È stata svelata oggi, 21 marzo 2024, la giuria italiana di S.Pellegrino Young Chef Academy 2024-25, il concorso internazionale di cucina che scova i talenti under 30 provenienti da tutto il mondo, nell’ambito di un ampio progetto che consente ai giovani chef di entrare a far parte di un programma di formazione permanente e di un network globale. “Nelle ultime cinque edizioni più di 10 mila chef under 30 hanno fatto application per il concorso che punta a scegliere il migliore giovane chef under 30 del mondo”, ha detto Valeria Raimondi, direttore editoriale di Fine Dining Lovers e di S.Pellegrino Young Chef Academy, al momento dell’annuncio, avvenuto all’hub internazionale di cucina di Identità Golose a Milano.
La competizione, giunta alla sesta edizione, è aperta a giovani under 30 che hanno lavorato in un ristorante per almeno un anno come Executive Chef, Chef de Cuisine, Sous Chef, Chef de Partie o Commis Chef. Per partecipare, devono proporre un piatto signature che esprima la visione personale, l’approccio gastronomico e la propria creatività. La candidatura può essere presentata entro il 19 giugno 2024 (il regolamento completo è sul sito di S.Pellegrino Young Chef Academy).
Come sempre, giocheranno un ruolo fondamentale le giurie regionali, che per ogni area geografica decreteranno il vincitore che accederà alla finalissima, in programma a Milano nel 2025. Scoprite qui di seguito chi saranno i cinque giudici che valuteranno i 10 finalisti italiani, scegliendo il giovane chef che rappresenterà l’Italia alla Grand Finale del prossimo anno.
Il talk di Spyca: i protagonisti di ieri e di oggi
Prima di scoprire la giuria, un talk condotto da Valeria Raimondi ha introdotto S.Pellegrino Young Chef Academy, chiamando in causa i protagonisti di ieri e di oggi. Ecco dunque sul palco Paolo Griffa, vincitore italiano della prima edizione della Competition nel 2015, Michele Antonelli, vincitore italiano dell’edizione 2022-23 e Andrea Aprea, giudice e mentore dell’ultima edizione. “Che cosa è cambiato nel vostro percorso dopo l’esperienza con Spyca?”, ha chiesto Raimondi. “S.Pellegrino ci ha permesso di conoscerci e di instaurare delle amicizie con chef da tutto il mondo: è stato bello capire e sapere cosa stava accadendo nel mondo con i nostri coetanei. Avete saputo creare un gruppo internazionale e, anno dopo anno, il gruppo si è ampliato, creando gruppo con i nuovi concorrenti della Competition”, ha risposto Griffa. “Spyca è più una sfida con se stessi, e questo me lo ha insegnato chef Aprea, e mi porto dietro questo valore che mi ha trasferito lo chef a livello personale, abbiamo lavorato molto su questo: è uno stimolo", ha detto Antonelli.
“La mentorship è uno dei valori principali di Spyca, perché durante la competition ogni finalista ha un mentor che lo accompagna", ha sottolineato Raimondi, introducendo Andrea Aprea. “Per me è stato un momento di scambio e di crescita, capire cosa potevamo portare insieme è stato importante: la componente umana è stata la cosa più importante, c’è stato un confronto intenso soprattutto sulla comunicazione di quello che faceva”, ha commentato Aprea. “Anche io come mentore e giudice mi sono trovato con gente che non conoscevo e abbiamo approfondito i rapporti. Vedere Michele così appassionato mi ha dato la carica: se non hai dall’altra parte chi ti ascolta è un problema. Confrontarsi con un giovane è linfa”.
Il consiglio rimasto più impresso durante l’esperienza? “Io ho avuto Cristina Bowerman come mentor, con cui è nato un bel rapporto: è stato il confronto, il mettersi in gioco, l’aprirsi agli altri”, ha ricordato Griffa. “Non avrai mai una seconda occasione di fare una prima buona impressione”, ha detto Antonelli. Su cosa puntare aldilà della cucina? “L’aspetto comunicativo è fondamentale, saperlo raccontare e farlo arrivare a tutti”, ha risposto Griffa. “Portare qualcosa di proprio, di italiano, ma di facile comprensione, cercando di trasmettere il lavoro che c’è dietro, sintetizzare e rendere il concetto”.
