: oltre 15 mila quest’anno, nonostante fossero stati scelti due giorni feriali per la fiera, 230 aziende partecipanti, oltre 100 ospiti internazionali.
Tendenza no & low alcol
Innumerevoli i drink preparati nella due giorni di manifestazione. Va detto che la maggior parte di essi erano long drink, molti perfino zero alcol, a conferma della tendenza internazionale di abbassare il tenore alcolico dei drink: il vero trend, dicono gli esperti, oggi sono i drink low & no alcol. Un esempio? Il Chinò Sling proposto da Sanpellegrino: ispirato agli Sling (cocktail a base di vermouth, succo di limone, sciroppi e amari, che vede l’esempio più famoso nel Singapore Sling), è un drink ambrato che si può preparare sia in versione alcolica che analcolica. Nel primo caso la ricetta prevede di mescolare il Chinò Sanpellegrino con uno sherbet all’arancia e un amaro; con un liquore botanico no alcol, aromatizzato con erbe e spezie, per la versione “virgin”.
Sostenibilità in bar e fine dining
Numerosi gli eventi, fra cui uno dei più apprezzati e seguiti è stato il seminario che si è svolto nell’Auditorium, il palco principale, organizzato da Sanpellegrino, dal titolo “Sustainability from bar to fine dining”. Un’occasione che ha portato sullo stesso palco un esponente del fine dining, lo chef stellato Richard Abou Zaki del Controluce di Porto San Giorgio, e una testimone e fautrice dell’evoluzione del fine drinking, Margarita Sader, bartender e fondatrice del Paradiso di Barcellona, un bar che è stato avanguardia, già migliore bar del mondo per la classifica World’s 50 Best Bars nel 2022 (“da noi vengono a bere i fratelli Adrià", confessa Margarita).
L’occasione di mettere a confronto un modo di cucinare e concepire l’ospitalità (Zaki ha preparato in diretta il suo cavallo di battaglia, il Riso Adriatico, un risotto che viene “tirato” con un brodo di oliva ascolana e che va ad adagiarsi su un filetto di ricciola), con un modo di miscelare e ragionare sulla base della sostenibilità (Margarita ha preparato un drink sodato con una piccola sorpresa in cima: una moneta d’oro edibile che è un’opera di recupero). Il Paradiso di Barcellona, infatti, da anni si distingue per il suo impegno green e no waste. “Nella ristorazione fine dining - ammette Zaki - gli scarti sono sempre tanti. Per avere un filetto di ricciola, per esempio, avanzeranno tutte le altre parti del pesce. Ma bisogna essere intelligenti e recuperare tutto, pensando che non facciamo solo cucina per la linea del fine dining, ma anche per lo staff e da noi lo staff mangia sempre benissimo”.
In un modo o nell’altro, il trucco è essere smart, quindi.
Sostenibilità è anche fare squadra
Ma sostenibilità è anche vivere in un contesto lavorativo sano, sia nel mondo della ristorazione che in quello del bar. È la testimonianza portata dallo stesso Zaki, che parlando della sua formazione ha ricordato i due principali passaggi della sua gavetta: a Londra da Le Gavroche, alla corte di Michel Roux (ora chiuso) dove racconta di aver imparato a stare in cucina ed essere rigoroso, ma a discapito della qualità della vita. Una nuova prospettiva a questo aspetto, che ha riportato nella sua esperienza da solista, l’ha invece imparata da Bottura: “All’Osteria Francescana ho capito cosa significasse essere una famiglia e una grande squadra e quanto questo fosse importante per il benessere del team”.
Analoga esperienza riportata da Margarita Sader, che ugualmente crede nella squadra e al Paradiso persegue la sostenibilità anche umana sul luogo di lavoro. E aggiunge l’importanza della diversity e delle quote rosa in un mondo come quello della miscelazione (ma anche della ristorazione), in cui la presenza delle donne è ancora minoritaria, benché in costante ascesa. “Il 26 e 27 maggio ospiteremo a Barcellona una grande manifestazione di empowerment, con grandi professioniste della bar industry riunite per miscelare e discutere insieme della nostra community al femminile”.
I premi di Roma Bar Show 2024
Last but not least, i premi assegnati durante la manifestazione: i Roma Bar Show Awards, giunti alla seconda edizione e che hanno visto come personaggio dell’anno il mitico Peter Dorelli, a cui è stato riconosciuto il Premio alla Carriera, entrando di diritto nella Hall of fame della manifestazione. Andando sulle nuove leve, è Dario Tortorella de L’Antiquario di Napoli il Best Italian Bartender. Mentre il premio come Best Italian Cocktail Bar, sponsored by Perrier, è stato vinto dal Rita Cocktails di Milano.
A Pagani in provincia di Salerno, troviamo Cinquanta - Spirito Italiano, il cocktail bar che ha vinto il premio per la Best Social Media Presence. Per la categoria Best Food Program, premiato il Moebius di Milano. A Venezia troviamo invece il Best Italian Hotel Bar, ovvero l’Arts Bar at The St. Regis Venice, mentre il premio alla novità dell’anno, il Best Italian New Cocktail Bar, è stato vinto dal Nite Kong di Roma, spin-off del più famoso Drink Kong aperto nel 2018 da Patrick Pistolesi e company.