“In S.Pellegrino crediamo che la gastronomia possa essere motore di un cambiamento positivo. Stiamo lavorando sul talento, che è il motore della trasformazione sociale e della gastronomia, e anche per questo abbiamo istituito tre premi speciali che rappresentano i valori dell’Academy”, ha detto Giacomo Giacani, marketing manager del Gruppo Sanpellegrino Italia. “Alma stila un regolamento internazionale, in inglese, e di solito vince chi sa interpretare perfettamente il regolamento", in vista della finale. “A noi interessa la ricetta, che viene valutata nell’anonimato, senza sapere chi l’ha presentata. I dieci finalisti vengono valutati secondo diversi criteri: i ragazzi devono pensare in prospettiva, pensando alla finale, la ricetta resta la stessa anche per la finale”, ha spiegato Matteo Berti, direttore didattico di Alma, che si occuperà della prima selezione dei piatti. “E’ importante che il piatto trasmetta bene il credo che lo chef vuole comunicare, gli ingredienti e le materie prime usate”, ha aggiunto. Come è cambiata la Competition? “La gara si è evoluta: tutto si è codificato, poi si è evoluto pure il cuoco, le tecniche, perché c’è una complessità di attrezzatura che consente al cuoco di esprimersi al meglio”, ha risposto Berti. “E’ importante che gli chef intercettino le nuove tendenze e il nostro ruolo è far sì che Spyca sia sempre al passo con i tempi, intercettando gli stimoli futuri”, ha aggiunto Giacani.
La giuria italiana di S.Pellegrino Young Chef Academy 2024-25
I giudici della nuova edizione di S.Pellegrino Young Chef? Saranno Davide Di Fabio, Karime Lopez, Matteo Metullio, Giancarlo Perbellini e Isabella Potì. "E’ molto emozionante far parte di questa giuria: Spyca mi ricorda quello che chiedeva Bottura ai nuovi ragazzi in cucina, ossia di creare un piatto che li rappresentasse: l’identità di una persona è la chiave vincente di tutto”, ha detto Di Fabio. “Confrontarmi con i ragazzi sarà un momento di grande crescita: qualche anno fa ho cambiato sous chef e ho preso uno chef marchesiano, perché doveva aiutarmi a vedere la cucina con occhi diversi”, ha commentato Perbellini.
“Spyca mi porta indietro nel tempo, e oggi in veste di giurato spero di essere di aiuto: abbiamo visioni, cucine e provenienze molto diverse e noi avremo con noi un maestro della cucina italiana come Giancarlo Perbellini, che coadiuverà il gruppo e potrà dare un grande contributo”, ha commentato Metullio. “In uno young chef cerco la capacità di superare i confini mentali e geografici”, ha detto in un video Karime Lopez. “Ai giovani chef voglio dire che questa potrebbe essere una grande opportunità da cogliere”, ha detto Potì in un video inviato.
Scoprite qui di seguito gli chef che comporranno la giuria italiana della quinta edizione di S.Pellegrino Young Chef Academy.
Davide Di Fabio
Classe 1985, Davide Di Fabio nasce a Rho, in provincia di Milano, e si trasferisce a Bellante, in Abruzzo, all’età di 6 anni. Dopo aver frequentato la scuola alberghiera a San Benedetto del Tronto, nel 2005 inizia a lavorare a Modena, all’Osteria Francescana di Massimo Bottura, dove resta fino al 2021. Sempre nel 2021, diventa lo chef del ristorante Dalla Gioconda di Gabicce Monte, completamente rinnovato dopo un restyling, e rinato secondo un progetto ambizioso dalla forte vocazione alla sostenibilità. Un progetto che viene presto premiato dalla Guida Michelin con una stella rossa e una stella verde. Nella sua vita, Di Fabio ha avuto la volontà e la fortuna di viaggiare in alcuni dei Paesi più interessanti del mondo per lavoro. Gli piacciono i piatti dal sapore vero e diretto, ma con radici profonde nell’immaginario. Ama la musica e gioca a fare il dj.
Karime López
Nata e cresciuta a Querétaro, a nord di Città del Messico, Karime López è la chef che assieme a Takahiko Kondo guida Gucci Osteria Firenze, una stella Michelin. L’arrivo di Karime López nel capoluogo toscano è l'ultima tappa di un percorso culinario dinamico e significativo, iniziato dopo gli studi di Lopez nel campo delle discipline artistiche: un viaggio personale, cominciato idealmente quando la chef, ancora bambina, scopre il linguaggio giocoso del cibo, mentre osserva da vicino sua madre cucinare i pasti in famiglia. Da lì, la sua passione per il cibo è fiorita e l’ha portata a lavorare in alcune delle brigate più prestigiose di tutto il mondo: dalla Spagna (nella cucina di Can Fabes in Catalogna) al Messico (da Pujol a Città del Messico), dal Perù (come sous chef al Central di Lima) al Giappone (RyuFin a Tokyo), prima di approdare all’Osteria Francescana e poi, definitivamente, da Gucci Osteria Firenze nel 2018.
Matteo Metullio
Triestino, sin da piccolo Matteo Metullio sogna la cucina e si iscrive alla scuola alberghiera Ipssar di Falcade. Tra le prime esperienze, quella Alle Codole di Canale d’Agordo, sotto lo chef Oscar Tibolla, suo mentore. Chiamato da Norbert Niederkofler, va in Alta Badia, dove si ferma per quattro anni. Nel 2012 va a La Siriola dell’hotel Ciasa Salares, dove prende le redini della cucina stellata, e contatta Davide De Pra, conosciuto Alle Codole, per averlo come compagno di viaggio (da qui inizia un percorso professionale in tandem). La Guida Michelin conferma la stella nel 2013 e Metullio diventa lo chef stellato più giovane d’Italia; nel 2017 riceve la seconda stella. Nel 2018 inizia una nuova avventura al Grand Hotel Duchi d’Aosta di Trieste, con due ristoranti: Harry’s Piccolo Restaurant e Harry’s Bistrò. Intanto nasce l’Harry’s Pasticceria e, a novembre 2018, l’Harry’s Piccolo viene premiato con una stella Michelin. Nel 2020 arriva la seconda stella e nel, 2022, il Premio “Miglior Chef” della Guida di Identità Golose. Alla base della sua filosofia c’è il km vero, la costante ricerca delle materie prime d’eccellenza senza limiti territoriali.
Giancarlo Perbellini
Originario di Bovolone (Verona), Giancarlo Perbellini cresce in una famiglia storicamente legata al mondo della ristorazione e della pasticceria. Il nonno Ernesto, la scuola alberghiera e le esperienze in grandi ristoranti, in Italia e Francia, segnano la sua formazione. Nel 1989 apre il ristorante Perbellini a Isola Rizza, che nel 1996 conquista la prima stella Michelin, e nel 2002 la seconda. È l’inizio di un percorso che nasce dal costante bisogno di reinventarsi e di comunicare il suo stile come maestro dell’alta cucina italiana. Perbellini è anche un grande imprenditore: sono nove i locali del gruppo. A Verona, il 2 stelle Michelin Casa Perbellini 12 Apostoli, la Locanda Quattro Cuochi, il ristorante di pesce Al Capitan della Cittadella, la cicchetteria Tapasotto, la pizzeria Du de Cope e l’osteria Mondo d’Oro. A questi, nel 2018 si è aggiunta Locanda Perbellini a Milano, nel 2020 il bistrot Locanda Perbellini al Mare sulla spiaggia di Bovo Marina e, nel 2021, Locanda Perbellini ai Beati, a Garda. Dall’autunno 2022 a settembre 2023 lo chef è stato alla guida del Café e Ristorante Trussardi by Giancarlo Perbellini a Milano.
Isabella Potì
Nata a Roma da madre polacca e padre leccese, Isabella Potì sin dalla tenera età dimostra grande passione e attitudine per la cucina. Frequenta l’istituto alberghiero a Lecce, ma la sua carriera prende il via da Londra, accanto a Claude Bosi. Il suo talento la porterà poi in Spagna, dove studia con Paco Torreblanca e Martín Berasategui, a Copenhagen dal Geranium, e a Mentone, al Mirazur. Nel 2016 vince il Premio Chef Emergente Sud, nel 2017 viene inserita da Forbes nella lista 30 Under 30 nella categoria Art. Non mancano le sue partecipazioni a trasmissioni tv: Masterchef come giudice ospite, Gustibus su La7, Il ristorante degli Chef su Rai 2. Con il suo compagno, Floriano Pellegrino, ha fondato il ristorante Bros’, una stella Michelin a Lecce. Nel 2018 hanno avviato la Pellegrino Brothers, azienda che detiene i diritti del marchio Bros', e proprietaria della Trattoria Bros’ a Scorrano.